Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

ARRESTI MESSINAMBIENTE, GENOVESE (CISL): « È IL MOMENTO DI UNA PROFONDA RIFLESSIONE »

Polizia e carabinieri hanno eseguito un misura cautelare ai domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti di 5 persone, tra dirigenti di Messinambiente ed imprenditori, nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Messina, diretta da Guido Lo Forte, su appalti e mazzette. Il provvedimento scaturisce da un'indagine avviata nel 2013 dalla quale è emersa la violazione della normativa prevista dal codice degli appalti

Messina, 11 novembre 2015 – La Sezione di Polizia Giudiziaria-Aliquota Polizia di Stato della Procura di Messina, unitamente a personale del locale Nucleo Investigativo del Comando Provinciale CC, ha eseguito stamane una Misura Cautelare, con cui il Gip c/o il Tribunale di Messina Dott. Giovanni De Marco, su richiesta del Procuratore Agg. Dott. Sebastiano Ardita e dal Sost. Proc D.ssa Stefania La Rosa, disponeva gli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di:

1. DI MARIA Armando, cl. 55, già A.U. e poi liquidatore della società MESSINAMBIENTE S.p.a.;

2. INFERRERA Antonino, cl. 70, funzionario amministrativo-contabile della società MESSINAMBIENTE S.p.a.;

3. BUTTINO Antonio, cl. 73, broker assicurativo e titolare della società BCM Insurance Broker S.r.l. con sede in Barcellona P.G.;

4. DE VINCENZO Marcello, cl. 65, titolare della società MEDITERRANEA A. S.r.l.

5. GENTILUOMO Francesco, cl. 70, titolare della società GENTILUOMO S.r.l.;

Il provvedimento scaturisce da una complessa e articolata indagine avviata nel 2013 e protrattasi sino ad oggi, nel corso della quale è stata sottoposta a vaglio l’intera gestione di Messinambiente S.p.a., importante società pubblica (il cui capitale è interamente detenuto da enti locali) che per conto del Comune di Messina gestisce la raccolta e lo smaltimento RSU.

Dall’analisi della gestione operativa e finanziaria dell’Ente, in un ampio arco di tempo compreso tra il 2009 e il 2014, sono emersi una serie di profili di rilevanza penale che discendono principalmente dalla sistematica violazione della normativa prevista dal codice degli appalti per quel che concerne l’acquisizione di servizi e forniture da parte di enti e società pubbliche, e dalla fallimentare conduzione economica dell’ente, nonostante l’adozione di un indirizzo privatistico che avrebbe quantomeno dovuto produrre economie di gestione. Invece veniva registrato dal 2009 al 2013 un risultato operativo negativo ammontante a € -25.764.066, con perdite d’esercizio ammontano a complessivi € 31.828.559, tanto che nel 2012 la società veniva posta in liquidazione.

In questo arco temporale la gestione dell’ente è stato accentrata nelle mani di Armando DI MARIA (prima come D.G., poi A.U. e infine liquidatore della società sino al 2014, data in cui subentrava Alessio CIACCI), personaggio privo di qualsiasi competenza manageriale, che ha demandato quasi interamente ai privati i servizi di competenza dell’ente, ivi compresi quelli rientranti nel core business dell’azienda: dalla raccolta RSU, per lunghi periodi affidata alla ditta SEAP di Agrigento, alla manutenzione di mezzi e cassonetti interamente demandata a ditte esterne, tra cui la MEDITERRANEA A. del DE VINCENZO Marcello, che faceva la parte del leone, e la GENTILUOMO S.r.l. di GENTILUOMO Francesco.

Le indagini hanno permesso di appurare che in questi anni un ruolo preminente è stato assunto dal contabile della società INFERRERA Antonino, che diveniva il braccio destro di DI MARIA, al punto da influire sulle più rilevanti decisioni riguardanti la scelta dei partners privati di Messinambiente, spesso amici personali dello stesso INFERRERA, sia sull’ordine preferenziale e sull’entità dei pagamenti erogati ai fornitori; ciò gli consentiva di rafforzare oltremodo la sua capacità d’influenza sulle ditte esterne.

A fronte di affidamenti di servizi e consulenze a vantaggio di imprenditori e professionisti “amici”, scelti in modo del tutto discrezionale e spesso senza una contropartita in termini di efficienza, qualità ed economicità del servizio reso, riceveva illecite retribuzione dell’ordine di diverse migliaia di euro dai privati, sotto forma di servizi e consulenze fittizie conferiti a due società dallo stesso gestite: la FINCONSULTING e la FIN.SERVICE S.r.l..

Emblematici i casi della società MEDITERRANEA A. di Marcello DE VINCENZO cui veniva in un primo tempo affidato il servizio di manutenzione e sanificazione dei cassonetti, in precedenza svolto con mezzi e personale di Messinambiente, e subito dopo la manutenzione dei mezzi di Messinambiente, pur non avendo la ditta alcuna esperienza nel settore, che generava profitti in un quinquennio per circa € 2.600.000. Analogo discorso per GENTILUOMO Francesco, cui veniva affidato un servizio di pronto intervento su mezzi di Messinambiente, nonostante la ditta fosse priva di operai specializzati, operando principalmente nel settore del noleggio di mezzi e macchine industriali: GENTILUOMO Francesco percepiva, unitamente alla ditta del fratello Santi, per soli interventi di manutenzione oltre € 1.000.000 dal 2009 al 2013, cui devono aggiungersi le vendite all’ente di diversi mezzi industriali. Ed, infine, il caso di BUTTINO Antonino, un broker assicurativo di Barcellona P.G., non molto conosciuto sul mercato, che subentrava alla compagnia SAI nella gestione di tutti i contratti assicurativi (sia RC auto che di altro tipo) dei mezzi di Messinambiente, percependo una commissione del 15% sull’importo lordo dei contratti stipulati, ed incassando commissioni per circa € 350.000 in tre anni.

In concomitanza con questi affidamenti le società di INFERRERA ricevevano dai predetti imprenditori e professionisti, incarichi di consulenza, che le indagini hanno dimostrato essere fittizi, per giustificare le dazioni di denaro al suddetto funzionario: questi riceveva dal 2011 al 2014 circa € 52.000 da BUTTINO, circa € 41.000 da DE VINCENZO, e circa € 10.000 da GENTILUOMO.

«La nuova bufera su Messinambiente dimostra come nel ciclo dei rifiuti non bisogna mai abbassare la guardia, bisogna stare sempre attenti e come gli interessi che gravitano intorno a questa materia continuano a travalicare quella della buona amministrazione, della correttezza e della legalità». È il commento del segretario generale della Cisl Messina, Tonino Genovese, alla notizia delle ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta su Messinambiente effettuate nella mattinata dalla Procura della Repubblica di Messina. «Diventa fondamentale – continua Genovese - alzare la guardia sulla gestione dei servizi pubblici sul nostro territorio entrando nel merito dell’utilizzo delle risorse e dei percorsi utilizzati per la gestione e l’amministrazione degli appalti e dei subappalti».

Genovese invoca la necessità di un immediato confronto. «Un momento di riflessione diventa fondamentale – precisa - tenuto conto che i costi di servizi adesso al minimo storico sono schizzati alle stelle e che i lavoratori hanno il diritto di essere messi nelle condizioni di dare il loro contributo con serenità e legalità. Serve un confronto condiviso e trasparente che coinvolga tutte le forze in campo, dall’Amministrazione alle Organizzazioni sindacali e ai portatori di interessi, per decidere una volta e per tutte qual è lo strumento migliore di governo e gestione dei servizi pubblici del comune di Messina».

Il segretario generale della Cisl messinese, infine, affronta il tema dell’accorpamento delle Municipalizzate. «Visto il momento, prima di procedere alla costituzione di Multiservizi o SuperAmam, è forse il caso di verificare sino in fondo tutti gli aspetti che entrerebbero in gioco mettendo insieme settori delicati e con tanti interessi, per evitare che sia compromessa l’attività, non si riesca ad offrire servizi adeguati e che, alla fine, la gestione economica sia scaricata tutto sui cittadini».

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