Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

FISCALITÀ COMUNI SEDE DI AZIENDA PETROLIFERA, CURRÒ INTERROGA IL GOVERNO

18/11/2015 - L’on. Tommaso Currò assieme ai parlamentari del Pd, Pelillo, Lodolini e Moretto ha presentato una interrogazione a risposta immediata in Commissione Finanza con la quale chiede di sapere se e in quali tempo il Governo intenda procedere all'attuazione dell’art. 113 della Finanziaria 2001, che prevede la compartecipazione ai tributi erariali con finalità ambientali da parte degli enti locali sede di impianti di produzione e stoccaggio di prodotti assoggettati ai detti tributi.
I deputati, nell’evidenziare che circa la metà del fabbisogno energetico italiano proviene dai prodotti petroliferi lavorati negli impianti di raffinazione, rilevano che “nel 2014 le entrate fiscali complessive derivanti dai prodotti petroliferi si stimano per una somma pari a oltre 41,2 miliardi di euro, con un incremento dello 0,2 per cento rispetto all'anno precedente (70 milioni in più)”, elencano i vari Comuni sede di stabilimenti petroliferi tra i quali figura anche Milazzo.

“Assodato che il settore riveste un ruolo fondamentale non solo per l'economia del Paese ma anche in termini occupazionali, specialmente nei territori ove tali impianti sono presenti, non può non evidenziarsi – prosegue Currò – come la presenza di impianti di raffinazione produca e ha prodotto – nei comuni ove sono presenti gli stessi – criticità ambientali con conseguenze anche sulla salute degli abitanti. Ci si trova quindi, da un lato nell'impossibilità di arrestare lo sviluppo economico, e, dall'altro, nell'esigenza di evitare il prodursi di danni all'ambiente e alla salute.

Proprio questa ponderazione tra le opposte esigenze economiche, ambientali e sociali ha determinato la previsione della legge n. 388 del 2000 (Finanziaria per il 2001), che prevedeva proprio per la promozione dello sviluppo sostenibile, che il Governo definisse, d'intesa con la Conferenza unificata, le compartecipazioni ai tributi erariali con finalità ambientale da parte degli enti locali sedi di impianti di produzione e di stoccaggio di prodotti assoggettati ai tributi; l'entità di tali compartecipazioni doveva essere commisurata agli oneri degli enti locali interessati, necessari per la gestione del territorio compatibile con la utilizzazione industriale”. In buona sostanza tali entrate, inoltre, dovevano aver carattere di compensazione del rischio ambientale e sanitario, ma dovevano essere finalizzate a programmi di salvaguardia e sviluppo ecocompatibile del territorio, pur rimanendo sempre in capo alle aziende l'obbligo di protezione della salute e dell'ambiente e del rispetto della sicurezza.

“In questi anni – conclude il deputato - nonostante i Comuni, si siano attivati durante le riunioni della Conferenza unificata per ottenerne l'applicazione, nulla è stato fatto con la conseguenza che ciascun ente sede di raffineria si è visto “privato” di circa un milione di euro all’anno e soprattutto è stato arrecato un serio danno, in termini di risanamento ambientale, considerato che gli stessi non sono in grado di affrontare con le proprie risorse i disagi creati dagli impianti. Quindi ritengo opportuno sbloccare questa misura che, in aderenza allo spirito della legge, ci consentirebbe di promuovere programmi di salvaguardia e sviluppo ecocompatibile del territorio”.

Tommaso Currò
Parlamentare nazionale

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