Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

MAFIA A ROMA: LA VERGOGNA DELL'ITALIA E' IL TRAFFICO... DI DROGA

Dalla pagina FB Senato Cinque Stelle, il post di Nicola Morra, Senatore della Repubblica del Movimento 5 Stelle, nato a Genova il 5 Luglio del 1963, docente di storia e filosofia

Roma, 03/12/2014 - Oggi ho incrociato Corradino Mineo in corridoio, e mi ha detto di avere apprezzato il mio intervento in Aula sulla fiducia per il Jobs Act. Mi ha anche anticipato il suo voto negativo al provvedimento in questione. Riporto poi anche quanto lui stesso ha scritto su FB in merito alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto il comune di Roma. Adesso che alle parole seguano i fatti, perchè la soluzione della questione morale interessa tutti gli italiani. Se in Aula arrivano anticorruzione, modifiche relative alla prescrizione, falso in bilancio, autoriciclaggio, emittenze tv, faremo un favore al Paese intero.

CORRADINO MINEO:

"Così corrompe la mafia di Roma”, Corriere della Sera. “Il Campidoglio travolto dalle infiltrazioni mafiose”, La Stampa. Per il Giornale “Crolla il Cupolone”. “Mafia, la cupola di Roma”, scrive Repubblica. E il Fatto “La malavita di larghe intese. Fascisti e Pd agli ordini del Nar Carminati”. Così il cerchio sembra chiudersi, senza riparo. “Ho arruolato sei assessori (di sinistra) - dice Buzzi - la scuderia ora è pronta”, pagina 3 di Repubblica. Sulle elezioni a Roma (pagina 3 del Corriere) “’ho quattro cavalli che corrono, col Pd, col Pdl ce n’ho tre, e con Marchini
c’è..”. e ancora Repubblica, pagina 2: “Ho portato 4 milioni di euro in borsoni a tutto il Parlamento, per conto di Finmeccanica”. Che fare?

Dire che “il Pd sta con i magistrati” (Guerini) fa il paio con Alemanno che ieri da Floris ripeteva: “che c’entriamo, stiamo cambiando il paese, poi bisogna essere onesti”. M’è tornato in mente l’avvocato cocainomane di Johnny Stecchino: “il problema più grande di tutti? La vergogna della Sicilia? È il traffico!” . No, la vergogna d’Italia è che la sinistra parla di riforme e non riforma se stessa. Che non basta stare con i giudici né smettere di coprire chi, già beccato è ormai diventato indifendibile. Occorre prevenire.

Come? Con leggi dure contro corruzione (via la tagliola prescrizione), falso in bilancio, auto riciclaggio, Denunciando e perseguendo ogni conflitto di interessi. Non mettendo in lista chi è in odore di affari poco trasparenti. E non sedendosi mai a tavola con quella bella gente. Ah, dimenticavo: facendo fare anticamera ai rappresentanti delle grandi imprese che mirano agli appalti, e della finanza quando offrono “sostegno”. E non incontrarli mai, se non in presenza di testimoni indipendenti. Non è difficile. Un tempo si parlava di questione morale.
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Questione morale. Caffè del 3 dicembre

3 dicembre 2014 alle ore 9.57

Nella soap opera della nostra politica ogni tanto irrompe la realtà. E fa male. La retata dei carabinieri a Roma, 37 arresti 100 indagati tra cui l’ex sindaco Alemanno, e l’inchiesta giudiziaria avallata da un procuratore della repubblica, Pignatone, che ha fama di essere uomo molto prudente, mettono a fuoco tre cose: 1)che il potere economico usa il potere criminale; 2)che quest’ultimo vanta in Italia una continuità impressionante - e sciorina sotto ai nostri occhi foto che credevamo ingiallite di un gruppo fascista ed eversivo, della Magliana raccontata in “Romanzo Criminale”, dei rapporti con “Cosa Nostra”-; 3) che la politica, di destra e purtroppo sinistra, si abbevera a questa fonte sporca con spregiudicatezza e impunità disarmanti.

“Terra di mezzo” si chiama l’inchiesta e non è un omaggio al Signore degli Anelli. “Ci sta un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano…anche la persona che sta nel sovramondo ha interesse che qualcuno del sottomondo gli faccia delle cose che non le può fare nessuno…e in mezzo ci stiamo noi”. Così parlava - è stato intercettato - Massimo Carminati, l’ultimo Re di Roma, il “nero della Banda della Magliana, che aderì ai Nar, gruppo terrorista di Valerio Fioravanti - il quale è stato condannato, anche se si è sempre detto innocente, persino per la strage del 1980 alla stazione di Bologna. Camminati aveva ai suoi ordini Franco Panzironi, amministratore delegato della municipalizzata rifiuti con Alemanno sindaco, Riccardo Mancini, amministratore delegato di Eur SPA anch’egli uomo di Alemanno.

Mi par di capire che l’ex sindaco si difenda con una foto - pubblicata dal Corriere a pagina 7- nella quale lo si vede a tavola con quei suoi famigli, ma anche con Daniele Ozzimo, fino a ieri assessore alla casa della giunta Marino, con il Garante dei Detenuti del Lazio Marroni, con Buzzi, responsabile della Cooperativa 29 giugno. Si vede persino un uomo dei Casamonica e il ministro Poletti, allora di LegaCoop.
Sedersi a tavola non è reato. È possibile. Avere dimestichezza con i potenti della Capitale non prova nulla. Possibile, pure questo. Ma la puzza è asfissiante. E il ricordo sconvolgente. Anche la democrazia cristiana di Gioia e Ciancinino (e dunque Fanfani), di Lima e dei cugini Salvo (e dunque Andreotti), diceva che frequentare in Sicilia non significava per forza “mafiare”. Palermo chiama Roma.

“Così corrompe la mafia di Roma” Corriere della Sera. “Il campidoglio travolto dalle infiltrazioni mafiose”, La Stampa. Per il Giornale “Crolla il Cupolone”. “Mafia, la cupola di Roma”, scrive Repubblica. E il Fatto “La malavita di larghe intese. Fascisti e Pd agli ordini del Nar Carminati”. Così il cerchio sembra chiudersi, senza riparo. “Ho arruolato sei assessori (di sinistra) - dice Buzzi - la scuderia ora è pronta”, pagina 3 di Repubblica. Sulle elezioni a Roma (pagina 3 del Corriere) “’ho quattro cavalli che corrono, col Pd, col Pdl ce n’ho tre, e con Marchini c’è..”. e ancora Repubblica, pagina 2: “Ho portato 4 milioni di euro in borsoni a tutto il Parlamento, per conto di Finmeccanica”. Che fare?

Dire che “il Pd sta con i magistrati” (Guerini) fa il paio con Alemanno che ieri da Floris ripeteva: “che c’entriamo, stiamo cambiando il paese, poi bisogna essere onesti”. M’è tornato in mente l’avvocato cocainomane di Johnny Stecchino: “il problema più grande di tutti? La vergogna della Sicilia? È il traffico!” . No, la vergogna d’Italia è che la sinistra parla di riforme e non riforma se stessa. Che non basta stare con i giudici né smettere di coprire chi, già beccato è ormai diventato indifendibile. Occorre prevenire.

Come? Con leggi dure contro corruzione (via la tagliola prescrizione), falso in bilancio, auto riciclaggio, Denunciando e perseguendo ogni conflitto di interessi. Non mettendo in lista chi è in odore di affari poco trasparenti. E non sedendosi mai a tavola con quella bella gente. Ah, dimenticavo: facendo fare anticamera ai rappresentanti delle grandi imprese che mirano agli appalti, e della finanza quando offrono “sostegno”. E non incontrarli mai, se non in presenza di testimoni indipendenti. Non è difficile. Un tempo si parlava di questione morale.

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