Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

MOZIONE DI SFIDUCIA AL GOVERNO CROCETTA, CANCELLERI (M5S): “RENZI VENGA A RIPRENDERSI I BAMBOLOTTI CHE LO RAPPRESENTANO IN SICILIA”

Tutti i limiti sono stati oltrepassati, siamo ben oltre la farsa da tempo: "Il Crocetta-quater è morto già in culla, soffocato da infinite polemiche e liti, alimentate dalla smisurata voglia di poltrone delle mille anime della squinternata e inconcludente maggioranza. Il Movimento 5 stelle cera di scrivere la parola fine al peggiore governo della storia della Sicilia, presentando la sfiducia a Crocetta". Lanciata la mozione di sfiducia a Crocetta: “Se non passa, almeno indicherà i nemici della Sicilia”

24/11/2015 - Illustrate all’Ars le ragioni dell’atto che mira a far cadere il governo. Ciaccio, Foti e Cancelleri: “Siamo disposti a tutto per mandare a casa questo esecutivo. Non potevamo rimanere inerti di fronte all’eterno e vergognoso balletto attorno alle poltrone mentre la Sicilia affonda”.
Sarà presentata in settimana agli uffici dell’Ars la terza mozione di sfiducia del Movimento 5 stelle al “peggiore governo della Sicilia”. Il tempo di farla integrare e firmare alle opposizioni che hanno già assicurato il loro consenso (Musumeci e Falcone e altri deputati che fanno riferimento a loro) e il nuovo atto contro il governatore comincerà il suo cammino verso l’aula.

Ad illustrare ai giornalisti i motivi dell’ennesimo “doveroso” atto contro Crocetta sono stati oggi in conferenza stampa all’Ars il capogruppo Giorgio Ciaccio, il vice capogruppo Angela Foti e il deputato Giancarlo Cancelleri.

“Probabilmente – ha detto Ciaccio – qualcuno ironizzerà sull’ennesimo atto che siamo stati costretti a presentare, spinti dall’eterna farsa in corso nei palazzi del potere, dove l’unico interesse è litigare per le poltrone, mentre la Sicilia muore, come confermano i recenti dati Istat, che dicono che la Sicilia è la regione più povera d’Italia. Non potevamo fare gli spettatori passivi. Noi siamo disposti a tutto pur di mandare questo governo a casa. Siamo pronti perfino alle dimissioni collettive. Se ci trovano le altre 32 firme che serviranno a far decadere l’assemblea, si sappia che le nostre 14 sono a disposizione”.

“Questo atto – ha continuato il capogruppo – serve a squarciare il velo dell’ipocrisia, a far uscire allo scoperto coloro che in questi giorni e nei mesi precedenti hanno sparato a zero contro Crocetta e contro il governo. Ora hanno l’occasione per tradurre in fatti le loro dichiarazioni. Lo facciano, altrimenti dovranno renderne conto ai siciliani”.

Il concetto è stato rimarcato da Cancelleri, che ha sottolineato come “questa atto serva ad indicare ai siciliani i veri nemici della Sicilia”. “Non serve a sfiduciare Crocetta, che ormai non esiste praticamente più nemmeno nell’immaginario collettivo della gente. Ormai Crocetta non governa più e gli indicatori economici lo confermano. Siamo ultimi in Italia e il governo in tre anni non ha fatto nulla, se non i soliti interventi assistenzialistici, ignorando la nostra proposta di reddito di cittadinanza. La mozione serve a far risaltare le contraddizioni del Pd e della maggioranza, di coloro che dicono una cosa e poi, puntualmente, ne fanno un’altra, serve a far vedere di che spessore è la spina dorsale di certi personaggi che recitano solo un vergognoso gioco delle parti, senza avere un minimo di coerenza, quella coerenza che noi abbiamo sempre dimostrato con i fatti: con il taglio degli stipendi, co
n la trazzera che abbiamo completato nei tempi previsti, con il microcredito che ha dato ossigeno a 60 imprese”.

Da Cancelleri è arrivata una stoccata a Faraone, che ha accusato il M5S di essersi assuefatto al palazzo.

“Faraone – ha detto Cancelleri – non ha proprio nulla da insegnarci in considerazione del suo passato e anche del suo presente. Anzi, a Renzi lancio un appello: venga a riprendersi i bambolotti che lo rappresentano in Sicilia”.

Sugli indicatori siciliani in picchiata è stato incentrato l’intervento di Angela Foti, che ha ricordato i dati negativi dell’Ispra (istituto per la ricerca ambientale) che rischia di esporre la Sicilia a nuove procedure di infrazione, quello dell’indice di vivibilità dei capoluoghi italiani, dove spiccano (in senso negativo) quelli siciliani,e quelli recentissimi Istat, che dicono che la Sicilia è prima in fatto di povertà.

“Crocetta – ha detto Angela Foti – deve andare a casa ora. Domani potrebbe essere già troppo tardi. Non possiamo continuare ad essere ostaggi delle manovre del palazzo, di un pollaio che sgomita per un posto di potere. L’Ars è ormai alla paralisi, o quasi. In commissione non viene mai nessuno e in aula è praticamene la stessa cosa. Siamo solo noi gli scolaretti diligenti che continuano a frequentarla. E’ ora di dire basta”.

Come ampiamente previsto è stata rinviata, a giovedì, la seduta d’aula per l’elezione dei presidenti delle commissioni legislative dell’Ars.

“La farsa – affermano i deputati M5S – continua. La Sicilia è ancora ostaggio del Pd. La guerra interna per la nomina del capogruppo del partito democratico continua a paralizzare l’attività in aula e la Sicilia. Settimane di stallo non sono bastate a placare la smisurata fame di poltrone. E’ la conferma che in questo modo il destino della Sicilia è segnato e che con questa classe politica non si va da nessuna parte. La mozione di sfiducia che abbiamo stilato si conferma un fatto più che doveroso e l’unica possibilità di salvezza. Devono andare tutti a casa, hanno passato tutti i limiti della decenza. I siciliani non meritano questo”

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