A Messina scoperta organizzazione criminale che gestiva il traffico di droga. A finire agli arresti stamattina 28 persone arrestate dalla Polizia. L’operazione ‘Vicolo Cieco’ ha colpito al cuore un sodalizio criminale operante a Messina e provincia, considerato la principale organizzazione in città nel traffico di sostanze stupefacenti, con esponenti riconducibili al Rione Mangialupi. Fiumi di droga (hashish, cocaina, eroina e marijuana) acquistati in Calabria, stoccati, lavorati e distribuiti nel capoluogo peloritano e in provincia di Catania. 23 persone in carcere e 5 agli arresti domiciliari. Tra le persone arrestate Salvatore De Luca, 27 anni di Patti. Il primo gruppo criminale, guidato dai fratelli Schepis, si occupava di intermediazione per l'acquisto, dalla Calabria, di grosse partite di droga che finiva a Messina. L'organizzazione, aveva messo a punto strategie e contromisure per eludere le azioni della Polizia: comunicazioni telefoniche brevi e in codice, scelta di luoghi sempre diversi per concludere la vendita dello stupefacente. Durante le perquisizioni domiciliari di stamattina sono stati sequestrati 600 grammi tra cocaina, eroina e marijuana, e la somma di 71 mila euro.
Messina, 20/12/2014 - Sono ventotto le persone arrestate stamani dalla Polizia di Stato per traffico di droga. L’ordinanza di misura cautelare ha colpito al cuore un sodalizio criminale, operante su Messina e provincia, considerato la principale organizzazione in città dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con esponenti riconducibili al Rione Mangialupi di acclamato spessore criminoso. Fiumi di droga – hashish, cocaina, eroina e marijuana – sono stati acquistati in Calabria, stoccati, lavorati e distribuiti nel capoluogo peloritano e ben oltre i limiti territoriali di questa provincia, infiltrandosi nel limitrofo capoluogo etneo. I soggetti raggiunti stamani da custodia cautelare in carcere sono 23; 5 gli individui agli arresti domiciliari . Sono stati tutti arrestati anche grazie alla collaborazione delle sezioni investigative dei Commissariati di Pubblica Sicurezza di questa provincia ed delle Squadra Mobile delle Questure di Siracusa, Enna, Catania, Trapani, Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia.
In carcere sono finiti:
Giovanni Capria, soprannominato “scuddino”,” 25 anni;
Antonino Casablanca, soprannominato “Topolino”, 38enne pluripregiudicato ;
Nunzio Corridore, soprannominato “Ciuccia”, 37 anni;
Giovambattista Cuscina', detto “u cocculu”, 35enne;
Francesco De Domenico, detto “Ciccio Rambo”,42 anni;
Achille Misiti, 34 anni;
Antonino Muscarà, 44 anni;
Salvatore De Luca, 27 anni (di Patti);
Pasquale Erba, 47 anni;
Salvatore Furnari, soprannominato “Cirino”, 51 anni;
Salvatore Gangemi, 49 anni;
Giuseppe Arena, detto ‘Teppe”, 38 anni, in atto detenuto nel carcere di Gazzi;
Antonino Aricò, nato a Messina, 43 anni;
Angelo Aspri, soprannominato “'U Puffu”, 31 anni;
Maria Baluce, detta “Marisa”, 37 anni;
Luciano Bartone, 43 anni;
Daniele Ragusa, 23 anni;
Basilio Schepis,milazzese 53enne;
Felice Schepis, 38 anni;
Giovanni Schepis, detto “Papero”, 48 anni, in atto detenuto a Vibo Valentia;
Santino Emanuel Schepis, 25 anni;
Francesco Tamburella, 31 anni;
Alfredo Trovato, 50 anni.
Agli arresti domiciliari:
Alessandro Catalano, 22 anni;
Salvatore De Luca, 36 anni di Magenta;
Francesca Paratore, 34 anni.
Giovanni Assenzio, 49 anni;
Giuseppe Triolo, 33 anni, in atto ai domiciliari presso la Comunità Faro a Marsala (Tp);
I risultati odierni raggiunti dalla Polizia di Stato contro il crimine organizzato sono il frutto di una lunga e complessa attività investigativa avviata dalla locale Squadra Mobile nel dicembre del 2010 quando 64 persone furono individuate e denunciate in stato di libertà a vario titolo come accoliti di un primo nucleo inserito nel narcotraffico. I successivi sviluppi hanno poi delineato un gruppo ben più rilevante ed organizzato con una struttura tentacolare ed una propria rete di distribuzione capillare che permetteva di alimentare l’attività di spaccio al dettaglio, nonché di provvedere al rifornimento di altri sodalizi minori con spacciatori operanti su tutto il territorio. Non è stato semplice ricostruire il modus operandi del gruppo che operava con scaltrezza affinché nulla potesse trapelare.
Comunicazioni telefoniche brevi e criptiche, luoghi di volta in volta sempre diversi ove avviare e concludere trattative, schede telefoniche “pulite” ed autovetture non sospette per il trasporto di grossi quantitativi di droga hanno protetto il gruppo fino a quando immagini ed intercettazioni ambientali e telefoniche, completate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno smantellato, pezzo per pezzo, l’organizzazione criminale. Il lavoro degli investigatori ha portato, infatti, a scoprire dapprima i ruoli, ben strutturati all’interno del gruppo: in cima alla piramide il capo indiscusso dell’associazione con il compito di pianificare tutte le strategie relative ai contatti con i fornitori, alla distribuzione della droga, all’esazione dei crediti maturati. Al suo fianco un braccio destro che lo coadiuvava in tutte le attività illecite concertando insieme le differenti strategie. A seguire il collettore del denaro delle partite di droga che provvedeva ad effettuare le consegne e a custodire lo stupefacente spostandolo di volta in volta. E poi ancora i custodi presso la propria abitazione della sostanza stupefacente e delle attrezzature per il taglio ed il confezionamento, colui che aveva il compito di “degustare” la droga al fine di verificarne la qualità. Ed infine i pusher accreditati dell’intera associazione.
I poliziotti hanno poi scoperto la zona operativa scelta dal gruppo, una vera e propria roccaforte nelle immediate prossimità del rione Mangialupi, il cui crocevia e sala operativa era un esercizio commerciale ben noto del quartiere, costantemente presidiato e reso ancora più difficile da penetrare dagli investigatori per la peculiare conformazione dei luoghi, caratterizzata da vicoli stretti e budelli ciechi. Uno di questi, appena un vicoletto, era principale luogo di trattative e scambi. Nel corso delle indagini durate anni, fu proprio la costante e certosina sorveglianza del vicoletto e dell’area limitrofa a consentire l’arresto del fratello del capo dell’organizzazione sgominata oggi resosi irreperibile il 19 dicembre del 2011 quando, nel corso dell’operazione Ruota Libera, si sottrasse alla cattura. Fu stanato pochi giorni dopo, il 29 dicembre dello stesso anno. In quell’occasione fu arrestato in flagranza di reato anche colui che lo aiutò nella latitanza, ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento personale e sequestrata la somma di euro 2.070,00 in banconote di vario taglio, denaro necessario per sostenere la latitanza dell’uomo.
L’arresto del fratello del capo del sodalizio costituì uno step importante nel proseguo delle indagini caratterizzate ora da altri arresti e sequestri di droga come nell’agosto del 2011 o nel settembre dello stesso anno ed ancora nel gennaio del 2012 e di ingenti somme di denaro, profitto dell’attività di spaccio, fino a stamani, con l’arresto delle figure apicali del gruppo e dei principali accoliti. Durante le perquisizioni domiciliari di stamani, all’interno di alcune abitazioni, altra droga è stata rinvenuta, ben 600 grammi tra cocaina, eroina e marijuana, sequestrata dai poliziotti con la somma di 71.000 euro, ritenuta provento di attività illecite.
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