Ponte sullo Stretto di Messina, Ciucci: Il via libera del Cipess è previsto a giugno

PONTE STRETTO, AD CIUCCI: AVVIO LAVORI IN ESTATE: " Il via libera del Cipess è previsto a giugno e consentirà di potere avviare la progettazione esecutiva e il programma delle opere anticipate, quali accantieramento, bonifica da ordigni bellici, indagini archeologiche e, in maniera graduale, le procedure espropriative. " Roma, 12 aprile 2025 - L’amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, intervistato dal nuovo settimanale economico “Moneta”, traccia lo stato di avanzamento del ponte sullo Stretto di Messina. Nell’intervista, Ciucci ha ricordato lo stato dell’iter - che lo scorso mercoledì ha registrato l’approvazione del report IROPI dal Consiglio dei Ministri – mentre sono in corso di predisposizione le comunicazioni al Ministero dell’Ambiente e alla Commissione Europea per gli aspetti relativi alla valutazione di incidenza ambientale. Tali procedure verranno concluse dopo Pasqua.   Il via libera del Cipess, che avrà luogo a valle dell’intero iter autorizz...

CENSIS: DAL DENTISTA SENZA FATTURA IL 17,9% AL SUD E NELLE ISOLE

Censis: in 9 milioni hanno rinunciato ad una prestazione sanitaria. Il Censis rileva che 3 milioni di italiani non sono autosufficienti. Le quote più elevate sono “nei comuni con al massimo diecimila abitanti (dove oltre il 59% delle famiglie ha razionato le spese nel welfare), nelle regioni del Sud e Isole (57%). Nel Meridione "il 41% degli intervistati ha pagato prestazioni in nero"

22/10/2015) Oltre 9 milioni di italiani nel 2014 hanno rinunciato ad una prestazione sanitaria. Secondo gli ultimi dati del Censis molte famiglie rinunciano alle cure del Servizio Sanitario Nazionale e la spesa verso la sanità privata aumenta, “al 32,6% degli italiani è capitato di pagare prestazioni sanitarie o di welfare in nero”.
Resta il dato più allarmante che a causa delle lunghe liste di attesa nella sanità pubblica e dei costi di quella privata, “nel 41,7% delle famiglie almeno una persona in un anno ha dovuto rinunciare ad una prestazione sanitaria”.
Inoltre secondo il Censis in media il 14,2% degli italiani nel 2014 ha rinunciato ad andare dal dentista, percentuale che sale al 32,3% se si considerano solo le persone a basso reddito.

Inoltre il Censis rileva che 3 milioni di italiani non sono autosufficienti, con una spesa annua per le famiglie di circa 10 miliardi. Nel complesso - continua il Censis riferendosi al 2014 - circa la metà delle famiglie italiane ha dovuto rinunciare in un anno ad almeno una prestazione di welfare, dalla sanità all'istruzione, al socio assistenziale e al benessere.
Le quote più elevate sono “nei comuni con al massimo diecimila abitanti (dove oltre il 59% delle famiglie ha razionato le spese nel welfare), nelle regioni del Sud e Isole (57%), tra le famiglie monogenitoriali e i Millenials”.

Lo studio del Censis è stato realizzato per il forum Ania-Consumatori in cui si spiega che “oltre il 21% ha pagato senza fattura o ricevuta visite medico specialistiche, il 14,4% visite odontoiatriche, il 2,4% ripetizioni di matematica e di lingue e l'1,9% prestazioni infermieristiche". Nel Meridione "il 41% degli intervistati ha pagato prestazioni in nero".

La situazione dei pagamenti in nero delle prestazioni di welfare è leggermente migliore al Centro dove negli ultimi dodici mesi ha pagato senza ricevere fattura il 36,4% degli intervistati, mentre al Nord-Ovest la percentuale si ferma al 28,6% e al Nord-Est al 17,1%.
Relativamente alle sole visite mediche specialistiche, “sono state pagate in nero nel 31% dei casi al Sud, nel 23,7% al Centro, nel 19,2% al Nord-Ovest e solo nel 5% delle situazioni al Nord-Est”.

Hanno invece pagato prestazioni odontoiatriche senza fattura il 19,2% degli intervistati del Centro, il 17,9% del Sud e delle Isole, il 12,7% del Nord-Ovest e il 5,8% del Nord-Est.
Quindi il 13% delle famiglie italiane ha almeno una persona che nel 2014 ha dovuto rinunciare a sottoporsi ad una visita specialistica privata, valore che sale al 41,3% per chi percepisce un basso reddito. Per gli accertamenti diagnostici, si passa dal dato medio generale del 7,5% di 'rinunciatari', al 29% per gli indigenti.
Il taglio delle prestazioni, come rinuncia o rinvio, riguarda poi il 12% dei cittadini italiani che nell'ultimo anno ha rinunciato alla palestra e ad altri tipi di attività sportive, una percentuale che raddoppia per le persone a basso reddito.

(Regioni.it 2815 - 22/10/2015)

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