Lipari, 11 novembre 2016 - Si è conclusa la prima tappa del workshop “Between the wrinkles of an unexpected glacier – Lipari discovering white pumice quarries” organizzato dal Politecnico di Milano Dipartimento di Architettura e Studi Urbani DASTU e dalla Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni AUIC con la collaborazione del Comune di Lipari.
I lavori verranno completati entro maggio 2017 con la consegna di idee progetto all’amministrazione Giorgianni ed il tema del recupero delle cave di pomice è di estremo fascino e ha suscitato grande interesse negli studenti. I docenti Michele Ugolini, Stefania Varvaro e Rossana Gabaglio, dei Laboratori di Progettazione degli Interni e Conservazione del Costruito e di Design and Preservation del Politecnico di Milano nel corso di laurea magistrale in Progettazione Architettonica, e circa 80 studenti di cui oltre 50 provenienti da tutto il mondo, hanno lavorato intensamente per 5 giorni intorno al tema del recupero delle cave di pomice di Lipari: sopralluoghi, visite e conferenze si sono susseguiti senza sosta per comprendere e conoscere un territorio, cercare di farlo proprio, assorbirne le dimensioni, le peculiarità, la matericità, la ricchezza culturale.
“E' fondamentale che un progetto, a maggior ragione didattico, debba basarsi su una conoscenza approfondita dei luoghi in cui si pensa di intervenire - sottolinea il Prof. Michele Ugolini - L'obiettivo era quello di far avvicinare gli studenti alla straordinaria bellezza dell'isola: la bellezza della sua straordinaria natura e la bellezza di una ricchissima storia che l'ha resa crocevia di popoli e civiltà”. L'intento, attraverso un percorso di conoscenza teso ad approfondire aspetti multidisciplinari – da quelli naturalistici, geologici e vulcanologici, a quelli storici, culturali e di riflessione progettuale – va inteso come necessaria premessa per una progettazione pienamente consapevole. Lipari e le sue cave di pomice con la montagna erosa a fianco del vulcano, i fabbricati vecchi e nuovi, le strutture produttive abbandonate, rappresentano una realtà complessa che necessitava un coinvolgimento diretto degli studenti che sono stati chiamati a interrogarsi su quale possa essere un’ipotesi di riconversione dell'area.
L’approccio didattico è volto a sondare diverse strategie possibili nell’ambito di un progetto condiviso per un grande parco geominerario. All’interno di questo sistema di parco si delineano i temi della memoria storica legata al lavoro dei cavatori, della natura vulcanica dell’isola, dell’agricoltura, della riserva marina, del portare a nuova vita le vecchie affascinanti strutture edilizie che cadono a picco sul mare, coinvolgendo da 0 a 476 metri tutta l’area compresa tra Canneto ed Acquacalda, dal mare alla punta di Monte Pilato, dalla bianca leggerezza della pomice, al nero assoluto dell'ossidiana. Si costituisce così una trama di progettualità ricca a cui gli studenti sono invitati a dare risposte. L’idea è di offrire all’amministrazione Comunale e alla comunità un panorama di soluzioni diversificate, compatibili con le esigenze del territorio ma volte ad indagare aspetti e programmi funzionali diversi.
Angelo Sidoti
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