Lega Sicilia, Germanà: la mozione “Autonomia e infrastrutture per rendere l'Italia protagonista nel Mediterraneo” basata su tre pilastri

N ota della Lega Sicilia e senatore Germanà su presenza siciliana e mozione su autonomia e infrastrutture al Congresso della Lega a Firenze (5 e 6 aprile).  La mozione “Autonomia e infrastrutture per rendere l'Italia protagonista nel Mediterraneo” si basa su tre pilastri. Un piano straordinario di investimenti infrastrutturali con particolare attenzione al potenziamento dell'Alta Velocità .  PALERMO, 4 apr 2025 - Sedici delegati eletti al Congresso regionale di Enna il 14 marzo scorso, dieci tra parlamentari nazionali e regionali, e nove commissari provinciali: sono i numeri dei delegati della Lega siciliana presenti al Congresso federale del partito che si terrà alla Fortezza da Basso a Firenze il 5 e il 6 aprile.   Una delegazione, quella siciliana, che ha già riportato un primo successo: la mozione depositata dai rappresentanti dell'Isola su autonomia e infrastrutture è stata sottoscritta da esponenti di partito di tutta Italia. “Siamo orgogliosi di avere presentato un...

LUCIA ANNIBALI A MILAZZO: L’ACIDO PUÒ BRUCIARE L’ANIMA PIÙ DEL CORPO MA STUPIRE "MOLTO, MOLTO"

Presentato a Milazzo, nell’aula magna dell’Itet Leonardo da Vinci, il volume di Lucia Annibali e Giusi Fasano, “Io ci sono” (Rizzoli), con l’organizzazione di Soroptmist Club, Lions Club, Leo Club, Rotary Club, FIDAPA di Milazzo e Barcellona P.G.. Presenti cittadini ed una rappresentanza di studenti

Milazzo (Me), 29/01/2015 – La scuola, il posto meno adatto dove impartire l’educazione sentimentale, dove l’autoreferenzialità è in grado di sovvertire gli oroscopi, il luogo ufficiale dove ottenere la certificazione delle proprie insufficienze umane e scolastiche. La scuola, non certo l’Itet Leonardo da Vinci di Milazzo, dove ieri, mercoledì 28 gennaio, Lucia Annibali e Giusi Fasano, autrici di “Io ci sono” (Rizzoli), hanno presentato il loro volume, con l’organizzazione di Soroptmist Club, Lions Club, Leo Club, Rotary Club, FIDAPA di Milazzo e Barcellona P.G., ed incontrato cittadini ed una rappresentanza di studenti.

Aula magna dell’istituto gremita, presenti il sindaco di Milazzo, Carmelo Pino, e la preside dello stesso istituto, Stefania Scolaro (che è pure vice sindaco ed assessore milazzese), Lucia Annibali è riuscita, sul finire della serata, a prendere la parola per presentare il volume e rispondere alle domande dei presenti, con una delle quali si chiedeva perfino il tipo di acido usato per compiere il terribile misfatto.
Lucia Annibali, avvocato 35enne all’epoca dei fatti, originaria di Urbino,venne aggredita e sfigurata gettandole in faccia un contenitore pieno di acido solforico, per una vendetta che definire amorosa non è possibile, e non rimane che definire… odiosa. Perchè tale è!
Prima di essere trasportata all’ospedale di Parma, Lucia riuscì a sussurrare il nome di colui che l’aveva fatta aggredire e sfigurare su commissione, dando incarico a due killer albanesi: Luca Varani, 35 anni, avvocato pure lui, ex fidanzato di Lucia. Varani è stato condannato in secondo grado per questo gravissimo delitto: Luca Varani, 38 anni, di Pesaro, è stato (ri)condannato a 20 anni di carcere per tentato omicidio, lesioni gravissime e stalking, condanna confermata in appello proprio il 24 gennaio 2015.
Intanto Lucia Annibali è partita per una lunga tournée che la porterà in giro per le scuole italiane, dove presenta il suo romanzo “Io ci sono” (Rizzoli), scritto assieme a Giusy Fasano, giornalista del Corriere della Sera, calabrese di nascita e apprezzata cronista di nera, esperta di un settore da lei praticato ormai da più di due decenni, con successo.
Poche ‘corpose’ parole per Giusi Fasano ed altrettante poche per Lucia Annibali, che hanno potuto prendere la parola sul finire della serata, ‘pressate’ da ulteriori impegni dopo la presentazione di Milazzo (durata dalle 17 alle 19 circa). Lucia Annibali ha descritto il tunnel oltre il quale è tornata a vedere la luce e la ricchezza di valori che oltre il buio possono scoprire ed apprezzare.
Una sequenza di “molto, molto, molto” ad indicare nel bene e nel male, nella delusione e nello stupore, tra la morte e la vita, quanto è profondo il dolore e quanto è elevata la vita quando ti offre l’amore degli amici, la scoperta di luoghi dove la sofferenza è di casa ma dove è - tuttavia - possibile inerpicarsi per la salita che porta verso la luce, verso un dio che vuoi o non vuoi è compagno di sventura, compagno al duol che scema la pena.
Se di lezioni è il caso di parlare (trattandosi di scuole) una al di sopra delle altre ne emerge dalle parole di Lucia Annibali: l’importanza di farsi carico delle proprie scelte, delle proprie responsabilità, anche quando gli accadimenti ci piovono addosso e il male subito viene da fuori, per non dare la colpa agli altri ma cercare in se stessi le cause e le risposte. Perché anche quando il male lo abbiamo subito ci sono di mezzo, comunque, le nostre scelte fatte e deresponsabilizzarsi è la maniera più diretta di soccombere per sempre, di appiattirsi sul proprio dolore senza più reagire, senza ripartenze capaci di restituirti il maltolto, la vita e la gioia di viverla dolorosamente, veramente.
Esiste una bellezza che “tenta i ladri più dell'oro”, e Varani è uno di questi ladri. E’ pur vero, nelle parole di Shakespeare, che “la bellezza da sola persuade gli occhi degli uomini senza aver bisogno d'avvocati” (da “Lucrezia violata”, I); è altrettanto vero che “il bello è brutto, il brutto è bello” (le streghe: da “Macbeth”, atto I, scena I).

Ma amore… “Amore è un fumo levato col fiato dei sospiri; purgato, è fuoco scintillante negli occhi degli amanti; turbato, un mare alimentato dalle loro lacrime. Che altro è esso? Una follia discreta quanto mai, fiele che strangola e dolcezza che sana.” (Romeo: da “Romeo e Giulietta”, atto I, scena I, p. 22).

E Lucia… Lucia tornerà ad amare. Anzi vorrà amare come non ha mai amato, perché saprà riconoscere l’amore e andargli incontro fiduciosa, con la sua nuova vita che le è piovuta addosso. E quel volto, divenuto più bello dopo lo scempio, è già pronto a sorridere allo stupore, cui saprà aprirsi “molto, molto, molto”.

m. m.


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