Centri antiviolenza, Case rifugio: in Sicilia e nelle Isole l'88,6% hanno un ente promotore privato

L’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità rendono disponibile, tramite uno specifico sistema  informativo, un quadro integrato e tempestivamente aggiornato di informazioni ufficiali sulla  violenza contro le donne in Italia 2 . L’obiettivo è fornire dati e indicatori statistici di qualità che  offrano una visione di insieme su questo fenomeno attraverso l’integrazione di dati provenienti da  varie fonti (Istat, DPO, Ministeri, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centri antiviolenza,  Case rifugio e altri servizi come il numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking. 14/04/2025 -  Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.  Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.  Sono 4.157 i minori ospiti de...

LA STRAGE DI CAPACI: 23 ANNI VENIVA UCCISO IL GIUDICE FALCONE, LA MEMORIA E I TESTIMONI

22/05/2015 - "Voci del Mattino", la trasmissione che dalle 6.05 alle 8.00 apre la programmazione di Radio1 Rai, il 22 maggio sarà dedicata all'anniversario della strage di Capaci. Paolo Salerno proporrà le interviste alle vedove di due degli agenti della scorta di Giovanni Falcone, Vito Schifani e Antonio Montinaro, e avrà come ospiti Alfredo Morvillo, magistrato e fratello della moglie di Falcone, e Carla Del Ponte, ex magistrato svizzero, che collaborò con Falcone e insieme a lui sfuggì all'attentato dell'Addaura. Con Lorenzo Baldo, vicedirettore di "Antimafiaduemila", farà il punto inoltre sulle vicende giudiziarie che in questi 23 anni hanno seguito la strage.

Il 23 maggio 1992 sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci, in territorio di Isola delle Femmine, a pochi chilometri dall'aeroporto di Palermo e dalla stessa città l'attentato mafioso nel quale persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro. Gli unici sopravvissuti furono Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e Giuseppe Costanza. La strage di Capaci fu un attentato compiuto con inusitata ferocia da Cosa Nostra, che aveva progettato e deciso la morte di Giovanni Falcone nel corso di riunioni segrete delle "Commissioni" regionale e provinciale.

Tra settembre e dicembre 1991 il boss dei boss Salvatore Riina, riunitosi nei pressi di Castelvetrano assieme a Matteo Messina Denaro, Vincenzo Sinacori, Mariano Agate, Salvatore Biondino e i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, vennero decisi gli attentati contro il giudice Falcone, l'allora ministro Claudio Martelli e il presentatore televisivo Maurizio Costanzo. In seguito alla sentenza della Cassazione che confermava gli ergastoli del Maxiprocesso (30 gennaio 1992), la "Commissione provinciale" di Cosa Nostra decise di dare inizio agli attentati, con l' uso di kalashnikov, fucili e revolver; qualche tempo dopo però Riina fece tornare il gruppo di fuoco perché voleva che l’attentato a Falcone fosse eseguito in Sicilia adoperando l'esplosivo.

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