Palermo, 7 giu. 2016 - E' morta Pina Maisano Grassi, vedova di Libero Grassi, l'imprenditore ucciso dalla mafia per essersi ribellato al racket delle estorsioni e del pizzo. Laureata in architettura, Pina Maisano Grassi aveva 87 anni. Colta da malore, è stata accompagnata dai figli Davide e Alice all'ospedale Villa Sofia dove si è spenta. Aveva sposato nel 1956 l’imprenditore Libero Grassi che all’inizio degli anni Novanta era stato cercato e minacciato da un esattore della mafia. Grassi aveva denunciato il tentativo di estorsione e poi aveva scritto una pubblica lettera al “geometra Anzalone”, nome di copertura dell’emissario, per lanciargli una sfida: non avrebbe mai pagato. Il caso ebbe una forte risonanza mediatica e provocò anche una divisione nella Confindustria. Il 31 agosto 1991 Libero Grassi venne ucciso. La sua rivolta venne proseguita dalla moglie che nel 1992 venne anche eletta senatrice nelle liste dei Verdi.
"Provo un dolore profondo per la morte di Pina Maisano Grassi. Una donna non solo erede di una grande storia, ma protagonista in prima persona di una battaglia di cambiamento per liberare la Sicilia da condizionamenti, malaffare, da tutte le mafie. Ha fatto un grande lavoro sia istituzionale, da parlamentare, che come cittadina, incontrando i giovani, andando nelle scuole, stando vicino a tutte quelle persone che ogni giorno si battono contro la mafia. Mi mancherà molto. E mancherà ai tanti siciliani onesti che vogliono che la nostra terra cambi definitivamente. Grazie Pina per ciò che ci hai dato". Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
“Pina Maisano Grassi è stata un punto di riferimento per tutti i siciliani onesti”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, commentando la notizia della scomparsa della vedova di Libero Grassi.
“Ha condiviso e portato avanti – aggiunge – l’impegno del marito per la legalità e lo sviluppo della Sicilia. Da donna delle istituzioni e da semplice cittadina ha sempre partecipato alla vita politica della sua terra, dimostrando che ogni cittadino è chiamato a dare il proprio contributo per cambiare le cose. Lo ha fatto anche dopo quel giorno drammatico del 1991. Una grande testimonianza di coraggio e amore per la libertà”.
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