L’Italia registra un numero di morti materne di circa 50 all'anno. Il monitoraggio è stato effettuato in 8 regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania Puglia e Sicilia) coprendo il 73% dei nati nel Paese. Secondo questi dati l'Italia è tra i Paesi con la più bassa mortalità materna al mondo. Sono state rilevate differenze di mortalità materna tra le regioni, tra immigrate e donne italiane, e in base al livello di istruzione. Altro aspetto evidenziato è che in Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e Sicilia, il tasso di mortalità materna “è due volte più elevato tra le donne con un basso livello di istruzione rispetto a quelle con un titolo di studio superiore”
(Regioni.it 2857 - 08/01/2016) “Il nostro obiettivo è portare la mortalità per parto verso lo zero. Quando avviene un decesso dobbiamo essere certi che si sia trattato di un caso impossibile da prevedere e da gestire”, dichiara il Ministro della salute Beatrice Lorenzin in un’intervista al quotidiano la Repubblica.
Lorenzin il 7 gennaio ha inoltre annunciato di aver “fatto un piano nazionale sulla prevenzione e salute di donna e bambino con indicazioni per la prevenzione, il parto e la sicurezza di tutta le gestazione. Ora ho incaricato l'agenzia delle regioni, Agenas, di fare delle nuove linee guida sulla prevenzione delle complicanze in gravidanza”.
Intanto si pubblicano i dati che emergono da un sistema di sorveglianza attiva della mortalità materna coordinati dall'Istituto Superiore di Sanità e finanziato dal ministero della Salute.
Il monitoraggio è stato effettuato in 8 regioni (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania Puglia e Sicilia) coprendo il 73% dei nati nel Paese. Secondo questi dati l'Italia è tra i Paesi con la più bassa mortalità materna al mondo.
Sono state rilevate differenze di mortalità materna tra le regioni, tra immigrate e donne italiane, e in base al livello di istruzione. Altro aspetto evidenziato è che in Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e Sicilia, il tasso di mortalità materna “è due volte più elevato tra le donne con un basso livello di istruzione rispetto a quelle con un titolo di studio superiore”.
Per l'Italia, il Gruppo Inter-agenzia per la Stima della Mortalità Materna (MMEIG) dell'ONU ha stimato un tasso pari a 4 decessi ogni 100 mila nati vivi, utilizzando i dati di registrazione di vita come base per la stima.
La mortalità materna, stimata dal sistema di sorveglianza, è pari a 10 decessi ogni 100mila nati vivi con una forte variabilità regionale compresa tra 5 morti in Toscana e 13 in Campania.
L’Italia registra un numero di morti materne pari a circa 50 decessi all'anno. Il ministero della Salute ritiene pertanto prioritario dotarsi “di un sistema di sorveglianza in grado di rilevare e valutare ogni morte materna attraverso indagini confidenziali per identificare eventuali criticità assistenziali o organizzative suscettibili di miglioramento e per ridurre i decessi evitabili stimati pari al 50% nei Paesi socialmente avanzati”.
Le principali cause di morte materna da complicazione ostetrica diretta sono:
• emorragie (52%)
• disturbi ipertensivi (19%)
• tromboembolismo (10%).
Mentre le principali cause di morti indirette sono rappresentate da:
• disturbi cardiovascolari (36%)
• disturbi cerebrovascolari (21%)
• neoplasie (14%).
I risultati sono simili all'analisi globale pubblicata dall'OMS che ha trovato tra le principali cause di mortalità materna diretta: emorragie gravi (per lo più durante e dopo il parto) nel 27% dei casi, la pressione alta indotta dalla gravidanza per il 14%, e le infezioni per l’11%. Il suicidio è risultato responsabile del 12% del totale delle morti materne nella sorveglianza italiana e per questo motivo l’ISS ha promosso un progetto di ricerca - intervento sulla maternità e paternità fragile e sulla prevenzione del disagio perinatale.
Commenti
Posta un commento
NEBRODI E DINTORNI © Le cose e i fatti visti dai Nebrodi, oltre i Nebrodi. Blog, testata giornalistica registrata al tribunale il 12/3/1992.
La redazione si riserva il diritto di rivedere o bloccare completamente i commenti sul blog. I commenti pubblicati non riflettono le opinioni della testata ma solo le opinioni di chi ha scritto il commento.