"Riina è perfettamente lucido e orientato nel contesto”. Depositato in segreteria la relazione di servizio di un agente penitenziario su alcune esternazioni in carcere del boss. In concomitanza dell'udienza del 30 marzo scorso del processo sulla trattativa Stato-mafia Riina ha parlato dei rapporti tra Ciancimino e Licio Gelli, dei suoi rapporti con Provenzano. Lo ha detto all'udienza del dibattimento sulla trattativa Stato mafia il pm Nino Di Matteo.
Palermo, 9 giugno 2017 - "Riina è perfettamente lucido e orientato nel contesto. Abbiamo depositato in segreteria la relazione di servizio di un agente penitenziario su alcune esternazioni in carcere del boss. In concomitanza dell'udienza del 30 marzo scorso del processo sulla trattativa Stato-mafia Riina ha parlato dei rapporti tra Ciancimino e Licio Gelli, dei suoi rapporti con Provenzano e della morte dell'ex vice del Dap Francesco Di Maggio". Lo ha detto all'udienza del dibattimento sulla trattativa Stato mafia il pm Nino Di Matteo.
“C’è un piano giuridico e c’è un piano morale, ma in questo caso non si può prescindere da un concetto di fondo: Totò Riina rappresenta il male assoluto di una stagione di sangue indelebile per l’intero Paese. I nomi delle vittime di Cosa nostra sono scolpiti nella nostra memoria collettiva e i loro familiari pagano ogni giorno il conto delle barbarie commesse dalla mafia. A Totò Riina la morte dignitosa può essere garantita nelle strutture sanitarie carcerarie. Gli arresti domiciliari o il ritorno in libertà sarebbe un’offesa enorme e incomprensibile per ha chi ha pagato con la vita il terrore della mafia e dei suoi capi”.
Cosi commentano i rappresentanti del coordinamento regionale Articolo 1-Mdp Angelo Capodicasa , Mariella Maggio e Pippo Zappulla l’istanza dalla prima sezione penale della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso del difensore del boss mafioso Totò Riina, detenuto per vari ergastoli al carcere a vita, per il differimento della pena o, in subordine, la detenzione domiciliare.
“Questa sentenza è pericolosa, rischia di aprire un varco per altri ricorsi di tanti detenuti eccellenti che si trovano al regime del carcere duro e non solo - aggiungono Capodicasa, Maggio e Zappulla - In questo momento tutti abbiamo bisogno di una giustizia che sia s’ equa e solidale ma che dia soprattutto certezze soprattutto guardando alle nuove generazioni. Nella vita chi sbaglia deve pagare, questo deve essere il senso di parole che fin troppo spesso tornano alla mente di ognuno di noi: giustizia e rispetto”.
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