Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

MESSINA 2.0: ACCORDO ROAD MAP 2014-2018, LA VIA ITALIANA ALL’ACCESSO APERTO

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha confermato, insieme agli altri Enti di ricerca e agli Atenei italiani, con la Road Map 2014-2018, la sua adesione a sostenere lo sviluppo dell’accesso aperto e l’internazionalizzazione della ricerca scientifica

Roma, 10 novembre 2014 - Sostenere l’attuazione di politiche istituzionali volte a consolidare lo sviluppo dell’Open Access (OA) e a favorire le opportunità di internazionalizzazione della ricerca scientifica italiana in linea con le indicazioni della Commissione Europea (Horizon 2020). Sono alcuni degli obiettivi dell’accordo della Road Map 2014-2018, sottoscritto dal Presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Stefano Gresta, insieme agli altri Enti di ricerca e Atenei italiani, nell’Aula Magna dell’Università di Messina, in occasione del decennale della firma apposta nel 2004 alla Dichiarazione di Messina dai Rettori delle università italiane (http://decennale.unime.it/).

“Con la firma di questo Accordo”, spiega Stefano Gresta, “l’Ingv, da sempre favorevole a un approccio condiviso tra le istituzioni accademiche e di ricerca italiane grazie al sostegno e al coordinamento della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), si impegna ad adottare una policy nazionale per il deposito, l’accesso aperto e l’uso dei dati prodotti dalla comunità scientifica, secondo quanto indicato dalla Commissione Europea e gli standard internazionali. Il contributo dell’Ingv, risultato fra gli enti pubblici di ricerca (Epr), nell’ultima valutazione dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), il più innovativo in rapporto alle sue dimensioni (con una percentuale del 22,2%), consentirà di migliorare la circolazione e la diffusione dei risultati delle ricerche nei settori della geofisica, vulcanologia e ambiente”.

L’Ingv è stato uno degli gli enti di ricerca pionieri dell'accesso aperto. Dal 2005 possiede un archivio digitale di geosciences harvestabile, interoperabile con tutti gli archivi internazionali, che rende fruibili le pubblicazioni dell’Ente, prive di vincoli editoriali (www.earthprints.org). Dal 2010 ha anche messo online e ad accesso aperto la rivista Annals of geophysics (www.annalsofgeophysics.eu), la cui prima pubblicazione risale al 1948, con il modello gold road, ossia pubblicazione di articoli Open Access, scaricabili gratuitamente sotto la licenza creative Common 3.0 attribution. Altra sfida in questo settore, la nuova piattaforma dell’Ingv, EPOS (http://www.epos-eu.org/), una infrastruttura per la condivisione virtuale dei risultati delle ricerche teoriche e sperimentali e l'accesso a nuovi dati, prodotti scientifici e laboratori.

“L’Open Access non solo potenzia la ricerca, ma sviluppa l’innovazione e avvicina la scienza ai cittadini. Consentire alla comunità scientifica di sfruttare pienamente le opportunità offerte da questo strumento, sia nelle sue forme di editoria alternativa, sia come mezzo per la divulgazione della propria opera in parallelo ai canali di editoria tradizionale, rappresenta una grande opportunità per il futuro della comunicazione scientifica”, conclude il Presidente dell’Ingv.

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