Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro

Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro.  Una dipendente dell’Ufficio del processo presso il tribunale di Catania ha chiesto e ottenuto la proroga del distacco presso un’altra sede lavorativa, a tutela della sua incolumità. 8 mag 2024 - Dopo essere stata assunta a tempo determinato, la dipendente è stata vittima di violenze, regolarmente denunciate, che l’hanno costretta a chiedere il distacco dalla propria sede lavorativa perché non si sentiva più al sicuro. Il Tribunale di Catania le aveva però concesso il distacco fino a settembre 2024. Nel frattempo, la donna aveva denunciato altri reati contro la sua persona e il ritornare nella sede assegnatagli avrebbe messo a serio repentaglio la sua incolumità. Per tale ragione si è rivolta allo studio legale Leone-Fell & C. per ottenere la necessaria tutela. “Vista la gravità della situazione, abbiamo inoltrato un’istanza al ministero di Giustizia – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Davide Marceca ch

LORIS, VERONICA PANARELLO RESTA IN CARCERE. L'AVVOCATO: "NON ESCLUDO LA CASSAZIONE"

03/01/2015 - Veronica Panarello, madre del piccolo Loris Stival, strangolato a Santa Croce di Camerina, in provincia di Ragusa, lo scorso 29 novembre, resta in carcere. Lo ha deciso al termine di una lunga camera di consiglio il Tribunale del Riesame di Catania, al quale si era rivolto il legale della donna, Francesco Villardita.
"Non escludo il ricorso in Cassazione" ha detto con delusione l'avv. Villardita, sostenitore dell'innocenza della Panarello, accusata di avere ucciso il figlio e di averne gettato poi il corpo in un canalone di scolo alla periferia di Santa Croce Camerina.

Il Tribunale del Riesame di Catania, presieduto da Maria Grazia Vagliasindi, a latere Pietro Currò e Aurora Russo, ha impiegato quasi 24 ore prima di rigettare la richiesta di annullamento dell'ordinanza di arresto di Veronica Panarello. La decisione dei giudici del Tribunale del Riesame è arrivata alle 15.30. L'avvocato Francesco Villardita al termine della prima giornata di lavoro del tribunale aveva detto ai giornalisti: "Non fiducioso, sono speranzoso e non posso che fare appello alla coscienza dei giudici nei quali ripongo la mia fiducia di avvocato".

Trova perciò conferma il quadro accusatorio della Procura della Repubblica, "delitto dalle modalità ciniche ed efferate".

La decisione del Tribunale del Riesame di Catania – come dicevamo - arriva dopo molte ore di camera di consiglio e alcune sospensioni, dovute alle reazioni drammatiche della donna alla vista di immagini che ritraevano il piccolo Loris. La madre del bambino ha più volte pianto in aula e gridato la propria innocenza nel corso dell'udienza, quando è stata proiettata l'immagine del figlio.

L'ordinanza di arresto della donna era stata emessa lo scorso 10 dicembre con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. La difesa, rappresentata dall’avv. Francesco Villardita, contestava la ricostruzione degli spostamenti di Veronica Panarello la mattina presumibile del delitto e gli spostamenti in automobile della donna, secondo il convincimento del Procuratore capo Carmelo Petralia e del sostituto Marco Rota.

Non sono riuscite a sortire gli effetti sperati le memorie difensive dell’avv. Villardita, né le varie consulenze di parte relative ai filmati delle telecamere che hanno ripreso gli spostamenti della Polo di Veronica Panarello nelle ore dell’omicidio e seguenti. Le consulenze tendevano a stabilire e confutare l’orario della morte di Loris. Per i consulenti di parte la morte del bambino sarebbe avvenuta dopo le ore 10 e non prima, mentre per la Procura della Repubblica di Ragusa il delitto sarebbe stato commesso tra le 9 e le 10, nei 36 minuti che rimangono la chiave del mistero.

Veronica Panarello non ha mai ha ammesso alcun ruolo nell’omicidio del figlio. Ha ribadito di essere uscita di casa e di aver portato Loris a scuola. Contestata la ricostruzione dei fatti e degli spostamenti, fatta dalla Procura della Repubblica di Ragusa, relativamente ai passaggi dell’auto di Veronica Panarello sulla strada del Mulino Vecchio, dove si trova il canalone di scolo nel quale è stato gettato il corpo del povero Loris.

Ma Veromica Panarello resta in carcere.


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