1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

CAROVANA ANTIMAFIE 2015, TEMA: LE PERIFERIE MA NON DELLA SICILIA

A Reggio Calabria la conferenza stampa di presentazione della Carovana antimafie 10 giugno ore 11, Salone dei Lampadari
09/06/2015 - Partirà da Reggio Calabria il 10 giugno l’edizione 2015 della Carovana Internazionale Antimafie, promossa da Arci, Libera, Avviso Pubblico, Cgil, Cisl e Uil.
“Le periferie al centro” è il tema prescelto per il viaggio di quest’anno: la Carovana sceglie di entrare nelle periferie dove forti sono le spinte all’illegalità, per supportare le realtà positive che in questi contesti fanno quotidianamente resistenza. Le periferie del nostro paese rappresentano infatti quei fili attraverso i quali si può riannodare la società “spezzata”: la Carovana raccoglierà una serie di esperienze, nei quartieri più difficili d’Italia, con l’obiettivo di conoscere meglio queste realtà e di acquisirne le buone pratiche ma anche i disagi.
La Carovana Antimafie partirà subito dopo la conferenza stampa di presentazione, che si terrà il 10 giugno alle 11 presso il Salone dei Lampadari del Comune di Reggio Calabria.
Introduce Alessandro Cobianchi coordinatore Carovana Antimafie, Arci.

Intervengono:
Giuseppe Falcomatà sindaco di Reggio Calabria
Maurizio Bernava Segretario Confederale Cisl nazionale
Mauro Sasso Uil nazionale
Michele Gravano Segretario Generale Cgil Calabria
Mimmo Nasone referente regionale Libera
Salvatore Matrici Sindaco di Condofuri (RC) e vicepresidente Avviso Pubblico
Maria Antonietta Sacco Assessore del Comune di Carlopoli (CZ) e coordinatrice regionale Avviso Pubblico
Antonio Viscomi docente universitario
Salvatore De Siena Il parto delle nuvole pesanti

Nel corso della conferenza stampa sarà presentato il calendario con le tappe della Carovana per il 2015 e il programma con le prime iniziative.
Il viaggio proseguirà per tutto il mese di giugno, attraversando Calabria, Basilicata, Campania, Lazio, Umbria, Marche, Emilia Romagna, Toscana, per concludere la prima parte a Bruxelles il 30 giugno e ripartire di nuovo a settembre. Nei mesi di settembre e ottobre sarà nel resto d’Italia e poi in Belgio, Spagna, Malta, Romania, Germania, Francia. Saranno coinvolti nelle varie tappe magistrati, sindaci, operatori sociali, cittadine e cittadini.


La carovana delle/nelle periferie

Nel 2015 siamo ancora in viaggio per rafforzare il nostro impegno, volto a costruire una società alternativa alle mafie.
Le nostre mete sono le periferie. Luoghi che per definizione sono “esterni a qualcosa”, “marginali”, lontani dal centro.
Carovana antimafie ha scelto sin dalla sua prima edizione, nel 1994, di non separare il concetto di legalità da quello di giustizia sociale, poiché ogni forma di rispetto delle leggi richiede in primis la sostanza di una concreta adesione di queste ai valori costituzionali. Solo in questo modo è possibile garantire la dignità umana, l’utilità sociale, l’uguaglianza sostanziale.
Una società che vuole davvero sconfiggere le mafie deve preoccuparsi anzitutto di essere inclusiva, a partire da tutti coloro che vivono “lontani dal centro”: i marginali, i periferici appunto, siano essi persone, comunità intere o popoli.
I luoghi periferici sono il tessuto più vulnerabile all’infiltrazione mafiosa, alla sua violenza e sopraffazione da cui partire e il più propizio su cui continuare ad autorigenerarsi.
Le mafie sono un agente di marginalità. Sguazzano nel degrado e nei quartieri disagiati ma di questo degrado sono le principali responsabili: il loro illecito arricchimento ha come conseguenza l’impoverimento di tutti.
L’azione delle mafie, nella ricerca del profitto illecito, ha come conseguenza il rendere le persone sempre più marginali, periferiche rispetto alla solidarietà, al bene comune, allo sviluppo sostenibile, ai diritti.

La Carovana nel suo percorso intende scrivere e spedire delle cartoline, come si faceva una volta nei viaggi, per raccontare cosa accade nei quartieri, in quelli “invisibili” e in quelli divenuti “fin troppo visibili”, ma non per questo meno periferici. Per farlo dobbiamo calarci nella realtà dei luoghi per cogliere i semi di giustizia, per innaffiare i germogli.
Proprio le periferie, nelle intuizioni di Pasolini, sono “luoghi socialmente caratterizzanti”, in cui più che altrove convivono, da un lato emarginazione e criminalità, dall’altro la partecipazione sociale, dove modernità e arcaicità si confondono non solo nell’urbanistica ma anche nelle abitudini stesse delle persone che le vivono. Marc Augè nel definire le periferie “non luoghi” contrapponendole ai “luoghi”, cioè gli spazi dove ci si riconosce e quindi gli spazi dell’identità, precisa nello stesso tempo che quelli che sono luoghi per taluni, sono non luoghi per altri. Da qui il punto di partenza del nostro viaggio, leggere e restituire ai “non luoghi” la dignità di “luoghi” per tutti.
Abbiamo già attraversato negli anni precedenti città, paesi, piccoli borghi, d’Italia e d’Europa, con la voglia di capire, di denunciare ma soprattutto supportare tutti coloro che di fronte alla forte pressione della criminalità necessitino di supporto, di condivisione nell’azione di resistenza.
Le periferie del nostro Paese rappresentano quei fili attraverso i quali riannodare la società “spezzata”. In tanti luoghi periferici esistono amministratori locali più esposti, che subiscono intimidazioni a causa del loro operare a favore della legalità contro mafie e corruzione, ci sono associazioni, sindacati, singoli cittadini, scuole e comunità attive foriere di buone pratiche, di azioni quotidiane di valorizzazione dell’altro, chiunque esso sia. Ma sappiamo anche che in molti luoghi è l’azione indifferente o la superficialità a essere la migliore complice dell’azione criminale.
Carovana antimafie, fedele alla suo storia, intende sconfinare nei non luoghi sentendoli come luoghi, cercare e animare gli anticorpi alle mafie nei territori. Per farlo sarà necessario conoscere i codici di ciascuna periferia, perché non basta lambirla, ma bisogna attraversarla lasciandosi contaminare e introducendo segnali forti e chiari di lotta e di resistenza.

“Le parole della Carovana delle/nelle periferie” da individuare a seconda delle vertenze territoriali:
Lavorare, studiare, comunicare, fare sport, amministrare, coltivare il territorio, consumare, abitare, giocare, fare figli, associarsi, pregare, ricerca, riutilizzare, spettacoli, fare cultura, povertà, beni confiscati, suonare, muoversi, respirare, amare, acqua (sono alcune delle parole, utili per redigere il documento e definire le tappe, ovviamente ognuna declinata sul tema dell’antimafia sociale per non rendere il tema troppo astratto).
















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