Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

STRAGE DI PARIGI, MELECA: "NÉ IPOCRITI NÉ VILI, TUTTI GLI EPISODI DI CRIMINALE TERRORISMO COMMESSI DA ISLAMICI"

Firenze, 14 novembre 2015 - "E' il momento della responsabilità e del rigore: la strage di Parigi impone ai giornalisti italiani di seguire ancora con maggior scrupolo le regole del codice deontologico che si sono dati nel 2008". L'ha detto Giovanni Maria Bellu, presidente dell'associazione Carta di Roma, durante un incontro di formazione professionale organizzato dall'Ordine dei Giornalisti della Toscana in collaborazione con la Regione. Bellu ha rilevato che, su alcuni quotidiani, appaiono a caratteri cubitali titoli che associano all'Islam, senza specificazioni, l'eccidio di Parigi. "Noi giornalisti italiani - ha detto - dobbiamo decidere se affermazioni di questo genere possano essere considerate libere manifestazioni del pensiero o se, invece, non si tratti banalmente di informazioni fuorvianti. Questo al di là di una considerazione di semplice buon senso: se, cioè, associare a tutto l'Islam questa feroce violenza non sia un modo, certamente inconsapevole, di aderire alla visione di chi promuove le guerre di religione". L'iniziativa di formazione si è chiusa in anticipo rispetto al programma, per recarsi tutti, relatori e partecipanti, al presidio di solidarietà davanti al Consolato francese. (ANSA)

Il dissenso di Vincezo Meleca:

"Non dobbiamo essere né ipocriti né vili. Tutti -e sottolineo tutti- gli episodi degli ultimi tempi di criminale terrorismo sono stati commessi da islamici: dalle decapitazioni di ostaggi alle stragi del Bardo a Tunisi, del mercato a Beirut, di Baghdad, di Charlie Hebdo a Parigi ed a quelle multiple di giovedì ancora a Parigi, sono stati commessi da militanti islamici. E questo va detto a chiare lettere, senza se e senza ma".

Milano, 15 novembre 2015 - Buongiorno Franco Abruzzo, nel tuo notiziario riporti testualmente che Giovanni Maria Bellu, rilevando che su alcuni quotidiani appaiono a caratteri cubitali titoli che associano all'Islam l'eccidio di Parigi, avrebbe pronunciato questa frase:
"Noi giornalisti italiani dobbiamo decidere se affermazioni di questo genere possano essere considerate libere manifestazioni del pensiero o se, invece, non si tratti banalmente di informazioni fuorvianti. Questo al di là di una considerazione di semplice buon senso".

Fuorviante - e mi limito a questo aggettivo - è la sua frase, non i titoli dei giornali. Se possiamo ammettere che non dobbiamo cadere nel sillogismo aristotelico, al tempo stesso non dobbiamo essere nè ipocriti nè vili: tutti - e sottolineo tutti - gli episodi degli ultimi tempi di criminale terrorismo sono stati commessi da islamici: dalle decapitazioni di ostaggi alle stragi del Bardo a Tunisi, del mercato a Beirut, di Baghdad, di Charlie Hebdo a Parigi ed a quelle multiple di giovedì ancora a Parigi, sono stati commessi da militanti islamici. E questo va detto a chiare lettere, senza se e senza ma. Il Papa va dicendo senza mezzi termini da mesi che siamo in guerra, una "terza guerra mondiale a pezzi".
E chi ha scatenato la guerra in Africa (per esempio, in Nigeria, con Boko Haram o in Egitto, con i Fratelli Mussulmani), in Medio Oriente (per esempio, in Siria, con Al Nusra o in Irak con l'IS), in Asia (per esempio, nelle Filippine con Abu Sayyaf o in Indonesia con Jemaah Islamiyah) in Europa (Francia, Spagna, Gran Bretagna), negli Stati Uniti sono TUTTE organizzazioni islamiche. Marx disse che "la storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa". Errore clamoroso! Ottanta anni fa la politica di Chamberlain e del suo appeasement (ricordi la sua frase "pace per la nostra epoca"?) portò alla Seconda Guerra Mondiale, tragedia ancora maggiore della Prima Guerra Mondiale. Churchill commentò l'accordo di Monaco "Dovevate scegliere tra la guerra ed il disonore. Avete scelto il disonore e avrete la guerra".

Vincenzo Meleca
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STRAGE DI PARIGI. ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA LOMBARDIA: "IL TITOLO DI LIBERO TRASMESSO AL CONSIGLIO DI DISCIPLINA PER VERIFICARE SE CI SONO STATE VIOLAZIONI DELLE CARTE DEONTOLOGICHE". IN CODA il dissenso di Roberto Reale: "Se davvero gli islamici si oppongono in grande maggioranza a questa mattanza e interpretano come blasfema la lettura del Corano fatta dei tagliagole, tocca a loro per primi ribellarsi, tagliare i finanziamenti al terrore, denunciare chi predica odio e consegnare gli assassini. Finora - a parte qualche blabla e qualche selfie "not in myname" - quasi nulla di tutto ciò è successo".

MILANO, 14 novembre 2015. IL PRESIDENTE DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI DELLA LOMBARDIA, GABRIELE DOSSENA, SEGNALA IL TITOLO "BASTARDI ISLAMICI", USCITO OGGI SUL QUOTIDIANO LIBERO, AL CONSIGLIO DI DISCIPLINA TERRITORIALE PERCHÉ FACCIA UNAAPPROFONDITA VALUTAZIONE DEL CASO E PER VERIFICARE SE CI SIANO STATE O NO VIOLAZIONI DELLE CARTE DEONTOLOGICHE DELLA PROFESSIONE GIORNALISTICA.(ANSA).
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Le stragi, l'Islam e i giornalisti. Lettera al presidente dell'Ordine lombardo. Il dissenso di Roberto Reale: "Se davvero gli islamici si oppongono in grande maggioranza a questa mattanza e interpretano come blasfema l'interpretazione del Corano fatta dei tagliagole, tocca a loro per primi ribellarsi, tagliare i finanziamenti al terrore, denunciare chi predica odio e consegnare gli assassini. Finora - a parte qualche blabla e qualche selfie "not in myname" - quasi nulla di tutto ciò è successo". - 15.11.2015/Caro Dossena, mentre l'Ordine si scatena - per un titolo certo inopportuno - contro i colleghi di Libero, in nome del solito, stucchevole politically-correct, mi aspettavo almeno un omaggio anche alle 130 giovani vite spezzate a Parigi da una guerra di religione, o se preferisci di civiltà, che è stata proclamata proprio - piaccia o no - in nome dell'Islam, nel rispetto di precisi precetti coranici contro i "miscredenti". Dall'autoproclamato Stato islamico (Isi) in Siria-Irak ad Al Quaida in Afghanistan e Pakistan, da Boko Haram in Nigeria ad Al-Shabab in Somalia, alle formazioni terroriste Jemaah Islamiyah e al gruppo Abu Sayaf in Indonesia e Filippine, ai gruppi armati autori di stragi in Yemen, Libia, Cecenia, Egitto, Kenya, con decine di migliaia di vittime, tutti si proclamano protagonisti di un assalto alla civiltà occidentale. Civiltà che spesso anche gli immigrati più miti rifiutano, contestando le nostre tradizioni, i nostri costumi ed i nostri riti, magari riservando la violenza all'ambito domestico, contro mogli e figlie. Per dichiarare le guerre non serve l'unanimità, nè si fanno referendum tra favorevoli e contrari. Se davvero gli islamici si oppongono in grande maggioranza a questa mattanza e interpretano come blasfema la lettura del Corano fatta dei tagliagole, tocca a loro per primi ribellarsi, tagliare i finanziamenti al terrore, denunciare chi predica odio e consegnare gli assassini. Finora - a parte qualche blabla e qualche selfie "not in myname" - quasi nulla di tutto ciò è successo. Anzi, basta ascoltare qualche "moderato" svillaneggiare crocefissi e presepi nei talk show per cambiare programma nauseati. L'Ordine dei giornalisti - con le autoproclamate norme deontologiche o semantiche anche in questo campo - può continuare a fingere di non sapere e non capire, bastonando a senso unico chi lancia l'allarme. Io, e forse altre centinaia di colleghi esasperati, abbiamo sempre la chance di buttare la tessera. - Roberto Reale
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Fonte: http://www.francoabruzzo.it

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