Appalti pubblici, Antoci dopo il caso Palermo: "La digitalizzazione degli appalti non diventi una nuova zona grigia del malaffare”

SANITÀ E APPALTI DIGITALI, L’UE CHIAMATA A CHIARIRE DOPO IL CASO PALERMO.  Antoci: “La tecnologia negli appalti pubblici deve rafforzare la trasparenza, non renderla aggirabile.  La digitalizzazione degli appalti   deve diventare garanzia di integrità, non una nuova zona grigia dove il malaffare si reinventa.”   Bruxelles, 11/04/2025 – Un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo ha svelato un inquietante meccanismo di manipolazione delle gare pubbliche gestite attraverso piattaforme digitali. In particolare, un funzionario dell’Arnas Civico, con la complicità di soggetti privati, avrebbe eluso i controlli del sistema telematico di gara, suggerendo modifiche tecniche a un’impresa per farle ottenere l’appalto, in violazione della normativa e dei principi di imparzialità e concorrenza. Di fronte a questo allarmante caso, l’europarlamentare Giuseppe Antoci ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere quali misure intenda adotta...

LEONARDO SCIASCIA: “LA MAFIA SI COMBATTE COL DIRITTO, NON CON I CORTEI”

A Leonardo Sciascia è dedicato lo speciale “Se la memoria ha futuro”, con Paolo Mieli, in onda martedì 25 agosto alle 21.30 su Rai Storia. Il documentario ripercorre la sua storia, dagli anni del fascismo al dopoguerra, dai primi romanzi fino alle polemiche sull’antimafia e alle grandi battaglie intellettuali per una giustizia “giusta”

24/08/2015 - È stato il primo a raccontare cos’era la mafia e ha anche proposto come combatterla e sconfiggerla, senza mai dimenticare il valore della giustizia e della libertà, senza mai arrendersi all’arroganza del potere. A Leonardo Sciascia, uno dei più importanti intellettuali europei del Novecento, è dedicato lo speciale “Se la memoria ha futuro” proposto da “Italiani”, con Paolo Mieli, in onda martedì 25 agosto alle 21.30 su Rai Storia. Il documentario ripercorre la sua storia, dagli anni del fascismo al dopoguerra, dai primi romanzi che raccontano la mafia agli italiani agli editoriali corrosivi e scomodi del “Corriere della sera”, fino alle polemiche sull’antimafia e alle grandi battaglie intellettuali per una giustizia “giusta”.

“La mafia si combatte non con la tensione delle sirene, dei cortei e della terribilità. La mafia si combatte col diritto” scriveva Sciascia negli anni della reazione del Paese all’offensiva scatenata dalla mafia tra il 1978 e il 1983, preoccupato di difendere i principi democratici più importanti, quelli su cui si fonda lo Stato, e di non sacrificarli all’emergenza. Parole spiazzanti e controcorrente che paiono demolire i miti che lui stesso aveva contribuito a creare. Uno di questi è il carabiniere protagonista del celebre racconto “Il Giorno della Civetta” che tanto assomigliava al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, l’ufficiale incorruttibile arrivato dal nord per sconfiggere Cosa Nostra e ucciso in un agguato mafioso nel settembre 1982. Sciascia è stato un narratore capace di anticipare nella finzione, la logica spietata del crimine, un intellettuale lucido, intento a coltivare un senso più profondo della giustizia, contro ogni ipocrisia del potere. Ma anche un politico tenace, scomodo, deciso a impegnarsi in prima persona per far chiarezza sulle vicende oscure della storia.

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