Centri antiviolenza, Case rifugio: in Sicilia e nelle Isole l'88,6% hanno un ente promotore privato

L’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità rendono disponibile, tramite uno specifico sistema  informativo, un quadro integrato e tempestivamente aggiornato di informazioni ufficiali sulla  violenza contro le donne in Italia 2 . L’obiettivo è fornire dati e indicatori statistici di qualità che  offrano una visione di insieme su questo fenomeno attraverso l’integrazione di dati provenienti da  varie fonti (Istat, DPO, Ministeri, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centri antiviolenza,  Case rifugio e altri servizi come il numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking. 14/04/2025 -  Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.  Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.  Sono 4.157 i minori ospiti de...

CARLO MEUCCI, MIGRANTE, NAUFRAGO E FIGLIO SCOMODO

E’ in edicola, in libreria e online “Meucci, il figlio del... telefono, mendicante a Tindari” di Mimmo Mòllica, formato Kindle, la triste vicenda di Carlo Meucci, da tutti ritenuto figlio di Antonio Meucci, inventore del telefono, vissuto lungamente a Tindari, in provincia di Messina, dopo essere nato a New York, dove Carlo nacque il 3 o il 4 novembre 1872

12/07/2016 - Ecco, è già l’insicurezza sul suo reale giorno di nascita a dare l’idea di tutte le difficoltà incontrate per potere affermare con certezza che Carlo Meucci è figlio del grande inventore o se – invece – come afferma l’ingegner Basilio Catania, in conclusione dei suoi studi, “sembra probabile che Carlo Meucci abbia inventato una falsa identità”. Per quanto la sua data di nascita ‘oscilli’ tra il 3 e il 4 novembre 1872, su tutti i documenti rilasciati dai Comuni siciliani dove Carlo Meucci abitò e fu registrato anagraficamente, risulta essere figlio di Antonino Meucci ed Ester Mochi, vale a dire l’inventore del telefono e della costumista del teatro La Pergola di Firenze che Antonio Meucci sposò il 7 agosto 1834.

Carlo Meucci fu migrante, naufrago e figlio scomodo, in momento della storia dell’umanità fortemente segnato dalle migrazioni in cui “quella dell’identità non è una questione di secondaria importanza”, al di là del diritto all’identità stessa che mai cesserà d’essere questione di fondamentale importanza per l’essere umano e per la stessa società.
Il diritto all’onore, al decoro, alla reputazione, sono valori della persona tutelati (forse non abbastanza) dalla legge.

Carlo Meucci risulta essersi sposato a Venezia nel 1921, con Preghieri o Preghiera Anna, ovvero con Pugliese Anna o Marianna, come in data 15 gennaio 2016, il Comune di Marsala (Tp) certifica, su richiesta del sottoscritto, e come altri uffici anagrafici comunali analogamente attestano. Ma ci sono di mezzo tante peripezie, le difficoltà dei tempi, l’emigrazione e l’immigrazione, il naufragio mentre Carlo Meucci tornava in Italia dall’America, dove era andato a cercare il padre, scoprendo che era già morto, così come la madre.

Carlo Meucci stabilì la sua residenza in Sicilia, tra Mazara del Vallo, Marsala, Barcellona Pozzo di Gotto, Sant’Agata Militello e Tindari. E sarà in questi Comuni che l’identità di Carlo Meucci verrà trascritta e certificata. Chi leggerà questo volume avrà modo di rendersi conto delle difficoltà incontrate nel tentativo di ricostruire la vita di Carlo Meucci, di attribuirgli un’identità certa e risalire ad una verità che potrebbe dirsi ‘scomoda’, così come ‘figlio scomodo’ è stato definito Carlo Meucci in un titolo giornalistico.

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