Appalti pubblici, Antoci dopo il caso Palermo: "La digitalizzazione degli appalti non diventi una nuova zona grigia del malaffare”

SANITÀ E APPALTI DIGITALI, L’UE CHIAMATA A CHIARIRE DOPO IL CASO PALERMO.  Antoci: “La tecnologia negli appalti pubblici deve rafforzare la trasparenza, non renderla aggirabile.  La digitalizzazione degli appalti   deve diventare garanzia di integrità, non una nuova zona grigia dove il malaffare si reinventa.”   Bruxelles, 11/04/2025 – Un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo ha svelato un inquietante meccanismo di manipolazione delle gare pubbliche gestite attraverso piattaforme digitali. In particolare, un funzionario dell’Arnas Civico, con la complicità di soggetti privati, avrebbe eluso i controlli del sistema telematico di gara, suggerendo modifiche tecniche a un’impresa per farle ottenere l’appalto, in violazione della normativa e dei principi di imparzialità e concorrenza. Di fronte a questo allarmante caso, l’europarlamentare Giuseppe Antoci ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere quali misure intenda adotta...

CAPITALEMESSINA, SALMERI: “NEL MONDO DI ACCORINTI QUALCUNO COMINCIA A COMPRENDERNE LIMITI ED ERRORI”

“Nel mondo di Accorinti qualcuno comincia a comprenderne limiti ed errori. Su Messinaservizi ragionevole la posizione di Conti Nibali. Irragionevole, ma non è la prima volta, quella di Ialacqua”. Il documento di CapitaleMessina a firma di Gianfranco Salmeri

Messina, 30 giugno 2017 - Fa piacere che nell’eterogeneo mondo dei sostenitori dell’esperienza Accorinti, qualcuno cominci a comprenderne limiti ed errori e che realizzi come il dogmatismo ideologico nelle scelte strategiche di una amministrazione locale crei solo mostri.
Colui che da sempre è considerato uno degli strateghi della elezione di Accorinti, il principale “consigliere del principe”, Elio Conti Nibali, assume una posizione che appare di complessiva dissociazione dalle politiche della Giunta. In particolare critica, a ragione veduta, l’atteggiamento ambiguo tenuto in occasione della votazione “Messinaservizi”, dove la Giunta ha paventato il rischio di licenziamento dei lavoratori, mentre invece era noto, il capo dell’Ispettorato del Lavoro lo sosteneva da tempo, che tale rischio non c’era. E si è rivelata strumentale la minaccia dell’improrogabilità del servizio di Messinambiente, cosa anche questa smentita dai fatti.
Inoltre invita l’Amministrazione a valutare la proposta di alcuni consiglieri comunali di aprire la società Messinaservizi a partner esterni.

La posizione di Conti Nibali è ragionevole. Noi sosteniamo da tempo che le cose le debba fare chi ha dimostrato di saperle fare meglio.
Non si tratta di esaltare il ruolo del privato tout court, ma di rivolgersi a chi, pubblico o privato che sia, abbia il know-how, l’esperienza per rivoluzionare il sistema dei rifiuti a Messina, altrimenti destinato all’ennesima gestione fallimentare.
E irragionevole invece, ma non è la prima volta, la posizione di Ialacqua. “La gestione da noi immaginata” dichiara l’assessore “è pubblica e locale. Perché cercare partner esterni?”
Perché, è la risposta, un buon amministratore dovrebbe, nell’interesse della città, ricercare la collaborazione ed il contributo di partner con esperienze di successo nel ramo di interesse, a prescindere dalla loro provenienza.

D’altro canto l’Amministrazione Accorinti, in questi anni, ha ripetutamente reclutato amministratori, Ciacci, Rossi, Foti, Eller, Cuzzola, lo stesso Le Donne, provenienti da altre realtà. Ed è giusto che sia così. Noi non condividiamo l’irrigidimento ideologico sulla natura pubblica della società di servizi, quando anche il segretario del partito comunista cinese inneggia al libero mercato, ma ancora meno riusciamo a comprenderne il pregiudizio geografico.

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