Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

MATTARELLA: “NON CI FAREMO RUBARE IL NOSTRO MODELLO DI VITA”, CHE NON È LA CORRUZIONE E LA BUROCRAZIA

Il “modello” cui fa riferimento il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non è certo la corruzione, né lo stato burocratico che attanaglia la gente e ne rende ogni giorno difficoltosa e pesante la vita. Mattarella, parlando di “futuro” intende fare riferimento ai giovani e alle loro angosce ma pure ad una Italia migliore, liberata dalla politica corrotta, dalle tante deviazioni della politica che tolgono fiducia delle istituzioni e nello Stato, accompagnando il Paese verso una deriva inimmaginata subito dopo tangentopoli e Mani Pulite, ma che continua a riservare colpi mortali alla nostra economia, al lavoro, al welfare, alla scuola, alla vita sociale, alla cultura, all'occupazione, con un debito pubblico crescente e fuori controllo, che sfugge a qualunque proposito concernente tagli del costo della politica e della corruzione


Firenze, 18/11/2015 - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto a Firenze alla celebrazione del 150° anniversario dell'insediamento a Palazzo Vecchio della Camera dei deputati della IX legislatura del Regno d'Italia, per il 150° anniversario di Firenze Capitale, ha tra l’altro detto: « Non sradicheremo l'odio facendolo entrare nelle nostre vite e nella nostra civiltà. Il terrore vorrebbe snaturarci. Noi non ci piegheremo. Non ci faremo rubare il nostro modello di vita e il nostro futuro.
Difenderemo la qualità delle nostra civiltà e la offriremo al mondo, rimanendo fedeli ai valori che la hanno ispirata e affinata nel tempo».
La cerimonia si è conclusa con l'intervento del Presidente Mattarella:

Signora Ministro, Signor Sindaco di Firenze, signor Presidente della Regione Toscana, signore e signori, care ragazze e ragazzi,

intendo anzitutto ringraziarvi per l'invito e complimentarmi per questa iniziativa così importante, che ci consente di riflettere sulle nostre radici nazionali e su alcuni degli snodi che hanno segnato il percorso dell'unità d'Italia. (...) In questo salone de' Cinquecento, in cui vennero chiamati a cimentarsi Leonardo e Michelangelo, e che fu poi maestosamente decorato da Giorgio Vasari, dopo l'insediamento congiunto con il Senato del Regno, si riunì per oltre cinque anni la Camera dei Deputati. Anche la storia che parlava dalle pareti alle spalle di quegli uomini - insieme alle vicende che incalzavano - ebbe un grande peso, e una sua fecondità.
Non a caso i cronisti dell'epoca scrissero che queste imponenti figure incutevano un particolare rispetto nei parlamentari. In realtà, la storia non consente mai di essere analizzata per compartimenti stagni, o di essere tutta ricompresa in pochi grandi eventi. La storia getta semi, forma progressivamente i popoli. I momenti di svolta sono il prodotto di lunghe maturazioni.
(...) Nel DNA italiano ed europeo è iscritto, del resto, uno straordinario impasto di storia, di cultura, di umanità, di idee di libertà e di relazioni sociali. E' parte della vita che viviamo, ed è ragione del nostro desiderio di migliorarci. Dobbiamo tenerlo presente nel momento in cui il terrorismo sferra il suo attacco contro la nostra Europa e porta morte e barbarie in una delle sue città.

E' un tentativo di guerra globale dalle modalità inedite quello che sta deturpando l'inizio del nuovo millennio. Dobbiamo essere uniti, essere determinati e insieme affermare i principi del nostro umanesimo. Non può mancare il senso di giustizia, né la disponibilità a cooperare per uno sviluppo sostenibile e per ridurre le aree dove prevale la violenza e lo sfruttamento. Dobbiamo garantire sicurezza ai nostri concittadini senza rinunciare alle libertà conquistate, dobbiamo affrontare il fanatismo e l'estremismo con assoluta fermezza, promuovendo il dialogo fra le culture e la tolleranza.

Non sradicheremo l'odio facendolo entrare nelle nostre vite e nella nostra civiltà. Il terrore vorrebbe snaturarci. Noi non ci piegheremo. Non ci faremo rubare il nostro modello di vita e il nostro futuro.
Difenderemo la qualità delle nostra civiltà e la offriremo al mondo, rimanendo fedeli ai valori che la hanno ispirata e affinata nel tempo.

(...) Oggi la pace ci chiama a nuove responsabilità. Non saranno prove facili: non bisogna mai rinunciare a grandi visioni, alla prospettiva di un umanesimo condiviso. Lo dobbiamo ai nostri figli, anche a quelli che sono stati così barbaramente uccisi e che resteranno sempre nel nostro ricordo.

(...) Si istituì per legge il censimento della popolazione italiana, condizione per conoscere la realtà sociale, anche quella più scomoda per le classi dirigenti politiche. Tra le leggi approvate, vorrei sottolineare anch'io quella che aboliva la pena di morte.
La sfida per i Parlamenti è di tenere insieme rappresentanza e capacità di decisione, partecipazione popolare e scelte politiche lungimiranti, non ipotecate dai soli vantaggi contingenti. (...) Troppi egoismi, troppe visioni anguste, ancora ci frenano.
Alla manifestazione hanno preso parte il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, e il Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Gli attori Stefano Accorsi e Laura Morante hanno letto il "Discorso della Corona" pronunciato da Vittorio Emanuele II all'apertura della prima sessione del Parlamento del 18 novembre 1865 e l'indirizzo di risposta al Discorso.

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