
16/01/2015 - Per i consiglieri del gruppo comunale “Citta’ Aperta” il progetto per la realizzazione della scuola a Scala appare inadeguato, sia perché non rispetta i requisiti previsti dalla legge in ordine alle distanze e volumetrie urbanistiche, sia perché non corrispondente allo stato dei luoghi, ma soprattutto perché localizzato nel luogo più congesto di Scala, incapsulato tra stradine sterrate senza sbocco. Non a caso l’Assessorato Regionale ha rilevato tutta una serie di criticità ed inesattezze tali da richiedere delucidazioni e l’esecuzione di altri adempimenti.
Dopo decenni di disagi in cui hanno vissuto i ragazzi torresi delle elementari, accartocciati in 10 stanze al piano terra dell’edificio di via Sfameni, oggi ridotte anche per effetto della decrescente natalità, ed i bambini della materna rintanati tutt’ora nel vicolo I° di via Nazionale senza alcuna sicurezza né servizi collaterali, non ci si può permettere di preparare per le future generazioni una scuola che non sia sicura, moderna ed efficiente.
Il progetto si sviluppa a forma di semicerchio su due piani nel cui centro è situata una struttura privata con annesso campo da tennis. Sono tanti i motivi per cui diventa problematica – dice il capogruppo Rosalia Bernava – la scelta dell’Amministrazione Caselli che non ha coinvolto i Consiglieri, come si fa quando c’è in ballo un’opera importante. Sarebbe stato utile attraverso una Commissione ad hoc, come suggerito dal consigliere Domenico Grasso, pensare bene al luogo più adatto per poter ubicare un plesso agevole, dotato dei servizi indispensabili connessi alla scuola. Ci troviamo invece a dover chiedere alla Regione perfino una deroga dell’indice di densità edilizia dallo 0,75 al 2,012! Quindi un progetto realizzato con frettolosità che presenta limiti e carenze che vede rallentato per questi motivi l’iter di approvazione da parte dell’Assessorato Regionale.
L’Amministrazione Caselli un mese fa ha proposto al Consiglio di approvare la realizzazione di un massiccio insediamento di edilizia privata su quella vasta zona libera situata nei pressi della rotonda in fondo al lungomare e, di contro, progetta la costruzione della scuola di Scala in un sacrificato spazio, circoscritto da residenze e strutture private senza strade di accesso. Appare anche illogico il repentino cambiamento del luogo rispetto a quello individuato da tempo su cui doveva sorgere la scuola ed appare anche azzardato, in un territorio così compromesso dall’edificazione non regolata da oltre trent’anni, richiedere ancora al Consiglio di deliberare “in variante allo strumento urbanistico” quando il Piano Regolatore sappiamo essere da tempo pronto da portare all’esame dell’ Aula.
I Consiglieri di Città Aperta esprimono forte preoccupazione per queste scelte: Torregrotta ha estremo bisogno di servizi e strutture che siano però efficienti e adeguati alle necessità della Comunità. L’attingimento al finanziamento regionale non può esimere dalla responsabilità di realizzare una struttura degna del nome Scuola che si proietti nel futuro.
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