Sant’Angelo, 30 gennaio 2015 - Sull’ennesimo balzello imposto dallo Stato, che è l’IMU sui terreni agricoli, l’Amministrazione comunale di Sant’Angelo non ci sta. Con una delibera approvata oggi dalla Giunta, è stato chiesto di rivedere, non solo il criterio utilizzato per individuare i comuni che godono in maniera totale o parziale dell’esenzione, ma anche le modalità con le quali viene trattenuto dal fondo di solidarietà nazionale, l’importo teorico dell’IMU che l’ente locale dovrebbe incassare, che per Sant’Angelo ammonta a quasi 130 mila euro.
In particolare, l’Esecutivo ha chiesto di sospendere il pagamento dell’imposta sui terreni agricoli, di attivare un tavolo di concertazione con gli enti locali e le associazioni di rappresentanza, per confrontarsi sulle modalità di attuazione dell’art. 22 del D.L. 66/2014 e di riconoscere, tramite apposite leggi, l’attività agricola anche non professionale, nonché la gestione forestale attiva, come forma di tutela, protezione, difesa delle aree montane del Paese, a vantaggio dell’intero territorio italiano, secondo quanto sancito dalla Costituzione, in particolare all’articolo 44.
L’atto deliberativo sarà trasmesso al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Economia e delle Finanze, al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, al Ministero dell’Interno, al Presidente dell’ANCI nazionale, al Presidente dell’ANCI Sicilia, al Presidente della Regione, all’Assessorato regionale dell'Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca mediterranea ed all’Assessorato delle Autonomie locali e della Funzione pubblica.
“Ormai la strategia dello Stato e della Regione – ha detto il Sindaco – è quella di demolire i Comuni, l’unico punto di riferimento istituzionale che i cittadini riconoscono. Invierò la bozza dell’atto deliberativo agli altri sindaci interessati – ha concluso il primo cittadino – invitandoli ad approvare delibere come la nostra, in modo da creare un forte movimento di protesta, affinché sia rivisto questo anomalo ed assurdo sistema di imposizione, che colpisce in maniera generalizzata il settore agricolo, ormai da anni al collasso, con le conseguenti ricadute produttive, occupazionali e di difesa del territorio”.
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