Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

ATTILIO MANCA, LUMIA (PD): “SUL CASO MANCA NON SI SPENGA LA LUCE DELLA GIUSTIZIA”

Roma, 08 aprile 2015 – “Sul caso Attilio Manca non si spenga la luce della giustizia. Bisogna fare chiarezza. La Procura di Roma e la Commissione parlamentare antimafia possono andare fino in fondo e valutare tutti gli aspetti che i familiari, l’avvocato Fabio Repici e l’avvocato Antonio Ingroia hanno sollevato per giungere alla verità”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia a margine dell’audizione in Commissione parlamentare antimafia dell’avvocato Antonio Ingroia.
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Viterbo, ore 11:00 del 12 febbraio 2004. Un uomo riverso sul letto. Per terra una pozza di sangue. Nel braccio sinistro due buchi. A pochi metri due siringhe da insulina. Il cadavere è quello di Attilio Manca, 34 anni, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, primo urologo italiano a operare il cancro alla prostata col sistema laparoscopico. I magistrati di Viterbo sono sicuri che si tratti di un decesso per overdose, causato dall’assunzione di eroina, alcol e tranquillanti. Peccato che il giovane medico sia un mancino puro. Quei buchi dunque si trovano sul braccio sbagliato. Tutti i suoi colleghi escludono che Attilio facesse uso di droga. Solo gli «amici» siciliani accusano il giovane, ormai morto, di essere un eroinomane.

Troppe le cose che non tornano in questa storia. Per i familiari si tratta di un omicidio camuffato da suicidio. La morte del figlio, dicono, è da collegare con l’operazione di cancro alla prostata cui, nel settembre del 2003, è stato sottoposto a Marsiglia Bernardo Provenzano, capo dei capi di Cosa nostra, nascosto sotto falso nome e la cui latitanza – durata più di 40 anni –, secondo i magistrati di Palermo, fu favorita da pezzi dello Stato. Attilio avrebbe visitato e curato il boss in Italia, sia prima sia dopo l’intervento in Francia. E non è escluso che fosse presente anche in sala operatoria.

“Un suicidio di mafia. La strana morte di Attilio Manca” (Castelvecchi Editore) di Luciano Mirone sarà presentato sabato 7 febbraio alle ore 17:30 nel salone degli Specchi della Provincia. Dialogheranno con l’autore Sebastiano Ardita, Magistrato della Procura della Repubblica Messina, Francesco D’Uva, deputato al Parlamento, Enzo Guarnera, avvocato, Gianluca Manca, avvocato, fratello di Attilio, Saverio Masi, maresciallo dei carabinieri. I lavori saranno moderati da Saro Visicaro. Il Feltrinelli Point Messina curerà il desk libri. Durante l’incontro sarà presentato anche “BIBLIO’ Attilio Manca”, centro promosso dall’Osservatorio Diritti Lucia Natoli.

Quella raccontata da Mirone in questo libro è una vicenda intricata e incredibile, piena di colpi di scena e di omissioni investigative, di chiamate misteriosamente sparite dai tabulati telefonici e di strani silenzi. Una trama che porta in Sicilia, a Barcellona Pozzo di Gotto, dove la mafia ha già ucciso un giornalista, Beppe Alfano, e costruito il telecomando utilizzato per la strage di Capaci. Ma è anche la storia di un dolore immenso: quello dei familiari di Attilio Manca che ancora oggi reclamano verità e giustizia. Un’inchiesta avvincente, che cerca di fare luce su uno dei casi più clamorosi dell’ultimo decennio.

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