Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

QUALITA’ DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: CALABRIA E SICILIA IN FONDO ALLA CLASSIFICA

Dal 2004 al 2012 Toscana e provincia di Firenze al top in Italia per qualità delle istituzioni
La SVIMEZ: riforma PA importante, ma servono interventi differenziati. Con un valore prossimo a 1 su una scala da 0 a 1, dal 2004 al 2012 la qualità delle istituzioni più alta in Italia è stata registrata in Toscana e nella provincia di Firenze. In coda alla classifica invece tutte le regioni del Sud e le province siciliane e calabresi, con valori medi compresi tra 0,4 e 0.
È quanto emerge dallo studio “Measuring Institutional Quality in Italy” dei professori Annamaria Nifo e Gaetano Vecchione pubblicato sulla “Rivista Economica del Mezzogiorno”, trimestrale della SVIMEZ diretto da Riccardo Padovani ed edito da Il Mulino

13/01/2016 - Secondo la SVIMEZ per ridurre il divario Nord/Sud in questo ambito servono interventi di riforma della PA più forti per il Sud, per colmare i divari nei diritti di cittadinanza. Il processo di
supporto può avere impulso anche dai fondi delle politiche di coesione 2014/2020.
Lo studio analizza le performances delle regioni e province italiane negli anni 2004-2012 sulla base
dell’IQI, Institutional Quality Index, un indice costruito ad hoc dagli autori dello studio sulla base del
WGI, World Governance Indicator, della Banca Mondiale. L’IQI raccoglie 24 parametri riferiti a
cinque ambiti: partecipazione (che a sua volta raggruppa fenomeni tra cui associazionismo, acquisti
in libreria, partecipazione al voto), efficacia dell’azione di governo (ad esempio deficit sanitario,
raccolta differenziata, dotazione strutture sociali ed economiche), qualità della regolamentazione
(mortalità e qualità della vita delle imprese, dipendenti pubblici), certezza del diritto (tra cui tempi
dei processi, evasione fiscale, sommerso), corruzione (reati contro la PA, commissariamento dei
comuni, ecc).

Ne deriva un indice sintetico compreso tra 0 e 1 che conferma la presenza di un forte gap tra le regioni del Centro-Nord (che hanno valori compresi tra 1 e 0,7/0,6) ai primi posti e le regioni del Sud agli ultimi (con valori compresi tra 0,4 e 0).
La qualità delle istituzioni nel 2004 per regione: Toscana, Lombardia ed Emilia Romagna ai
vertici, Campania, Sicilia e Calabria in coda – In base all’IQI, nel 2004 la migliore qualità delle
istituzioni in Italia si è registrata in Toscana, che, con un valore di 0,9 occupa il primo posto della
classifica. Al secondo la Lombardia, con 0,8, seguita dall’Emilia Romagna, con 0,76. Al quarto e quinto
posto le due regioni a statuto speciale Valle d’Aosta (0,75) e Trentino Alto Adige (0,73).
La prima regione meridionale si trova solo al 12° posto su 20, ed è l’Abruzzo, con un valore di 0,6,
seguito dalla Liguria con 0,58. Di seguito troviamo le altre regioni del Sud: la Puglia (0,47), la
Basilicata (0,45), la Sardegna (0,38), il Molise (0,34), la Campania (0,32). In coda la Sicilia (0,24) e la Calabria (0,14).

La qualità delle istituzioni nel 2012 per regione: Toscana in testa, l’Abruzzo sale dal 12 al 9 posto -
Otto anni dopo, la Toscana si conferma la regione italiana con la qualità delle istituzioni più alta
con un valore di 0,8, quasi a pari merito con il Trentino Alto Adige, che sale dalla 5° alla 2° posizione.
L’Emilia Romagna scivola dal terzo all’ottavo posto, con 0,72, a pari merito con la regione Abruzzo.
Giù anche la Lombardia, dal secondo al decimo posto (0,71).
Le regioni del Sud si confermano ancora in coda: la Sardegna al 14° posto (0,45), la Puglia al 15° (0,41) con la Basilicata, seguiti dalla Campania (0,36), Molise (0,25), Sicilia (0,22) e Calabria (0).
La qualità delle istituzioni nel 2004 per provincia: le province toscane ai primi 9 posti, negli ultimi
dieci le province siciliane e calabresi – Passando all’analisi per provincia, dallo studio emerge che
sono tutte toscane le province ai primi posti della classifica: Firenze raggiunge il massimo valore
(1), seguita da Pisa (0,98), Siena (0,89), Livorno e Lucca (0,87), Prato (0,84), Arezzo (0,83). La
provincia di Trieste risulta al terzo posto (0,95), la lombarda Varese al quinto (0,88). Passando alle altre regioni, nei primi trenta posti si trovano soprattutto province lombarde, emiliane, piemontesi, venete e lombarde, con valori compresi tra lo 0,83 di Bergamo e lo 0,73 di Treviso.
Le prime province del Mezzogiorno che si trovano sono Chieti e Teramo (0,66) al 52° posto, poi
L’Aquila al 59° (0,62) e Pescara al 62° (0,59). Con 0,52 Bari si colloca al 68° posto. Gli ultimi
trenta posti sono occupati da province meridionali, da Lecce al 72° con 0,46 a Vibo Valentia e
Crotone (in fondo alla classifica), passando per Palermo e Caltanissetta (0,23 e 0,18).
La qualità delle istituzioni nel 2012 per provincia: Teramo e Chieti passano nelle prime venti
province, sempre in coda Sicilia e Calabria – La situazione diventa più movimentata otto anni dopo.
Nella top ten troviamo sempre province toscane: Firenze mantiene il primo posto con il massimo
valore (1), seguita da Livorno (0,98) che scalza Pisa e Siena (0,87). Trento sale da 27° a 5°. Come già
nel 2004, nelle prime trenta posizioni si confermano soprattutto le province emiliane, lombarde e venete.
Quanto alle province del Mezzogiorno, oltre alle ottime performance di Teramo e Chieti, pressoché
invariata è la posizione di Pescara (dal 62° al 63° posto), mentre L’Aquila perde cinque posizioni e
arriva al 66° posto con un valore di 0,6. Si concentrano nelle ultime trenta posizioni tutte le province
meridionali. Salerno passa dall’81° al 70° posto, Benevento dall’84° al 73°. Anche Sassari
guadagna dieci posizioni, dall’85° al 75° posto. Al 76° resta invariata la posizione di Matera, prossima
capitale della cultura, come Brindisi al 79°.

Anche le grandi città del Mezzogiorno si trovano nelle ultime trenta posizioni. Bari in particolare
scivola dal 68° all’81° posto. Più contenuti i cali di Napoli (dall’89° al 91°) e Palermo (dal 95° al 97°).
Tra le altre province da segnalare il salto di Nuoro dal 94° al 78°. Perdono invece Potenza (da 73° a
83° posto) e Cagliari (da 75° a 84°). In coda con valori prossimi allo 0 Caltanissetta, Vibo Valentia,
Reggio Calabria, Catanzaro e Crotone.

Le proposte: interventi differenziati Nord/Sud e utilizzo fondi politiche di coesione 2014/2020 per
finanziare riforma PA al Sud – Secondo la SVIMEZ l’obiettivo di ridurre i divari e riavviare un
processo di sviluppo non può essere perseguito senza avere istituzioni di qualità in tutto il territorio e
una Pubblica Amministrazione ispirata a criteri e valori di equità, trasparenza, responsabilità, efficacia
ed efficienza. Il gap Nord-Sud in questo ambito incide in misura significativa sulle reali potenzialità
di sviluppo economico e aggrava le condizioni di disuguaglianza e sofferenza sociale, tra le aree del
Paese.
Occorre investire su un processo ampio di riforma, che punti a cambiamenti strutturali e
all’eliminazione dei nodi che rallentano il miglioramento del contesto in cui operano le imprese e che
condiziona la qualità della vita per i cittadini. La recente Delega al Governo potrebbe innescare un
processo riformatore potenzialmente assai positivo per il Mezzogiorno a condizione di prevedere
interventi, per usare le parole della Banca d'Italia di qualche anno fa, di "intensità differenziata
seconda della distribuzione territoriale dei problemi da affrontare".
Inoltre, le politiche di coesione 2014-2020 possono rappresentare un decisivo supporto del processo di
riforma in atto, con il rafforzamento della “capacità amministrativa”, soprattutto nelle regioni
meridionali (che sono destinatarie delle maggior quota di risorse). Non va però dimenticato che il
compito di costruire una buona pubblica amministrazione con la garanzia dei diritti di cittadinanza su
tutto il territorio nazionale non spetta alle politiche aggiuntive, ma alle politiche pubbliche ordinarie e
generali.

Tab.1 Valori IQI in Italia per regione nel 2004
Rank Regione IQI
1 Toscana 0,90011
2 Lombardia 0,80437
3 Emilia-Romagna 0,76296
4 Valle d'Aosta 0,75538
5 Trentino-Alto Adige 0,73449
6 Veneto 0,71725
7 Umbria 0,70124
8 Piemonte 0,70121
9 Friuli-Venezia Giulia 0,68568
10 Marche 0,65494
11 Lazio 0,64647
12 Abruzzo 0,64133
13 Liguria 0,58359
14 Puglia 0,47054
15 Basilicata 0,45961
16 Sardegna 0,38967
17 Molise 0,34497
18 Campania 0,32804
19 Sicilia 0,24335
20 Calabria 0,14073
Tab.2 Valori IQI in Italia per regione nel 2012
Rank Regione IQI
1 Toscana 0,88555
2 Trentino-Alto Adige 0,86434
3 Umbria 0,75044
4 Valle d'Aosta 0,74688
5 Veneto 0,73506
6 Marche 0,73313
7 Friuli-Venezia Giulia 0,72728
8 Emilia-Romagna 0,72712
9 Abruzzo 0,72530
10 Lombardia 0,71227
11 Piemonte 0,70991
12 Lazio 0,67919
13 Liguria 0,54709
14 Sardegna 0,45398
15 Puglia 0,41975
16 Basilicata 0,41724
17 Campania 0,36161
18 Molise 0,25636
19 Sicilia 0,22906
20 Calabria 0,09224

Tab.3 Valori IQI in Italia per provincia nel 2004
Rank Regione Provincia IQI Rank Regione Provincia IQI

87 Sicilia Siracusa 0,32854
88 Sicilia Ragusa 0,28874
90 Sicilia Catania 0,27547
92 Sicilia Enna 0,24104
93 Sicilia Messina 0,23995
94 Sicilia Agrigento 0,21350
97 Sicilia Palermo 0,19984
98 Sicilia Trapani 0,14695
99 Sicilia Caltanissetta 0,08698

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