Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

AREA DELLO STRETTO, UN LABORATORIO PROPOSITIVO PERMANENTE RIGUARDANTE IL SISTEMA PORTUALE

Ordine degli Architetti PPC, Ordine degli Agronomi e Forestali, Ordine Regionale dei Geologi di Sicilia, Collegio dei Geometri, Collegio dei Periti Industriali, Confindustria, Ance, Cgil, Cisl, Uil, Legambiente dei Peloritani, Inbar, Fondazione Architetti nel Mediterraneo, Inarsind, Un.I.Coop Messina, Collegio Interprovinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati di Messina – Enna
Messina, 20 novembre 2015 - In un proliferare di interventi, prese di posizione, valutazioni più o meno pertinenti, reputiamo opportuno dare questo contributo con l’obiettivo di “ricordare” alcuni fatti, cosi come registratisi dal mese di marzo 2014 all’agosto dello stesso anno e relativi ad uno dei temi più importanti che il nostro territorio affronta da anni, legato com’è, in generale, alle politiche di sviluppo strategico dell’Area dello Stretto e, in particolare, riguardanti il Piano di Riforma della Portualità e della Logistica Italiana e, quindi, alle sorti dell’Autorità Portuale di Messina.

E la rivisitazione dei fatti accaduti parte dal mese di Marzo 2014 perché in quel periodo si registra a
Messina, a nostro avviso, un momento storico per la città, rappresentato dalla volontà e dalla capacità di molte forze vive della stessa (Ordini Professionali, Imprenditori, Sindacati, Associazioni Ambientaliste e di Professionisti, Cooperative - riuniti nel Laboratorio Propositivo Permanente -) di stare insieme attorno ad un tavolo – coadiuvati da docenti universitari esperti del settore -, dibattendo ed approfondendo temi e problemi cogenti, riuscendo a fare sintesi nella condivisione delle strategie da sposare e da consegnare ai rappresentanti istituzionali (Governo regionale, Parlamento regionale, Amministrazione Comunale, Deputazione Nazionale e Regionale, Amministratori di Enti) del territorio. Rappresentanti istituzionali, che, proprio nel mese di Agosto, furono chiamati a raccolta dal
Laboratorio Propositivo Permanente e, sensibili alle sollecitazioni, si affiancarono al tavolo, creando nei fatti quel “Sistema Messina” da sempre auspicato dai più.

La posizione che fu condivisa da tutti i partecipanti al tavolo di confronto si può cosi sintetizzare:
1. verificare la fattibilità, come soluzione al problema dell’accorpamento (all’epoca ventilato) con
Catania, di Messina che mantiene la sua Autorità Portuale nella sua attuale configurazione, estesa
fino ad includere Villa San Giovanni e Reggio Calabria; soluzione caldeggiata dal “Sistema Città” in
relazione al fatto che le specificità geografiche dell’Area dello Stretto, avente tutte le potenzialità
per assurgere a polo di eccellenza intermodale dei trasporti, unite ad una innovazione e ad un
potenziamento delle infrastrutture di comunicazione, avrebbero potuto e dovuto essere governate
da un unico sistema;

2. in alternativa e solo nelle ipotesi della impraticabilità della prima soluzione, un accorpamento con
Gioia Tauro come premessa imprescindibile per portare comunque a soluzione il nodo legato al
governo dell’Area dello Stretto e concretizzare con atti chiari ed inequivocabili quei processi di
integrazione di Messina e Reggio auspicati dai più.
Ebbene, nella bozza di decreto esitata alla fine del mese di Agosto dall’allora Ministro Lupi, Messina
risultava accorpata a Gioia Tauro in una Autorità in cui traspariva la valenza dell’Area dello Stretto.
Si sostanziava di fatto, come in rarissime precedenti occasioni, la volontà di una Città che era riuscita a
farsi ascoltare nelle sue valutazioni ed esigenze.

Da allora i fatti sono sotto gli occhi di tutti: è stato rimesso in discussione tutto, senza che nessuno di
coloro che ne avevano le possibilità (avendo conoscenza dei fatti) abbia sentito l’esigenza di informare la “Città” delle circostanze nuove (ma quali sono?? sono legate, per caso, alla volontà dei pochi rispetto a quella dei più?), circostanze che, se conosciute per tempo avrebbero potuto e dovuto portare il “Sistema Messina” a riattivare il confronto interno, propedeutico alla necessaria ripresa, con rinnovata forza, di una interlocuzione con il Governo mirata a ribadire, eventualmente, le posizioni già espresse.
Ribadire, perché nessuno dei soggetti presenti ad Agosto 2014 al tavolo e costituenti il Laboratorio
Propositivo Permanente ha poi formalmente espresso dubbi o cambi di posizione.
E allora? Cosa succede? E’ possibile che, come pare, tutto si riduca al problema di individuare il
nominativo di colui che dovrà presiedere la nuova Autorità Portuale? Questo sarebbe l’ultimo dei problemi che interessano ai messinesi.

E la posizione condivisa dal “Sistema Messina” poco più di un anno fa non può che uscire rafforzata
ancora oggi alla luce, tra l’altro, del raddoppio del Canale di Suez; lo Stretto di Messina si è rafforzato di una posizione strategica che può e deve rappresentare la nuova frontiera per un piano di sviluppo economico e sociale che punti sul trasporto marittimo.
Messina non può e non deve accettare che “altri” decidano al Suo posto,negando alla città di “fare
sistema”, di collegarsi a realtà come il porto di Gioia Tauro per giocarsi nel modo migliore le carte di una piattaforma logistica, capace di attrarre merci e capitali in arrivo, appunto, da Suez e dell’area del vicino Oriente.

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