Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

PRECARIATO, UN SALDO INFERIORE A QUELLO DEL 2015, SUPERIORE AL 2014

Osservatorio sul precariato, Pubblicati i dati di novembre 2016. La consistenza dei rapporti di lavoro

Roma, 19 gennaio 2017Nei primi undici mesi del 2016, nel settore privato, si registra un saldo, tra assunzioni e cessazioni, pari a +567.000, inferiore a quello del corrispondente periodo del 2015 (+688.000) e superiore a quello registrato nei primi undici mesi del 2014 (+313.000). Su base annua, il saldo consente di misurare la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro. Il saldo annualizzato (vale a dire la differenza tra assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi) a novembre 2016 risulta positivo e pari a +506.000, compresi i rapporti stagionali. Il risultato positivo è imputabile prevalentemente al trend di crescita netta registrato dai contratti a tempo indeterminato, il cui saldo annualizzato, pari a +339.000, è ancora debitore dell’intensa dinamica di crescita registrata a fine 2015; nel corso del 2016, inoltre, i contratti a tempo determinato hanno significativamente recuperato la contrazione registrata sul finire del 2015 a causa dell’alta quota di trasformazioni in contratti a tempo indeterminato: il loro saldo annualizzato risulta infatti pari a +146.000 (inclusi i contratti stagionali).

LA DINAMICA DEI FLUSSI

Complessivamente le assunzioni, sempre riferite ai soli datori di lavoro privati, nel periodo gennaio-novembre 2016 sono risultate 5.323.000, con una riduzione di 320.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-5,7%). Nel complesso delle assunzioni sono comprese anche le assunzioni stagionali (510.000).

Il rallentamento delle assunzioni ha riguardato principalmente i contratti a tempo indeterminato: –547.000, pari a –32,3% rispetto ai primi undici mesi del 2015. Anche questo calo va considerato in relazione al forte incremento delle assunzioni a tempo indeterminato registrato nel 2015, anno in cui dette assunzioni potevano beneficiare dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per un periodo di tre anni. Analoghe considerazioni possono essere sviluppate per la contrazione del flusso di trasformazioni a tempo indeterminato (-34,8%).

Per i contratti a tempo determinato, nei primi undici mesi del 2016, si sono registrate 3.451.000 assunzioni, in aumento sia sul 2015 (+6,7%), sia sul 2014 (+9,9%).

Per i contratti in apprendistato si conferma il trend di crescita già rilevato anche negli aggiornamenti dei mesi precedenti. In particolare, rispetto all’analogo periodo del 2015, le assunzioni in apprendistato aumentano di 47.000 unità (+27,5%).

I contratti stagionali registrano una riduzione del 6,6%.

In relazione all’analogo periodo del 2015, le cessazioni nel complesso, comprensive anche dei rapporti di lavoro stagionale, risultano diminuite del 4,0%. La riduzione è più consistente per i contratti a tempo indeterminato (-7,0%) che per quelli a tempo determinato (-1,0%).

Analizzando le cessazioni per tipologia, i licenziamenti complessivi relativi a rapporti di lavoro a tempo indeterminato, pari a 562.000, risultano in modesto aumento rispetto al 2015 (540.000) e in leggero calo rispetto al 2014 (570.000). Sul trend degli ultimi mesi ha inciso l’introduzione dell’obbligo delle dimissioni on line. Il tasso di licenziamento (calcolato rispetto all’occupazione esposta al rischio ad inizio anno) per i primi undici mesi del 2016 (5,2%) risulta inferiore rispetto a quello corrispondente del 2015 (5,3%).

Nei primi undici mesi del 2016 le cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato per dimissioni sono state pari a 722.000 (-13,6% rispetto al 2015).

Con la legge di stabilità 2016 è stata introdotta una nuova forma di incentivo rivolta alle assunzioni a tempo indeterminato e alle trasformazioni di rapporti a termine di lavoratori che, nei sei mesi precedenti, non hanno avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La misura dell’agevolazione prevede l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (esclusi i premi INAIL) in misura pari al 40% (entro il limite annuo di 3.250 euro) per un biennio dalla data di assunzione.

Nei primi undici mesi del 2016 le assunzioni con esonero contributivo biennale sono state pari a 358.000, le trasformazioni di rapporti a termine che beneficiano del medesimo incentivo ammontano a 134.000, per un totale di 492.000 rapporti di lavoro agevolati. I rapporti di lavoro agevolati rappresentano il 34,4% del totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato. Nel 2015, l’incidenza delle assunzioni e trasformazioni agevolate (con abbattimento totale dei contributi a carico del datore di lavoro per un triennio), sul totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato, era stata pari al 60,8%.

LE RETRIBUZIONI INIZIALI DEI NUOVI RAPPORTI DI LAVORO

Quanto alla composizione dei nuovi rapporti di lavoro in base alla retribuzione mensile, si registra, per le assunzioni a tempo indeterminato intervenute nei primi undici mesi del 2016, una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro, che passa dal 61,1% del 2015 al 57,8% del 2016. Si tratta di una tendenza registrata anche nei mesi precedenti.

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