Giovedì Santo: a Caltanissetta uno dei momenti più intensi e identitari della Settimana Santa

Giovedì Santo a Caltanissetta: il cuore pulsante della Settimana Santa.    Attesa per oltre un anno, la processione del Giovedì Santo a Caltanissetta rappresenta uno dei momenti più intensi e identitari dell’intera Settimana Santa. È l’evento simbolo che unisce fede, tradizione e appartenenza in un rito collettivo che coinvolge l’intera comunità nissena e attrae ogni anno centinaia di visitatori da tutta Italia. 16/04/2025 - Per un giorno, la città si trasforma in un grande palcoscenico a cielo aperto: carico di emozioni, luci e suggestioni, dove ogni angolo racconta una storia, ogni volto rivela un senso profondo di attaccamento alla propria terra. È la giornata in cui ogni nisseno, anche chi vive lontano, sente un richiamo viscerale verso casa. Un legame indissolubile che trova la sua massima espressione nella storica processione delle Vare, i grandiosi gruppi scultorei che raffigurano le scene della Passione di Cristo e che percorrono le vie del centro cittadino in un cam...

SCUOLE, LETTERA DEI GEOLOGI AL MINISTRO GIANNINI

13/09/2016 - Onorevole Ministro, a valle del terremoto dello scorso 25 agosto che ha colpito l’Italia centrale corre l’obbligo di fare alcune riflessioni, purtroppo sempre legate dallo stesso tragico filo conduttore. La devastazione e la perdita di vite umane stavolta ha risparmiato, ma solo per una congiuntura temporale, alunni e docenti, ma non ha risparmiato comuni cittadini e figli della nostra terra. I dati sull’edilizia scolastica aggiornati dalla Presidenza del Consiglio parlano di numeri impressionanti: in Italia ci sono circa 28000 scuole ricadenti in aree sismicamente attive, ad alto o elevatissimo rischio sismico, alle quali se ne sommano altre 7000 ricadenti in aree ad elevato rischio idrogeologico. Un problema tutto geologico, che meriterebbe maggiore attenzione e un approccio culturale completamente diverso. Parliamo di un patrimonio edilizio che per il 60% è stato costruito prima del 1974, anno di entrata in vigore delle prime norme antisismiche, molti altri sono stati costruiti o messi in sicurezza prima del 2000, o comunque in epoca antecedente alla revisione delle mappe sismiche e la conseguente revisione normativa del 2009 (NTC 2008). Conseguenza ne è che la stragrande maggioranza degli edifici scolastici è stata progettata o adeguata seguendo criteri di protezione antisismica in parte o del tutto inadeguati alla reale sollecitazione sismica attesa.

Quella del 2009, con l’entrata in vigore delle NTC (DM 14/01/2008), è stata davvero una rivoluzione sotto il punto di vista sia qualitativo che quantitativo rispetto al modo di progettare in maniera antisismica, sulla base di certezze geologiche determinate da indagini in sito, sulle reali proprietà dei terreni di dissipare o amplificare l’onda sismica (risposta sismica locale) e su certezze generali non più desunte da valutazioni soggettive, come la reale interazione tra struttura e terreno.
La conoscenza geologica del sottosuolo, tuttavia, non sempre è stata posta alla base di ogni intervento puntuale di edificazione o di pianificazione urbana, con conseguente deficit cognitivo che in taluni casi ha determinato eventi drammatici improvvisi ed imprevisti, come il recente crollo a Napoli di un’ala della facoltà di veterinaria, a causa della presenza di una cavità.
Ancora una volta, quindi dobbiamo evidenziare che la valutazione di tutti i rischi geologici è la base di partenza imprescindibile per la buona progettazione.
E’ sicuramente degna di apprezzamento l’azione che il Governo ha posto in essere con le iniziative di #scuolasicura, mediante un impegno economico finalizzato proprio alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico.

Ma tutto ciò, Onorevole Ministro, non basta…
L’istituzione di un Osservatorio per l’Edilizia Scolastica, previsto dall’art. 6 della Legge n.23 del 1996, rilanciato con forza lo scorso 8 gennaio, non contempla, ad oggi, la rappresentanza del mondo geologico, soggetto professionale determinante nella pianificazione e nella gestione delle situazioni di rischio, sia di tipo sismico che idrogeologico (frane, alluvioni), nonché di tipo ambientale.
Lo stato di conservazione degli edifici, lo stato dei solai (DM 7 agosto 2015 n. 594) ed ogni altra azione volta a rafforzare la sicurezza degli edifici scolastici, manca di un substrato di conoscenza legato alla natura del sottosuolo e delle possibili amplificazioni locali dell’onda sismica, oltre che di tutti gli altri rischi geologici come presenza di frane sovraincombenti, di sabbie nel sottosuolo che espongono il sito al fenomeno della liquefazione, di cavità naturali, etc.

Al fine di dare un senso compiuto al prezzo che il Paese ha pagato negli eventi di San Giuliano di Puglia e della Casa dello Studente dell’Aquila, la svolta consiste nel creare sinergia tra le varie componenti del mondo tecnico e politico affinché queste cose non accadano più; anche nel recente terremoto ancora una volta le scuole sono rimaste danneggiate o addirittura sono parzialmente crollate come nel caso di Amatrice, in alcuni casi proprio per problemi di amplificazioni sismiche locali connesse alla natura puntuale del sottosuolo.
Il terremoto porta con sé una componente poco considerata, quella devastazione interiore delle popolazioni locali che mai potrà essere cancellata dall’animo di chi ha vissuto tragedie e la scuola rappresenta un punto di ripartenza sociale, ma non basta la prevenzione dal punto di vista esclusivamente urbanistico: per la prevenzione è essenziale iniziare dalla cultura geologica già nelle scuole.

Invece nel Paese che possiede enormi georisorse, ma che allo stesso tempo è pervaso da tutti i georischi (sismico, idrogeologico e vulcanico), paradossalmente nelle scuole italiane manca l’insegnamento delle Scienze Geologiche.
Sarebbe opportuno al contrario partire proprio dalle nuove generazioni e prevedere la Geologia come materia da insegnare ai nostri studenti nei licei, istituendo indirizzi di scienze applicate a carattere vulcanologico-petrografico o geologico-sismologico, anche al fine di creare conoscenza e consapevolezza, come sarebbe opportuno approvare la legge “salva geologia” che da troppo tempo langue in Parlamento, per porre rimedio alla Legge Gelmini che con una disastrosa politica di tagli lineari ha portato alla chiusura della stragrande maggioranza dei Dipartimenti di Geologia e Scienze della Terra, che da circa 30 oggi sopravvivono solo in 8.
In conclusione, Onorevole Ministro, contiamo nella Sua sensibilità, certi che vorrà mettere in campo quanto da noi auspicato, a partire dall’inserimento della componente geologica all’interno dell’Osservatorio per l’Edilizia Scolastica.
Nell’augurarLe buon lavoro, attendiamo un Suo riscontro e intanto La salutiamo ossequiosamente.

Domenico ANGELONE Francesco PEDUTO
Delegato ai rapporti con il MIUR Presidente del CNG



Commenti