Assegno Unico Universale: 5.986.678 i nuclei famigliari che hanno ricevuto l’assegno nel 2025, per un totale di 9.468.053 figli

ASSEGNO UNICO UNIVERSALE: nei primi due mesi del 2025 erogati 3,3 miliardi euro, con riferimento a 9,5 milioni di figli e 6 milioni di nuclei familiari Roma, 16 aprile 2025 - Nei primi due mesi del 2025 sono stati erogati alle famiglie assegni per 3,3 miliardi di euro, che si aggiungono ai 19,8 miliardi del 2024, ai 18,2 miliardi del 2023 e ai 13,2 miliardi di erogazioni di competenza del 2022. Sono i dati contenuti nell’aggiornamento dell’Osservatorio Statistico sull’Assegno Unico Universale (AUU) pubblicato oggi con riferimento al periodo marzo 2022 – febbraio 2025, che contiene al suo interno anche i dati relativi all’AUU destinato ai nuclei percettori di Reddito di Cittadinanza (RdC) fino a dicembre 2023.  Sono 5.986.678 i nuclei famigliari che hanno ricevuto l’assegno nel 2025, per un totale di 9.468.053 figli: l’importo medio per figlio a febbraio 2025, comprensivo delle maggiorazioni applicabili si attesta su 175 €, e va da circa 58 € per chi non presenta ISEE o ...

“CATANIA BENE” DI SEBASTIANO ARDITA A VILLA PICCOLO IL 4 DICEMBRE LA PRESENTAZIONE

CAPO D’ORLANDO,01/12/2015 – Venerdì 4 dicembre alle 17,30 a Villa Piccolo (Strada Statale 113, Capo d'Orlando), è in programma la presentazione del saggio "Catania bene - Storia di un modello mafioso che è diventato dominante" del magistrato Sebastiano Ardita (edito da Mondadori).
L'incontro è organizzato dalla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella. Introdurrà Giuseppe Benedetto (Presidente della Fondazione Piccolo). Relatore il giornalista Nicola Biondo. Interverrà, inoltre, Massimo Cambria, Commissario straordinario dell'Ordine degli Avvocati di Patti. Sarà presente l’Autore. Ingresso libero.

Quarantanove anni, catanese, attuale Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Messina, Sebastiano Ardita ha avuto il suo “esordio” proprio a Catania, divenendo componente della Direzione Distrettuale Antimafia. Si dimostra profondo conoscitore delle strutture intrigate di quella che viene ormai definita "Cosa nostra 2.0". Come un fuoco che cova sotto la cenere, sta divorando la legalità nel Paese. Agisce sottotraccia, s'insinua e si mimetizza nell'economia e nella politica, vuole far dimenticare gli anni delle stragi, anzi la sua stessa esistenza. Adotta la strategia dell' "inabissamento" e delle collusioni. Un metodo sperimentato con successo in un contesto forse poco familiare alla memoria collettiva: la Catania dei lontani anni Ottanta.

Sebastiano Ardita, magistrato in prima linea nel contrasto al fenomeno mafioso, ci conduce nelle viscere di quella città dai volti contrastanti, con il benessere dei quartieri alti che si contrappone al disagio sociale delle periferie, dove i ragazzi abbandonati al loro destino sono facile preda del reclutamento malavitoso. Una città abitata da gente operosa e intraprendente, ma costretta a subire e indotta a ignorare per troppo tempo la presenza della criminalità organizzata. È in questa realtà che Nitto Santapaola, vincitore della guerra interna alla mafia catanese combattuta tra il 1978 e il 1982, elabora la sua linea operativa nei confronti delle istituzioni, diametralmente opposta a quella di Riina e Provenzano: "Mentre a Palermo i Corleonesi attaccavano lo Stato e ne stimolavano gli anticorpi, a Catania si costruivano relazioni occulte".

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