Gioiosa Marea: «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», una rete di collaborazione tra le Associazioni Pro Loco

I l 1° Seminario di Studi «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», promosso dalla Pro Loco di Gioiosa Marea. Il seminario si è  avvalso della competente presenza del prof. Filippo Grasso, docente di  Scienze del turismo, della cultura e d'impresa  presso l'Università di Messina. Coinvolti, oltre alle Associazioni Pro Loco territoriali, i protagonisti della filiera turistica. Gioiosa Marea, 10 luglio 2025 -  Lo scorso 8 luglio 2025, presso il Circolo Roma di Gioiosa Marea si è svolto il 1° Seminario di Studi «Le Pro Loco artefici del turismo sostenibile e di qualità», promosso dalla Pro Loco di Gioiosa Marea con l'intento di creare una rete di collaborazione e sinergia tra le Associazioni Pro Loco aps di prossimità. Il seminario si è  avvalso della competente presenza del prof. Filippo Grasso, docente di Scienze del turismo, della cultura e d'impresa presso l'Università di Messina e riconosciuto esperto di turismo, che ha illustrato...

“CATANIA BENE” DI SEBASTIANO ARDITA A VILLA PICCOLO IL 4 DICEMBRE LA PRESENTAZIONE

CAPO D’ORLANDO,01/12/2015 – Venerdì 4 dicembre alle 17,30 a Villa Piccolo (Strada Statale 113, Capo d'Orlando), è in programma la presentazione del saggio "Catania bene - Storia di un modello mafioso che è diventato dominante" del magistrato Sebastiano Ardita (edito da Mondadori).
L'incontro è organizzato dalla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella. Introdurrà Giuseppe Benedetto (Presidente della Fondazione Piccolo). Relatore il giornalista Nicola Biondo. Interverrà, inoltre, Massimo Cambria, Commissario straordinario dell'Ordine degli Avvocati di Patti. Sarà presente l’Autore. Ingresso libero.

Quarantanove anni, catanese, attuale Procuratore Aggiunto presso il Tribunale di Messina, Sebastiano Ardita ha avuto il suo “esordio” proprio a Catania, divenendo componente della Direzione Distrettuale Antimafia. Si dimostra profondo conoscitore delle strutture intrigate di quella che viene ormai definita "Cosa nostra 2.0". Come un fuoco che cova sotto la cenere, sta divorando la legalità nel Paese. Agisce sottotraccia, s'insinua e si mimetizza nell'economia e nella politica, vuole far dimenticare gli anni delle stragi, anzi la sua stessa esistenza. Adotta la strategia dell' "inabissamento" e delle collusioni. Un metodo sperimentato con successo in un contesto forse poco familiare alla memoria collettiva: la Catania dei lontani anni Ottanta.

Sebastiano Ardita, magistrato in prima linea nel contrasto al fenomeno mafioso, ci conduce nelle viscere di quella città dai volti contrastanti, con il benessere dei quartieri alti che si contrappone al disagio sociale delle periferie, dove i ragazzi abbandonati al loro destino sono facile preda del reclutamento malavitoso. Una città abitata da gente operosa e intraprendente, ma costretta a subire e indotta a ignorare per troppo tempo la presenza della criminalità organizzata. È in questa realtà che Nitto Santapaola, vincitore della guerra interna alla mafia catanese combattuta tra il 1978 e il 1982, elabora la sua linea operativa nei confronti delle istituzioni, diametralmente opposta a quella di Riina e Provenzano: "Mentre a Palermo i Corleonesi attaccavano lo Stato e ne stimolavano gli anticorpi, a Catania si costruivano relazioni occulte".

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