Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

GIOIOSA MAREA: ECCE HOMO, LA PASSIONE NELLA CREDULITÀ DEI BAMBINI

"Questa notte, io sarò per voi occasione di scandalo, poiché sta scritto”. "Quand'anche tutti patissero scandalo per te, io non mi scandalizzerò mai", risponde turbato Pietro. "In verità ti dico, in questa notte stessa, prima che il gallo canti la seconda volta, mi avrai rinnegato tre volte”, lo ammonisce Gesù Cristo. Ma Pietro non ha dubbi: "Quand'anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò mai”. E nello stesso modo parlarono tutti i discepoli. La Domenica di Pasqua Gesù risorge: è un giorno di grande festa!

Gioiosa Marea (Me), 28/03/2016 – “Ecce Homo”, rappresentato ieri sera all’Auditorium comunale di Gioiosa Marea, in versione cinematografica, ripropone la Passione di Cristo con rigore documentale, trasponendo la tragica vicenda in una dimensione geografica e culturale nostrana, attraverso luoghi suggestivi e di antica impronta, dove il tempo sembra essersi fermato nei ruderi di pietra e nelle architetture contadine, povere ma grondanti di semplice umanità e tradizione, tanto da rendere bene l’idea dell’universalità del dolore e delle ingiustizie, dell’umana bestialità e della pietà fatta uomo.
Ecco, è certamente questa una delle chiavi scelte dal regista Fabio Sidoti e da Pippo Princiotta, in questa non facile prova artistica, nella quale un magnifico stuolo di attori presi dal teatro amatoriale locale, dalla strada, dalle professioni e dalla campagna, danno prova di naturalezza e piena compenetrazione al triste consumarsi dell’ingiustizia delle ingiustizie.
E nei volti, nelle espressioni di questi apprezzabilissimi attori c’è tutta l’umana costernazione che ogni persona di buona coscienza prova, al bestiale consumarsi di tanta violenza, di simile stoltezza.
Volti, costumi, luoghi ed espressioni richiamano a lungo i racconti cinematografici di Pier Paolo Pasolini. La malizia d’attore si fa arte e spettacolo nella naturalezza del gesto e dei dialoghi, ben congegnati, semplici ed efficaci allo stesso tempo, taglienti e strazianti quanto chiari e veritieri.
“Ecce Homo” migra così dal palcoscenico al set cinematografico, sotto la regia di Fabio Sidoti, regista gioiosano, e la direzione artistica di Pippo Princiotta, con la ‘griffe’ di firme ormai accreditate, come quelle di Giulio Russo, Nunzio Bonina, Pippo Accordino, Massimo Spinella, Basilio Lembo, Giovanni Ricciardi, Daniela Spinella, Mauro Mangano, Maria Lamonica & c.
Quel luogo chiamato Getsemani, oltre il torrente Cedron, situato ai piedi della collina degli Olivi, testimoniato da antichissimi alberi, trova perfetta ricollocazione nei luoghi di Gioiosa Marea e dei Nebrodi, scelti da Fabio Sidoti e Pippo Princotta per raccontare questa eterna magagna degli uomini: Sant’Arcangelo e Sant’Ignazio di Piraino, Sant’Angelo di Brolo, Ficarra.
Nella trasposizione cinematografia lo stuolo degli attori presenta novità pregevoli nei volti consumati dall’empietà, dal potere e dall’opulenza. Abiti e paramenti sono credibili e accurati e le espressioni terrene sono arroganti e antiche quanto basta per fare di questi attori dei validissimi personaggi cinematografici e delle loro performances un ‘prodotto’ cinematografico e umano godibile, quanto può esserlo la tragica vicenda del Cristo crocifisso.
E’ nelle espressioni e nei gesti di ragazzi e bambini che la regia trova una chiave sociologica di notevole impatto, nei loro gesti di condanna e nelle invettive all’indirizzo del Cristo ormai sulla via della Croce. Una scelta artistica, questa, che lascia tanto spazio alla riflessione, ma che dà bene l’idea di quanto il potere e l’arroganza degli adulti possano influenzare l’immaginario giovanile, di quanto la bestialità fatta potere possa agire e fare breccia sulla credulità imberbe, per poi trovare la sua inversione di rotta nell’uomo redento, nel pentimento e nella ragione o, ancora di più, nella fede.
Giuda, ha tutta la codardia del traditore bene stampata in viso e confermata nell’ormai tardiva disperazione. Pietro e i due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, discepoli privilegiati, hanno naturalezza più che sufficiente per potersi affliggere, allibire e angosciarsi per tanta bestiale violenza: "L'anima mia è addolorata a morte: restate qui e vegliate con me...".
Così Anna, suocero di Caifa, sommo Sacerdote. E Simon Pietro, che lo segue da lontano: "Così rispondi al gran Sacerdote?"
E Gesù: "Se ho parlato male, dimmi dov'è il male, ma se ho parlato bene, perchè mi percuoti ?"
Tutti i Sacerdoti e gli scribi, gli anziani del popolo radunati presso Caifa e tutto il consiglio impegnato a cercare testimonianze contro Gesù per metterlo in croce, così come i soldati, pronti a schernirlo, a percuotendolo, a bendargli gli occhi, a sputargli in faccia e a schiaffeggiarlo.
“Ecce Homo” migra ottimamente dal palcoscenico al set cinematografico, riproponendo l’ormai consolidata arte recitativa e artigiana di un gruppo di attori e professionisti capaci di dare il meglio di sé, tanto nella recitazione quanto nell’allestimento scenico, nella ricerca e nella realizzazione di costumi, oggetti e macchinari scenici.

                                                                                 M. M.

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