Traffico di migranti. La Polizia di Stato di Palermo chiude più di 700 siti di trafficanti di esseri umani

Traffico di migranti. La Polizia di Stato chiude più di 700 siti di trafficanti, per attrarre i 'clienti' con indicazioni sulle tariffe.  16 sett - Traffico di migranti provenienti dalle rotte maghrebine, la Polizia di Stato di Palermo, in collaborazione con la locale Sisco e con il coordinamento del Servizio centrale operativo, ha avviato il monitoraggio delle pagine social ed i profili utilizzati dai trafficanti di esseri umani per promuovere i viaggi illegali dalle coste nordafricane a quelle nazionali. Le analisi sono state condotte anche dai poliziotti della Squadra mobile di Palermo.  Le associazioni criminali si servono dei social network per pubblicizzare le proprie attività illegali e sponsorizzare i servizi di trasporto. Diversi sono i contenuti utilizzati dai gestori di quelle pagine per attrarre nuovi "clienti", in alcuni casi venivano offerti prezzi scontati per donne e bambini, nonché veri e propri pacchetti viaggio per famiglie.  Nei siti erano ind

PARCO DEI NEBRODI: CROCETTA INVOCA L'ESERCITO MA MUSUMECI PENSA AI "COLLETTI BIANCHI"

19/05/2016 - Dopo l'agguato al presidente dell'Ente Parco i Nebrodi, Giuseppe Antoci, il governatore della Sicilia Crocetta invoca l'intervento dell'esercito sui monti Nebrodi,fra le province di Messina, Enna e Catania. Crocetta invoca veri e propri rastrellamenti per sgominare i clan della mafia "Tortoriciana" ed arriva a parlare di "tentativo di colpo di Stato". Per il presidente Crocetta "non bastano più gli strumenti ordinari. Adesso serve molto di più: occorre procedere a dei rastrellamenti sui Nebrodi anche con l'esercito".

Crocetta in una intervista rilasciate a “L’Unità”, afferma che “da un paio d'anni abbiamo scoperto un giro di truffe spaventoso. Le famiglie mafiose si sono fatte assegnare i terreni destinati a pascolo nei parchi pagandoli 30 euro a ettaro e incassando contributi regionali ed europei pari a tremila euro a ettaro. Ovviamente, nessuno degli assegnatari dei terreni li ha usaticome pascolo. Messo a fuoco il meccanismo, abbiamo cominciato a ritirare tutte le concessioni. Con una legge regionale abbiano destinato quei terreni a cooperative con il certificato antimafia in regola che possono avviare attività agricole e di agriturismo. Insomma, in chiave di sviluppo con un occhio di riguardo ai giovani. I vecchi affidatari, i mafiosi, hanno provato a fare ricorso ma giusto una settimana fa il Tar ci ha dato ragione.
Ora questo protocollo sarà adottato anche dalla Regione Calabria. Questa battaglia si somma a tante altre: ci sono truffe sulle aree archeologiche, ci sono veterinari compiacenti che autorizzano macellazioni clandestine. Passo dopo passo stiamo riportando il territorio alla legalità. Nel fare questo abbiamo sottratto milioni e milioni di euro alle mafie. E loro sono passati alle armi”.

In una intervista a Il Mattino di Napoli, Crocetta parla di “criminalità che da Napoli a Messina, ha deciso di alzare il tiro contro le istituzioni e gli uomini che la combattono ogni giorno senza sconti”

All'indomani del vile agguato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, il governatore Rosario Crocetta, spiega il termine «scannato», contenuto in una lettera di minacce inviata ad Antoci ma riferitas pure allo stesso governatore siciliano: “Morirete scannati tu e Crocetta”.

«Considerai quelle parole terribilmente serie: avvertii un forte pericolo non tanto per me che da tredici anni vivo sotto scorta e sono abituato alle minacce, quanto per il presidente del Parco.
Sapevo che sarebbero passati ai fatti. Lo hanno fatto con un piano omicida tecnicamente riuscito, fallito soltanto per l'imprevista presenza sul luogo dell'agguato del dirigente del commissariato di Sant'Agata di Militello. Ieri non doveva essere lì, ma ha deciso
comunque di occuparsi della sicurezza di Antoci. Sapevo che avrebbero colpito. Di quel messaggio ho capito la fonte e le
motivazioni».

«Il barbaro termine utilizzato fa riflettere: il verbo «scannare»
rievoca una mafia primordiale, pronta a macellare uomini come macella capretti. Ma sarebbe un errore considerarla mafia arcaica, legata a pastorizia. Dietro i clan che imperversano in molti tenitori montani, nell'area di Tortorici, Cesarò e in tutta la zona dei Nebrodi si annidano rapporti sedimentati con gruppi metropolitani come quelli dei Santapaola e con i corleonesi, la cosca più potente dell'Isola».

“La questione è legata alla gestione dei terreni. In passato erano destinati a pascolo, ma spesso di armenti non si vedeva neanche l'ombra. Per la mafia era un vero affare: pagavano un affitto di 30 euro a ettaro, per ricavarcene 30mila su ciascuno, anche grazie alla
compiacenza di veterinari del sistema regionale che chiudevano un occhio, per così dire, sulle macellazioni clandestine. Una mafia tutt'altro che sprovveduta, guidata da menti capaci di studiare nuove opportunità criminose senza sparare».

“La mafia ha alzato il tiro perché il Parco dei nebrodi applica il protocollo di legalità siglato con la Prefettura di Messina amarzo del 2015. Sono state revocate concessioni su concessioni rilasciate in passato in modo superficiale e allegro, per così dire. Sono stati intaccati interessi enormi, abbiamo chiuso il rubinetto a milioni di euro di fondi europei sui quali la mafia faceva interessi milionari».

Mafia dei pascoli, Musumeci: si cominci dai “colletti bianchi”

“Prima di invocare l'arrivo dell'esercito per presidiare le campagne siciliane contro la presenza mafiosa, il governo della Regione farebbe bene a dire cosa vuol fare del proprio Corpo delle Guardie forestali. Un migliaio di uomini con funzioni di polizia giudiziaria, anni di esperienza alle spalle e una profonda conoscenza del territorio isolano, dei quali non si conosce la sorte. Distribuiti nelle nove province secondo logiche irragionevoli, con distaccamenti dotati spesso di una sola unità, con mezzi e risorse limitati e senza mai ricevere alcuna seria motivazione dai vertici regionali. Si cominci da casa nostra a dare l'esempio”.

“In ogni caso, la presenza degli uomini in divisa nelle zone rurali servirebbe da deterrente soprattutto per i malviventi. I mafiosi, che non vanno certo in giro per le campagne con la lupara a tracolla, si servono di utili "alleati" per portare avanti i loro loschi affari e le colossali truffe ai danni dello Stato. Dalla indagine condotta dalla nostra Commissione emergono preoccupanti omissioni da parte delle istituzioni locali (vedremo se per dolo o per paura) ed il coinvolgimento di settori della Pubblica amministrazione e di strutture di consulenza e di patronato. E' proprio con i "colletti bianchi" che si chiude il cerchio della dilagante mafia dei pascoli in Sicilia. Le Forze dell'ordine e la magistratura faranno come sempre la loro parte, ma la politica non si limiti ad esprimere solidarietà (spesso ipocrita) e ad invocare l'intervento degli altri”.
Lo dichiara il presidente della Commissione regionale Antimafia, Nello Musumeci, dopo l'attentato mafioso al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci.

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