[22/12/2014] - La Curia Romana sia “un piccolo modello della Chiesa”. E’ l’auspicio che Papa Francesco ha rivolto ai suoi più stretti collaboratori in Vaticano, ricevuti nella Sala Clementina per gli auguri di Natale. Il Pontefice ha enumerato i 15 mali curiali che, ha detto, richiedono una cura paziente e perseverante per essere guariti. Tra le malattie indicate dal Papa: la rivalità e la vanagloria, il mal coordinamento e l’alzheimer spirituale e ancora il funzionalismo e la malattia dei circoli chiusi. L’indirizzo d’omaggio è stato rivolto dal cardinale decano Angelo Sodano. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Non si può arrivare al Natale senza aver fatto un esame di coscienza. Questo, annota Francesco, vale per tutti i fedeli e ancor più deve valere per chi, come avviene nella Curia Romana, vive a stretto contatto con la Sede Apostolica. E' bello, afferma in apertura del discorso, pensare alla Curia Romana come “a un piccolo modello della Chiesa” cioè a un corpo “sano” e “vivo”, armoniosamente unito a Cristo.
“Essendo la Curia un corpo dinamico, essa non può vivere senza nutrirsi e senza curarsi. Difatti, la Curia - come la Chiesa - non può vivere senza avere un rapporto vitale, personale, autentico e saldo con Cristo. Un membro della Curia che non si alimenta quotidianamente con quel cibo diventerà un burocrate (un formalista, un funzionalista, un impiegatista): un tralcio che si secca e pian piano muore e viene gettato lontano”.
Un catalogo delle malattie curiali
Lo Spirito di Dio, prosegue, “unisce e lo spirito del maligno divide”. Di qui l’origine di quel “catalogo delle malattie” curiali che Papa Francesco enumera per accostarsi bene al Sacramento della Riconciliazione. Il primo dei mali è “la malattia del sentirsi immortale, immune o addirittura indispensabile”. Quel “complesso degli eletti”, prosegue, che “deriva spesso dalla patologia del potere”:
“Un’ordinaria visita ai cimiteri ci potrebbe aiutare a vedere i nomi di tante persone, delle quale alcuni forse pensavano di essere immortali, immuni e indispensabili! È la malattia del ricco stolto del Vangelo che pensava di vivere eternamente (cfr. Lc 12, 13-21) e anche di coloro che si trasformano in padroni e si sentono superiori a tutti e non al servizio di tutti”.
Martalismo e “Alzheimer spirituale”
C’è poi la malattia del “martalismo”, “dell’eccessiva operosità” che, come accade a Santa Marta, ci fa trascurare Gesù, “la parte migliore”. Grave anche la “malattia dell’impietrimento mentale e spirituale” che, spiega, ci fa “perdere la sensibilità umana necessaria per farci piangere con coloro che piangono e gioire con coloro che gioiscono”. Quindi si è soffermato sull’“eccessiva pianificazione e del funzionalismo”:
“Quando l'apostolo pianifica tutto minuziosamente e crede che facendo una perfetta pianificazione le cose effettivamente progrediscono, diventando così un contabile o un commercialista”.
“Preparare tutto bene – sottolinea – è necessario ma senza mai cadere nella tentazione di voler rinchiudere e pilotare la libertà dello Spirito Santo che rimane sempre più grande, più generosa di ogni umana pianificazione”. Non si può “addomesticare” lo Spirito Santo, ha aggiunto a braccio. Francesco critica così la malattia del “mal coordinamento” e “dell’Alzheimer spirituale”, ossia di chi, “avendo perso la memoria” dell’incontro con il Signore, diventa “sempre di più schiavi degli idoli che hanno scolpito con le loro stesse mani”.
(Da Radio Vaticana)
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