Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

FORMAZIONE: “LA SPERANZA DELUSA, LE PER I FERROVIERI, MA PER I PASSEGGERI”

L’analisi della situazione degli Enti di formazione che da tanti anni hanno prodotto attività e impiegato personale qualificato, "ma che soprattutto hanno innovato l’offerta formativa in Sicilia, saranno costretti a cessare la loro attività o a ridurre la loro presenza in maniera molto significativa.
E allora chi potrebbero essere i destinatari dei finanziamenti previsti?". La nota stampa firmata Benedetto Scuderi, ASEF; Antonio Oliveri, ASSOFOR; Joseph Zambito, ANFOP e Luciano Luciani, AREF. Bruno Marziano presiede la III commissione parlamentare dell'ARS

28/12/2015 - La nomina dell’on. Bruno Marziano ci aveva indubbiamente spinto a riconsiderare i nostri comportamenti. Era giustificato supporre che lo scenario, sino ad ora contradistinto da una azione governativa tesa a sopprimere gli enti, potesse cambiare, date le dichiarazioni rese dall’attuale Assessore. Svariati incontri con l’Assessore ed il Dirigente Generale, intrisi di dichiarazioni di grande disponibilità perchè il Sistema formativo siciliano potesse inaugurare una nuova stagione.
Inviti alle Associazioni degli Enti a manifestare proposte che purtroppo, come nel passato, non hanno trovato accoglimento se non in alcune parti poco significative. Sono state presentate, nessuno se ne abbia a male, soluzioni che non comprendiamo, che stravolgono l’intero Sistema, o quello che ne è rimasto, proiettandolo verso una indecorosa fine. Dall’analisi della situazione degli Enti si può facilmente dedurre che proprio quegli Enti di formazione, che da tanti anni hanno prodotto attività e impiegato personale qualificato, ma, soprattutto, che hanno innovato l’offerta formativa in Sicilia, saranno costretti a cessare la loro attività o a ridurre la loro presenza in maniera molto significativa.
E allora chi potrebbero essere i destinatari dei finanziamenti previsti?


Tutti quegli Enti, detti “storici”, non tutti ovviamente, che, con i loro apparati, (sembra che in qualcuno di questi esista anche il coordinatore degli ausiliari), hanno reso il Sistema poco flessibile e non in grado di agire in funzione di un mercato del lavoro in continua evoluzione.
Un Avviso che, a leggere dalle dichiarazioni rese ai media, dovrebbe consentire l’occupabilità di 4000 addetti. A fronte di queste dichiarazioni gran parte dei lavoratori si chiede: sarà vero? (non lo credono). E, se si, a che prezzo?

Un Avviso che viola le più elementari regole del FSE poichè non tiene conto ferrovie non si costruiscono dell’utenza, reale destinatario delle risorse. Filippo Turati disse: “le per i ferrovieri, ma per i passeggeri”. Finanziare, o poter presentare, ore, in funzione di quanto strettamente occorre per pagare i dipendenti, per di più solo a tempo indeterminato, senza spazio per quant’altro occorre a fare buona formazione, significa utilizzare risorse dell’Unione Europea in sostituzione di ammortizzatori sociali, per i dipendenti della legge regionale n. 24/76, che la Sicilia, forse, purtroppo, non riesce più a mantenere.

Un Avviso che obbliga dei Soggetti privati ad assumere con contratto a tempo indeterminato a fronte di progetti che avranno una durata di 6-9 mesi.
Un Avviso che determina la fuoriuscita dal Sistema di circa il 50% degli Enti ad oggi operanti e, quindi, il licenziamento di circa 2000 e più persone.
Un Avviso che non consente l’ingresso di nuovi soggetti poichè le risorse saranno assorbite dagli Enti “storici” e da qualche “furbacchione” il quale dichiarerà di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato, improbabili o ben oltre la propria capacità tecnica.
Tutti temi trattati all’infinito, inutilmente, fino alla noia.
Dobbiamo considerare involontario il determinarsi di condizioni che in modo più che palese “premiano” gli enti di formazione storici, probabilmente grandi contenitori che rappresentano appetitose opportunità?

Forse, questo Avviso ha goduto dell’apporto, di soggetti fortemente interessati a gestire buona parte del finanziamento previsto?
Forse esiste un progetto di ritorno al passato dei vecchi usi e costumi che tanto danno hanno apportato alla Formazione professionale?
Pensiamo che questa ipotesi possa trovare fondamento nel fatto che questo Avviso determina, concretamente, l’eliminazione di gran parte dei piccoli e medi enti.
Qualora le nostre supposizioni trovassero riscontro, ma speriamo di no ovviamente, dovremmo pensare che il tutto in realtà non è governato da coloro che ci mettono la faccia ma da altri che stanno completando l’operazione di restaurazione a discapito di quegli enti che hanno rispettato le regole e degli addetti che vi hanno prestato la loro diligente opera.
Ma ci chiediamo cosa pensano i lavoratori e se stanno bene loro le “temporanee” assunzioni a tempo indeterminato o la cessazione dell’attività di molti enti, che determinerà condizioni di grande svantaggio per effetto dei licenziamenti.

Naturalmente gli Enti, loro malgrado, potranno trovarsi costretti a difendere il loro diritto a concorrere liberamente, quindi, a determinare condizioni di agibilità del Sistema formativo siciliano, correttezza nell’utilizzo delle fonti di finanziamento.
Qualora questa ipotesi dovesse verificarsi, rappresenterebbe l’ennesima sconfitta per tutti gli attori, anche per chi pensava di avvantaggiarsene, a danno o meno di altri, effetto dell’incapacità di trovare soluzioni condivisibili.
Al drammatico punto in cui ci troviamo, sarà sicuramente l’ultima sconfitta del settore, quella finale.

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