Ponte sullo Stretto di Messina, Ciucci: Il via libera del Cipess è previsto a giugno

PONTE STRETTO, AD CIUCCI: AVVIO LAVORI IN ESTATE: " Il via libera del Cipess è previsto a giugno e consentirà di potere avviare la progettazione esecutiva e il programma delle opere anticipate, quali accantieramento, bonifica da ordigni bellici, indagini archeologiche e, in maniera graduale, le procedure espropriative. " Roma, 12 aprile 2025 - L’amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, intervistato dal nuovo settimanale economico “Moneta”, traccia lo stato di avanzamento del ponte sullo Stretto di Messina. Nell’intervista, Ciucci ha ricordato lo stato dell’iter - che lo scorso mercoledì ha registrato l’approvazione del report IROPI dal Consiglio dei Ministri – mentre sono in corso di predisposizione le comunicazioni al Ministero dell’Ambiente e alla Commissione Europea per gli aspetti relativi alla valutazione di incidenza ambientale. Tali procedure verranno concluse dopo Pasqua.   Il via libera del Cipess, che avrà luogo a valle dell’intero iter autorizz...

LE OASI DELL’IDENTITÀ, A PALAZZO BONOCORE MARTEDÌ 13 OTTOBRE

L'inaugurazione è in programma domani 13 ottobre 2015 a Palermo, Piazza Pretoria, ore 20. Palazzo Bonocore riapre le porte alla città e ai visitatori con un allestimento multimediale dedicato al patrimonio culturale e immateriale della Sicilia: il ciclo del grano, le tonnare e le vigne, la millenaria arte della ceramica, i pupi e tante altre suggestioni. Un'immersione nell'identità siciliana attraverso numerose proiezioni su giganteschi video wall e un'esposizione di manufatti

12/10/2015 - “Le oasi dell’identità” è un vero e proprio museo multimediale sul patrimonio culturale immateriale siciliano, realizzato nell’ambito del progetto omonimo, ideato e diretto da Lucio Tambuzzo, per I WORLD, finanziato dal PO FESR Linea di Intervento 312 A. L’inaugurazione di Palazzo Bonocore è fissata per martedì 13 ottobre alle 20, all’interno dei percorsi de Le Vie dei Tesori, il Festival promosso in sinergia da diverse istituzioni con capofila l’Università, in corso per altre tre week end fino all’1 novembre. Martedì dalle 22 alle 24 il museo sarà aperto al pubblico con ingresso gratuito (max 25 spettatori per volta). Piazza Pretoria, per l’occasione, sarà investita da fasci di videomapping che invaderanno palazzi, chiese e residenze attorno giungendo alla fontana.
Nei prossimi tre week end de Le Vie dei Tesori, Palazzo Bonocore aprirà il sabato e la domenica dalle 10,30 alle 13 e dalle 14,30 alle 18. Ingresso con la visita del Palazzo. Da novembre, il museo entrerà nel circuito cittadino, con orari e biglietti definiti.

Un museo in un settecentesco palazzo appena restaurato, di proprietà della Curia: sullo sfondo dei soffitti affrescati, dove si rincorrono amorini, putti e fanciulle, scorrono i tesori intangibili della Sicilia: il ciclo del grano, l’Opera dei pupi, la vita delle tonnare, i colori solari delle ceramiche tradizionali, la coltivazione dell’uva Zibibbo. Per ognuno di questi tesori, si susseguono le immagini che si sfogliano su enormi video wall: punto di partenza sono gli scatti di Melo Minnella e gli studi dell’antropologo Ignazio Buttitta, qui tradotti in immagini.

Il visitatore si troverà immerso in un mondo “liquido” e avvolgente e sarà aiutato a crearsi un percorso visivo ed emozionale dentro l’Isola. Il museo prevede un itinerario tematico suddiviso in ambienti, con sequenze video wall per un totale di 67 minuti di proiezioni.
Nelle prime due sale protagonista è la terra: il mondo contadino con i suoi riti “incisi” nel lavoro e nella fatica, e le tradizioni che scandiscono la vita quotidiana. Nel secondo percorso tematico – nella Sala del Cubo – prenderà forma il talento artigiano di pupari e ceramisti, e la devozione popolare si vestirà a festa per celebrare i suoi santi. Infine, nelle ultime due sale, sono protagonisti il paesaggio - di terra, di mare -, le furenti liturgie della mattanza – quelle di ieri e quelle di oggi – e il cibo. In ognuna delle sale saranno esposti oggetti ed esempi di arte siciliana: dalle ceramiche ai pupi, dalle piastrelle ai gioielli.


La storia. Palazzo Bonocore è una residenza aristocratica edificata all’inizio del XVI secolo: Il primo proprietario è Francesco Di Carlo che lo acquista nel 1547. Nel 1593 passa nelle mani del senatore di Palermo Stefano Conte, poi ai Gastone. Intorno alla metà del ‘700 Francesco Gastone, presidente del Tribunale, fece ampliare il palazzo per la figlia Margherita che sposa Francesco Antonio Lo Faso, duca di Serradifalco. I duchi abiteranno Palazzo Bonocore fino al 1829; ed è proprio ai Serradifalco che si deve la nuova facciata di gusto neoclassico su piazza Pretoria. Nel 1873 un ricco negoziante, Salvatore Bonocore, acquista il palazzo dall’ultima erede dei Lo Faso, Giuseppina Fardella. L’edificio oggi è di proprietà di privati, tranne il piano nobile che appartiene alla Curia Arcivescovile di Palermo che lo ha appena restaurato. La facciata su piazza Pretoria ha un pronao neoclassico; dallo scalone d’onore si accede ai saloni del piano nobile in parte affrescati.

Piazza Pretoria è chiusa su tre dei quattro lati: sulla piazza si affacciano il Palazzo Pretorio (sede del Comune) costruito nel XIV secolo e ristrutturato nel XIX secolo; la chiesa di Santa Caterina (fine del XVI secolo), e i due palazzi Bonocore e Bordonaro, fra i quali la discesa dei “musici” che immette sul Cassaro. Sul quarto lato della piazza, di fronte la chiesa di S. Giuseppe dei Teatini, una scalinata porta su via Maqueda. Al centro della piazza, la fontana Pretoria, commissionata nel 1551 da Don Luigi di Toledo - fratello di Eleonora granduchessa di Toscana e moglie di Cosimo de’ Medici - per il suo giardino di Firenze, realizzato dallo scultore fiorentino Francesco Camilliani fra il 1552 e il 1555 ed oltre. Ma Don Luigi non era in ottime condizioni economiche e fu costretto a vendere la fontana - con la mediazione del fratello Garçia (già viceré di Sicilia) - al Senato palermitano. La fontana venne acquistata l’8 gennaio 1573 per 20.000 scudi. Nel 1574, composta in 644 pezzi, la fontana giunse via mare, da Firenze a Palermo; al suo seguito, era pure Camillo, figlio di Francesco Camilliani, che provvide ad adattare, completare e sistemare i vari pezzi, fra il 1574 e il 1584 circa.

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