Gli Assessori esaminano Piano nazionale. Il deputato Rocco Crimi: “per combattere l'allarmante calo delle vaccinazioni nel nostro Paese ho deciso con alcuni colleghi di intervenire con norme idonee, presentando alla Camera un progetto di legge che reintroduce l'obbligo di vaccinazione per i bambini che frequentano le Scuole dell'obbligo”
15/10/2015 - Gli assessori alla Sanità delle Regioni nel corso della riunione della Commissione salute che si è svolta il 14 ottobre a Roma, hanno discusso anche del nuovo "Piano nazionale di prevenzione vaccinale", che si sta scrivendo in questi giorni, valutando anche la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto di vaccinazioni. "Bisogna porsi il tema ma le Regioni non vietano nulla a nessuno", ha detto il coordinatore degli assessori regionali, Sergio Venturi. “Non vietiamo l'accesso alla scuola pubblica ma ci poniamo il tema che la frequenza della scuola sia coerente alle vaccinazioni obbligatorie". Il piano vaccinale andrà probabilmente il 20 ottobre all'attenzione dei Presidenti delle Regioni nel corso della Conferenza delle Regioni e successivamente, all'esame della Conferenza Stato-Regioni.
“Il nuovo piano nazionale dei vaccini è non più rinviabile anche a fronte della recrudescenza di diverse malattie infettive", ha aggiunto il coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Sergio Venturi.
In realtà che all'accesso nella scuola sia presentato il libretto vaccinale è già previsto nel piano vaccinale attuale del ministero della Salute. Finora però anche se non si erano fatti i vaccini obbligatori, i bambini venivano ugualmente iscritti a scuola. “Bisogna porsi il tema che l'accesso alla scuola pubblica sia coerente alle vaccinazioni obbligatorie. Il diritto all'accesso agli studi - osserva il coordinatore degli assessori regionali - è costituzionale così come lo è anche il diritto alla salute. Se c'è un bambino immunodepresso il compagno di banco prende una malattia infettiva, è giusto che venga tutelato. Le Regioni dicono: discutiamo di questo tema che riguarda la salute di tutti. Il mondo è cambiato e abbiamo tassi di copertura vaccinale molto bassi. E' un tema sul quale tutti gli assessori hanno concordato che bisogna parlarne, ma non vietiamo nulla. Credo che tra Governo e Regioni se ne debba discutere e assumere una posizione", conclude Venturi.
L'ipotesi è che il nuovo "Piano nazionale di prevenzione vaccinale", che si sta scrivendo in questi giorni, e che costerà 200 milioni in più rispetto al passato, proprio per la introduzione di nuove vaccinazioni, introduca anche la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto di vaccinazioni. “Bisogna porsi il tema ma le Regioni non vietano nulla a nessuno", ha detto il coordinatore degli assessori regionali, Sergio Venturi.
In Parlamento il deputato Crimì annuncia che “per combattere l'allarmante calo delle vaccinazioni nel nostro Paese ho deciso con alcuni colleghi di intervenire con norme idonee, presentando alla Camera un progetto di legge che reintroduce l'obbligo di vaccinazione per i bambini che frequentano le Scuole dell'obbligo”.
Per la capogruppo Pd nella commissione Affari sociali, Donata Lenzi "è importante la massima attenzione sui vaccini, quindi bene le campagne informative ma è davvero eccessiva l'ipotesi di negare le iscrizioni nelle scuole ai bambini non vaccinati. Il loro diritto all'istruzione va garantito”.
Apprezzamenti arrivano da Emilia Grazia De Biasi, presidente della Commissione Sanità del Senato: “la proposta delle Regioni sui vaccini è positiva e auspico che ne venga confermato l'orientamento. Del resto, anche dal primo presidente della Corte di Cassazione arriva un’affermazione importante. Alcune malattie – prosegue la senatrice - che erano state sradicate completamente, penso ad esempio alla poliomielite, al morbillo, alla pertosse, stanno tornando e l'allarme è assolutamente giustificato. Non possiamo consentire che delle persone innocenti, dei bambini- sottolinea la De Biasi- possano avere problemi o addirittura morire. Ognuno può avere le sue convinzioni etiche, può seguire le sue medicine, però c'è un problema che riguarda l'altro. Non si puo' imporre un modo di vedere che danneggia un'altra persona". Conclude insomma De Biasi: "L'obbligatorietà delle vaccinazioni è fondamentale. Le vaccinazioni non sono solo utili, ma necessarie perché prevengono". (Regioni.it 2810)
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