Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

EUROPA DELLE BANCHE AMMONISCE LA GRECIA: "QUA SI FA... L'ITALIA O SI MUORE"

[05/01/2015] - La frase venne attribuita da Cesare Abba a Giuseppe Garibaldi. A Calatafimi Centinaia di “picciotti" siciliani si trovano davanti a 3 mila soldati borbonici, vicino a Segesta. La battaglia vedeva “le camice rosse” opporre una straordinaria resistenza. Nino Bixio propose la ritirata ma Garibaldi non fu d’accordo e pronunciò la celebre frase: "Qui o si fa l'Italia o si muore". Era il 15 maggio 1860. Il popolo greco dovrà decidere ancora una volta il suo futuro con le elezioni anticipate fissate per il 25 gennaio. Intanto il commissario agli affari economici e finanziari
dell'Unione europea Pierre Moscovici, ha emesso un comunicato con il quale ha lanciato un preciso monito. Il timore è che l'eventualità dell'uscita della Grecia dall'area dell'euro possa 'contagiare' anche Paesi come l'Italia. Ecco perché per i sostenitori dell'euro: "Qui si fa l’Itàlia o si muòre" 

05/01/2015 - Scrive L'Antidiplomatico: "Subito dopo l'annuncio da parte del primo ministro greco Antonis Samaras delle elezioni anticipate fissate per il 25 gennaio, il commissario agli affari economici e finanziari dell'Unione europea Pierre Moscovici, ha emesso un comunicato con il quale ha lanciato un preciso monito agli elettori greci “per supportare l'Europa”.

“Attraverso questo processo democratico, il popolo greco deciderà una volta ancora il suo futuro. Un forte impegno per l'Europa e un grande supporto tra gli elettori greci e i leader politici per il processo di riforma favorevoli alla crescita saranno essenziali per la Grecia”. Non si tratta di una nota, ma di una intromissione inaccettabile nella vita democratica di un paese membro. Speriamo solo che i greci dopo tre anni di distruzione pianificata non si fidino più dei “consigli” di Bruxelles...

E il deputato nazionale del M5S Luigi Di Maio afferma: "Questa Europa non ci appartiene. Ci tocca dire con amarezza "Avevamo ragione noi". Lo abbiamo detto prima delle Europee. L'Europa delle banche e della finanza persegue un disegno preciso. Gli stati aderenti economicamente deboli vanno tassati e tartassati. Deupaperati delle attività economicamente vantaggiose e poi lasciati alla deriva. "Der Spiegel" anticipa che per la Germania l'uscita dall'Euro della Grecia non sarebbe un dramma per l'eurozona. È ovvio! Hanno affamato e distrutto la Grecia ora sono pronti a sbarazzarsene. Questa è l'Europa delle banche e dei potentati finanziari, non è una comunità di popoli. L'Euro è la loro arma per affamare gli stati e poi sbarazzarsene. Usciamo dall'Euro prima che ci cacci l'Europa dopo averci portato alla fame."

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