Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

#PERMESSISOGGIORNO, A MESSINA LA MOBILITAZIONE NAZIONALE DI CGIL, CISL E UIL PER PROLUNGARE I PERMESSI

Messina, 28 giugno ’16 – Si è tenuta questo pomeriggio anche a Messina la mobilitazione nazionale dei sindacati per chiedere al Governo di adottare provvedimenti legislativi atti a prolungare la durata del permesso per attesa occupazione (almeno a 24 mesi) ed evitare che decine di migliaia di persone finiscano nelle mani del racket, del lavoro nero e del grave sfruttamento.
Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato con un sit-in sotto la sede della Prefettura, così come avvenuto in altre 70 città italiane. Dal 2011 ad oggi sarebbero quasi un milione i permessi di soggiorno non rinnovati, di cui almeno 400 mila per motivi di lavoro. È questo il quadro elaborato, sulla base di dati del Ministero dell’Interno e di Istat.

La crisi economica in Italia ha colpito duramente anche il lavoro degli stranieri negli ultimi anni, tanto che il loro tasso di disoccupazione ha raggiunto quota 17%. Sono moltissimi i lavoratori migranti che hanno abbandonato il Paese o che hanno perso il permesso di soggiorno e sono finiti nella trappola del lavoro sommerso, un tunnel da cui è difficilissimo uscire ed in cui vengono virtualmente cancellati i diritti fondamentali, civili e del lavoro. Ed in effetti, da una parte gli attuali 12 mesi concessi dalla legge a chi ha perso il lavoro non sono sufficienti a trovarne un altro, dall’altra non tutte le questure applicano alla lettera la circolare del Viminale del 9 luglio 2012, secondo la quale il permesso può essere rinnovato anche oltre i dodici mesi, in presenza di un “reddito minimo derivante da fonti lecite non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale”.
Malgrado ciò tra il 2014 e il 2015 oltre 300 mila permessi non sono stati rinnovati. Circa 100 mila stranieri si sono trasferiti all’estero e i restanti 200 mila sono scivolati nell’illegalità del lavoro sommerso, spesso con conseguenze ancora più drammatiche per i loro familiari a carico, con particolare riferimento ai minori, magari nati in Italia.

Cgil, Cisl, Uil hanno chiesto ripetutamente al governo la proroga della durata del permesso di soggiorno per attesa occupazione a 24 mesi; la messa in atto di politiche attive del lavoro, tese ad una maggiore inclusione sociale di tutti; di rivedere la posizione dei lavoratori stranieri che hanno perso lavoro e permesso; di combattere il lavoro nero e lo sfruttamento, purtroppo sempre più diffuso. Il lavoro nero, in molti settori produttivi, sta producendo situazioni di grave sfruttamento e sia spesso funzionale a fenomeni di tratta e lavoro forzato. Da qui la necessità di affrontare seriamente questo problema con l’adozione di provvedimenti legislativi atti a prolungare la durata del permesso per attesa occupazione (almeno a due anni) ed evitare che decine di migliaia di persone finiscano nelle mani del racket del lavoro nero e del grave sfruttamento.

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