Ponte sullo Stretto, De Luca a Germanà: smentiteci se avete gli elementi per farlo

Ponte sullo Stretto: C. De Luca a Germana': smentiteci se avete gli elementi per farlo. A questa truffa di Stato diciamo NO e siamo pronti a reagire per difendere la Sicilia e i siciliani.  Messina, 26/04/2024 - "È chiaro che il buon Ninitto Germana' ancora una volta non ha capito cosa sta accadendo. Poco male, ancora una volta proviamo a spiegarglielo magari gli facciamo un disegnino così gli viene più facile. Rispetto alle considerazioni sulla partecipazione ai nostri eventi neanche rispondiamo... Per noi parlano le immagini che mostrano il popolo libero. Abbiamo denunciato ieri sera a Torre Faro la truffa di Stato che il buon Matteo Verdini sta mettendo in atto ai danni della Sicilia e dei Siciliani. Germana' se ne ha gli elementi risponda nel merito delle verità che ieri sera abbiamo portato a conoscenza della città.  Inutile tentare di sviare il discorso. Germana' e Salvini scendano in piazza a smentirci. Qualcosa mi dice però che questo non avverrà perché abb

VENDITA DI BAMBINI TRA TORTORICI, LA SVIZZERA E LA ROMANIA: A UNOMATTINA LA VICENDA SVENTATA SUI NEBRODI

Il 25 febbraio i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina notificano 6 provvedimenti di fermo d’indiziato di delitto per riduzione in schiavitù. La Direzione Distrettuale Antimafia destina gli stessi provvedimenti a 2 cittadini rumeni: la madre e il fratello del minore promesso in vendita. Una coppia siciliana, ma residente in Svizzera, non ha esitato a pagare in contanti la somma di 30.000 euro per entrare in possesso del minore, invece di seguire la regolare procedura della richiesta di adozione

27/02/2015 - Oggi venerdì 27 febbraio, alle 7.10, nella prima pagina di Unomattina si parlerà del tentativo, sventato dalle Forze dell’Ordine e messo in atto da alcuni pregiudicati della provincia di Messina, di vendere, dopo averlo acquistato in Romania, un bambino di 8 anni per 30 mila euro. Una coppia della provincia messinese ma da anni residente in Svizzera, si rivolge ad un pregiudicato di Tortorici, in provincia di Messina, affinché dietro il pagamento di 30.000 Euro, individuasse una famiglia disposta a cedere loro il proprio figlio. Dopo pagamento, avvenuto lo scorso 17 gennaio, in una zona impervia tra le montagne dei Nebrodi, con modalità che hanno testimoniato la sicura consapevolezza degli indagati di commettere un grave reato avviene l'incontro. Subito dopo un altro complice di Tortorici, già noto alle Forze dell’Ordine, inizia le ricerche del bambino per i 'committenti', dapprima nella Sicilia Occidentale in ambienti degradati e mal frequentati, appoggiandosi a pregiudicati di varie nazionalità, ma senza successo.

Così l'uomo lascia la Sicilia per recarsi in Toscana e successivamente in Romania, dove entra in contatto con un pregiudicato brindisino ma domiciliato in Romania: qua la ricerca è stata fruttuosa, viene individuata in breve tempo una famiglia disposta a vendere uno dei numerosi figli. Lo scorso 25 febbraio i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina notificano 6 provvedimenti di fermo d’indiziato di delitto per riduzione in schiavitù. La Direzione Distrettuale Antimafia destina gli stessi provvedimenti a 2 cittadini rumeni: la madre e il fratello del minore promesso in vendita. La coppia siciliana, ma residente in Svizzera, non ha esitato a pagare in contanti la somma di 30.000 euro per entrare in possesso del minore, invece di seguire la regolare procedura della richiesta di adozione.

I FATTI

Nella giornata del 25 febbraio, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Messina hanno notificato 6 provvedimenti di fermo d’indiziato di delitto emessi dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia ad altrettanti cittadini italiani ed eseguito altri analoghi provvedimenti d’iniziativa all’indirizzo di 2 cittadini rumeni. A tutti viene contestato il reato di riduzione in schiavitù.

La complessa e delicata indagine si è dipanata tra la Sicilia, la Toscana, ove uno dei fermati poteva vantare solidi appoggi, e la Romania, consentendo ai militari di sventare il tentativo ordito da alcuni pregiudicati della provincia di vendere un bambino, dopo averlo acquistato in Romania, ad una coppia della zona, animata dal desiderio di avere un figlio e che non ha esitato a pagare in contanti la somma di 30.000 Euro per entrare in possesso del minore, invece di seguire la regolare procedura della richiesta di adozione.

La coppia della provincia messinese ma da anni residenti in Svizzera, infatti, tramite NIBALI Vincenzo, classe ’68 di Castell’Umberto (ME), si sono rivolti ad un pregiudicato di Tortorici (ME), GALATI RANDO Aldo, classe ’61, affinché dietro il pagamento di un prezzo, 30.000 Euro, individuasse una famiglia disposta, a cedere loro il proprio figlio. Il pagamento è avvenuto lo scorso 17 gennaio, al buio, in una zona impervia tra le montagne dei Nebrodi, con modalità che hanno testimoniato la sicura consapevolezza degli indagati di commettere un grave reato. Subito dopo un quinto soggetto, GALATI RANDO Franco, classe ’69 e anch’egli di Tortorici e già noto alle Forze dell’Ordine, ha iniziato le ricerche del bambino confacente ai desiderata dei committenti, dapprima nella Sicilia Occidentale in ambienti degradati e mal frequentati, appoggiandosi a pregiudicati di varie nazionalità, tuttavia sempre senza successo.

Per questo motivo GALATI RANDO Franco ha lasciato la Sicilia, recandosi dapprima in Toscana e successivamente in Romania, dove è entrato in contatto con un pregiudicato brindisino ma domiciliato in Romania, CALIANNO Vito, classe ’72, che gli ha offerto il suo aiuto per muoversi in ambienti degradati delle periferie rumene. La ricerca è stata in questo caso fruttuosa, avendo il CALIANNO individuato in breve tempo una famiglia disposta a vendere uno dei numerosi figli.

L’aberrante commercio ha avuto la sua concretizzazione lo scorso 23 febbraio quando i due pregiudicati italiani, con la madre rumena del piccolo venduto come un oggetto, lo stesso minore ed uno dei suoi fratelli maggiorenni, sono partiti in auto dalla Romania alla volta della Sicilia. Da quanto è emerso dalle indagini, la presenza della madre 36enne e del fratello 19enne, aveva lo scopo di controllare la sistemazione trovata in Italia per il piccolo, in un ultimo afflato di spirito materno, ma anche quello, molto più censurabile, di incassare quanto pattuito e che sarebbe servito per ingrandire la casa di famiglia in Romania.

L’intento criminoso è stato tuttavia sventato dai Carabinieri appena il quintetto è sbarcato al porto di Messina. Qui sono stati fermati i quattro col bambino provenienti dalla Romania, mentre i restanti protagonisti della vicenda, che attendevano la consegna a Tortorici, sono stati sottoposti allo stesso provvedimento poco dopo. Nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti è stata rinvenuta e sottoposta a sequestro abbondante documentazione utile al prosieguo delle indagini nonché munizionamento di vario calibro illegalmente detenuto.

Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria le due donne sono state condotte presso la Casa Circondariale di Catania, mentre i sei uomini presso quella di Messina Gazzi, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Il minore invece è stato affidato, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Messina, ad una locale struttura assistenziale.

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