Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr, nelle mani della criminalità organizzata

Le mani della criminalità organizzata sui Fondi Ue: ecco come in Italia si bruciano i soldi del Pnrr.  La metà delle indagini relative alle frodi sui fondi Ue riguardano l'Italia (6 su 12 miliardi complessivi di danno stimato). E sulla maggior parte di queste c'è l'ombra della criminalità organizzata, attratta dal richiamo del flusso consistente di denaro. 4 mag 2024 - È quanto emerso il 29 e il 30 aprile a Bruxelles, nel corso dei due giorni di studio, approfondimento e confronto giuridico dedicati alla Procura europea, alle sue competenze e ai riflessi più significativi della sua azione giudiziaria. Un appuntamento che si è concluso con l'affermazione di un dato che non può lasciare indifferenti anche coloro che non sono professionisti del settore legale: l'Italia è al centro delle indagini Eppo.   Pur essendo stato pubblicato pochi giorni fa il Report 2023 - 2023 in numbers | European Public Prosecutor’s Office (europa.eu) - l'analisi dell'andamento delle

A19 PALERMO-CATANIA, GEOLOGI: “CIO' CHE STA SUCCEDENDO DIMOSTRA CHE I NODI VENGONO AL PETTINE”

Graziano : “Quello che sta succedendo dimostra che i nostri allarmi erano giustificati e che i nodi stanno progressivamente venendo al pettine Si inserisca il monitoraggio geologico post operam per non farci trovare sempre impreparati”
Roma, 12 aprile 2015 “Ciò che è accaduto in queste ore in Sicilia, sull'autostrada Palermo – Catania è l’ulteriore conferma di quanto sia fondamentale la conoscenza geologica del territorio, sia nella fase propedeutica alla progettazione, sia in quella del monitoraggio successivo all'esecuzione dell'opera, purtroppo assente anche sotto il profilo normativo. In questo caso si tratta di un’opera costruita molti decenni fa, in un periodo in cui l'approccio interdisciplinare era sconosciuto ed in cui la conoscenza geologica era marginale, se non probabilmente mancante”. Lo ha affermato poco fa Gian Vito Graziano , geologo siciliano , Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.

“Ma è pur vero che la frana, peraltro di grandissima estensione, era conosciuta - ha proseguito Graziano - e la situazione doveva dunque essere monitorata. Ma in Italia si monitorano le parti strutturali dei viadotti e delle gallerie, i cavi delle funivie, le sezioni impiantistiche, ma non si controllano mai le interazioni tra le opere e i terreni. Questo perché continua ad imperare una visione anacronistica di un territorio statico, laddove è invece scientificamente dimostrato che esso è dinamico, si evolve e reagisce all'inserimento di un'opera.

Se il pilone del viadotto autostradale è collassato, è evidente che le condizioni dei terreni al contorno si sono progressivamente modificate, sino a superare la soglia di resistenza della struttura. E' ora che i massimi organi tecnici dello Stato comprendano che la normativa sulle costruzioni deve essere modificata in questa direzione e che è necessario, anzi urgente, prevedere l'obbligo di un monitoraggio geologico periodico dopo la conclusione della costruzione dell'opera. Altrimenti i nodi continueranno a venire al pettine e noi seguiteremo a farci trovare impreparati”.

Commenti