A margine dell’articolo – intervista a Maurizio Landini pubblicato il 14 agosto da “Il Manifesto”. Presa di posizione di Maurizio Landini ci vede d’accordo come Risorgimento Socialista con l’impianto generale del ragionamento sviluppato dal segretario generale della FIOM-CGIL ed oggi ben rappresentato in un articolo di Roberto Ciccarelli sulle colonne de “Il Manifesto”
16 agosto 2016 - La Come socialisti autonomi e a sinistra concordiamo con il senso del ragionamento e riteniamo importante e tutt’altro che casuale che una simile riflessione venga dal mondo del lavoro e del sindacato. Affermazioni come rivedere i trattati UE e rifiutare i “pannicelli caldi” delle deroghe in flessibilità sono tutti dati che come socialisti riteniamo necessari ed evidenti. Non abbiamo alcun problema o remora dunque a condividere, direi in modo tutt’altro che casuale, le analisi del segretario della FIOM. Siamo d’accordo nell’identificare come fondamentale e centrale, non da oggi, l’impegno che a sinistra, le sinistre, noi inclusi, dovranno profondere, senza se e senza ma, per affermare socialmente e anche poi con il voto referendario le ragioni del NO alla “riforma” costituzionale.
È questa una battaglia di difesa della Costituzione, delle prerogative democratiche che possiamo e dobbiamo vincere che dovrà vedere chiunque è e si pone a sinistra, oltre le appartenenze e le differenze, impegnato, nel dopo voto, a ripristinare tutta una serie di garanzie oggi violate da provvedimenti quali la cancellazione l’articolo 18 e quelli della liberalizzazione dei licenziamenti.
L’intervista di Ciccarelli a Maurizio Landini ripropone tutta una serie di temi, analisi che noi abbiamo da tempo sviluppato e che dimostra che quello che unisce a Sinistra, in concreto, tolte le sovrastrutture, le vecchie appartenenze, i personalismi e le esigenze dei diversi apparati dirigenti ancora in armi, è più di quello che divide. Questa constatazione può essere gravida di conseguenze a patto che si abbandonino vecchie logiche e si lavori per quella sinistra unita, federale e plurale che più o meno tutti a parole auspicano salvo poi spesso osteggiarne nascita e sviluppo.
Da socialisti, fieri della migliore, più vitale tradizione della sinistra, delle sinistre socialiste di questo Paese non abbiamo alcun problema a lavorare fianco a fianco, cosa che sui Territori già facciamo, con compagne e compagni che vengono da altre storie, tradizioni ed esperienze.
In tale prospettiva l’articolo ospitato oggi da “Il Manifesto” rende nudo il Re e non mi riferisco né a Renzi né al PD o tantomeno alla sua eterogenea maggioranza parlamentare, PSI nenciniano incluso, quanto bensì alle attuali, immarcescibili classi dirigenti della sinistra nostrana che possono e debbono fare un passo indietro, ora e subito, per determinare un’agibilità politica alternativa e a sinistra del PD neo centrista.
Se all’analisi si sarà conseguenti con i fatti i Socialisti autonomi e a sinistra di Risorgimento Socialista ci saranno per costruire tutti insieme la Sinistra del presente e del futuro.
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