Giovedì Santo: a Caltanissetta uno dei momenti più intensi e identitari della Settimana Santa

Giovedì Santo a Caltanissetta: il cuore pulsante della Settimana Santa.    Attesa per oltre un anno, la processione del Giovedì Santo a Caltanissetta rappresenta uno dei momenti più intensi e identitari dell’intera Settimana Santa. È l’evento simbolo che unisce fede, tradizione e appartenenza in un rito collettivo che coinvolge l’intera comunità nissena e attrae ogni anno centinaia di visitatori da tutta Italia. 16/04/2025 - Per un giorno, la città si trasforma in un grande palcoscenico a cielo aperto: carico di emozioni, luci e suggestioni, dove ogni angolo racconta una storia, ogni volto rivela un senso profondo di attaccamento alla propria terra. È la giornata in cui ogni nisseno, anche chi vive lontano, sente un richiamo viscerale verso casa. Un legame indissolubile che trova la sua massima espressione nella storica processione delle Vare, i grandiosi gruppi scultorei che raffigurano le scene della Passione di Cristo e che percorrono le vie del centro cittadino in un cam...

IL BORGO ARABO DI MONFORTE SAN GIORGIO, UN GIOIELLO DA TUTELARE

Monforte S. Giorgio, 25 ottobre 2015 - Un raro esempio di borgo arabo è stato identificato e studiato di recente da Guglielmo Scoglio, responsabile dei progetti della “Cyber Community” di Monforte San Giorgio. Grazie al fatto che era abitato dalle famiglie più potenti del paese, il borgo si è salvato dalla distruzione che ha caratterizzato molti edifici del centro peloritano, tra cui il castello, l’antico ospedale e il palazzo baronale. Costruita tra il 965 e il 1061 quando il territorio era sottomesso ai Musulmani, la cittadella non possedeva muri perimetrali esterni, ma le abitazioni addossate le une alle altre formavano un fronte edilizio compatto che costituiva un efficace sistema difensivo. Le porte d’ingresso delle abitazioni erano all’interno del borgo mentre davano verso l’esterno solo porte chiudibili e piccole feritoie utili per la difesa.
Il borgo si componeva di una parte pubblica dove era posto il suq (mercato), i magazzini e la moschea, di cui ci rimane un’antica meridiana verticale che reca incise nella pietra tufacea le ore per la preghiera. A questa zona si accedeva da ampie ed alte porte che secondo le prescrizioni islamiche dovevano consentire il passaggio di due cammelli a pieno carico; di esse ce ne rimane una, quella che conduce alla piazza principale di Monforte. Della parte privata, riservata agli abitanti del borgo ci sono rimaste tutte le quattro porte di accesso, più basse poiché dovevano consentire solo il passaggio a piedi degli abitanti, contadini ed artigiani.

In questo borgo, nel maggio 1061 furono accolti festosamente i liberatori normanni guidati dai fratelli Ruggero e Roberto d’Altavilla. Essi, provenienti da Rometta passarono da Monforte diretti a Tripi dove si fermarono per la notte. Le fasi dell’arrivo dei normanni ci sono state tramandate dalla Katabba, il tradizionale concerto di campane e tamburo che viene suonata dalla torre campanaria della Chiesa di Sant’Agata ogni anno dal 17 gennaio al 5 febbraio e che termina con festosi rintocchi che esprimono il tripudio dei cittadini per l’avvenuta liberazione.
Questo antico borgo è un gioiello da tutelare e far conoscere con un’accorta azione promozionale.

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