Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

BORSELLINO: DOPO 24 ANNI MANCANO ANCORA VERITÀ E GIUSTIZIA

Palermo, 19 luglio 2016 – “Bisogna rimarginare la ferita ancora aperta della strage di via D’Amelio e delle altre stragi di mafia facendo giustizia. Lo Stato non deve avere paura, anche se questo significa svelare fatti terribili e drammatici”. Lo dice il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, ricordando il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina uccisi da Cosa nostra a Palermo il 19 luglio del 1992.

“Decine di processi – aggiunge – non sono stati ancora in grado di fare piena luce sul sistema di collusioni e sulle diverse trattative che in mezzo alle stragi hanno fatto capolino. Molte cose le conosciamo. Conosciamo gli errori fatti in alcuni accertamenti giudiziari, conosciamo soprattutto i buchi neri su cui bisogna ancora lavorare per svelare le diverse verità: quella giudiziaria, quella storica, quella delle collusioni con la politica, quella relativa alle responsabilità istituzionali”.
“Sono queste – conclude Lumia – le piste da battere per andare fino in fondo e rendere così giustizia a chi ha perso la vita nella lotta alle mafie”.


“L’urgente strage di via D’Amelio (come la definisce il testimone di giustizia Gioacchino Basile), immediatamente successiva a quella di Capaci, presenta, come la precedente, modalità davvero eccezionali per non godere di mandanti e coperture ben più potenti di quelle di qualche singolo frammento deviato dello Stato", afferma Giuseppe Bonanno Conti, dirigente nazionale di Forza Nuova.

" Nella lettura di quegli anni, però, non facciamo riferimento all'ipotesi della trattativa Stato-mafia.
Ritenere che le contiguità siano limitate alla singola fase storica della cosiddetta trattativa - spiega Giuseppe Provenzale, vicesegretario nazionale del Movimento e responsabile in Sicilia - è la teoria madre di tutti i depistaggi, utile a creare una cortina fumogena protettiva attorno a quell'articolata "Entità" - così la chiamò una volta Veltroni - che, formata da massonerie, Servizi, mafie, antimafie e caste di ogni genere - magistratura compresa - ha agito dietro tutte le stragi italiane per auto stabilizzarsi e gestire a più mani i grandi appalti; ecco perché di nessuna strage è dato conoscere la verità: è in gioco la sopravvivenza di un sistema che ha sempre la stessa natura, anche se non fa più ricorso all'esplosivo e al braccio armato di 'cosa nostra' ".

"Lanciamo senza peli sulla lingua il nostro atto d'accusa - conclude Bonanno Conti - e rendiamo i dovuti onori a Borsellino, e alle altre vittime di quella strage, che, con Falcone, fu uno dei pochi a voler davvero contrastare quel sistema articolato che ne volle la morte per poi piangere lacrime di coccodrillo".



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