Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

SCAFISTI MINORENNI ARRESTATI DOPO LO SBARCO DI 886 MIGRANTI A MESSINA

La Squadra Mobile, con l'acquisizione di testimonianze e riscontri, ha identificato e sottoporre a fermo tre scafisti, traghettatori di una parte degli 886 migranti, il diciottenne Job Musa e due sedicenti minori, tutti cittadini del Gambia, ritenuti responsabili di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Messina, 27/12/2014 - Sono tre gli scafisti individuati ed arrestati ieri dalla Polizia a poche ore dallo sbarco di migranti in città, provenienti dall’Africa Centrale, che, dopo essere stati soccorsi in acque internazionali da quattro diverse imbarcazioni e successivamente trasbordati sulla nave della Marina Militare “Etna”, hanno raggiunto il molo Colapesce. L’attività investigativa avviata dagli agenti della Squadra Mobile, con acquisizione di testimonianze e riscontri, ha permesso di identificare e sottoporre a fermo di P.G. tre scafisti, traghettatori di una parte degli 886 migranti, un diciottenne, Job Musa, e due sedicenti minori, tutti cittadini del Gambia, ritenuti responsabili del reato favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.


I migranti hanno raccontato le fasi che hanno preceduto il viaggio indicando il diciottenne quale timoniere dell’imbarcazione e i due minori quali addetti alla distribuzione dei viveri.
In particolare, l’attività investigativa espletata ha permesso di stabilire che i profughi, dopo aver pagato una somma pro capite di circa 900 dinari libici, sono partiti dalla costa di Tripoli.
Il diciottenne Job Musa, su disposizione del Sostituto Procuratore della Repubblica di turno, è stato associato presso la locale Casa Circondariale.

Gli altri due minori sono stati tradotti presso questo centro di prima accoglienza a disposizione dell’A.G.

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