Appalti pubblici, Antoci dopo il caso Palermo: "La digitalizzazione degli appalti non diventi una nuova zona grigia del malaffare”

SANITÀ E APPALTI DIGITALI, L’UE CHIAMATA A CHIARIRE DOPO IL CASO PALERMO.  Antoci: “La tecnologia negli appalti pubblici deve rafforzare la trasparenza, non renderla aggirabile.  La digitalizzazione degli appalti   deve diventare garanzia di integrità, non una nuova zona grigia dove il malaffare si reinventa.”   Bruxelles, 11/04/2025 – Un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo ha svelato un inquietante meccanismo di manipolazione delle gare pubbliche gestite attraverso piattaforme digitali. In particolare, un funzionario dell’Arnas Civico, con la complicità di soggetti privati, avrebbe eluso i controlli del sistema telematico di gara, suggerendo modifiche tecniche a un’impresa per farle ottenere l’appalto, in violazione della normativa e dei principi di imparzialità e concorrenza. Di fronte a questo allarmante caso, l’europarlamentare Giuseppe Antoci ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere quali misure intenda adotta...

EX PROVINCE REGIONALI: “I SICILIANI SANNO BENE DI CHI SONO LE RESPONSABILITÀ DI QUESTO IMMANE DISASTRO”

Lettera aperta ai deputati dell’ars. Il Capo Gruppo M.L.I. Roberto Cerreti: “I siciliani e la Sicilia sanno bene di chi e quali sono le responsabilità di questo immane disastro, che rischia nei prossimi giorni di portare tutte e nove le ex Province siciliane al dissesto economico e finanziario, a meno che non si rintraccino 200 milioni di euro”

Messina, 3 Agosto 2017 - Ill.mi Onorevoli, la presente per denunziare, a nome di tutti coloro che negli anni hanno creduto e si sono spesi nelle Istituzioni provinciali, l'enorme stato di disagio ed il reale pericolo di dissesto finanziario a cui sono esposte le ex Province Regionali siciliane, ridotte all'osso da politiche antidemocratiche ed ai limiti della costituzionalità che, permeate dalle cosiddette "logiche di interesse politico e partitiche", hanno e stanno creando enorme nocumento all’intero territorio regionale. Lo scrivente Movimento per primo e già in passato, aveva manifestato le proprie perplessità in termini di legittimità ed incostituzionalità della norma che ha deciso la "pseudo abolizione delle province siciliane", rivolgendosi e presentando ricorso nelle sedi giudiziarie competenti.

Oggi e dopo le risultanze dell'ultimo referendum, capiamo che quella legge non piaceva ai siciliani, anche se, purtroppo, si è stati costretti inermi ad assistere al massacro degli Enti provinciali e delle loro già precarie economie, ovviamente a discapito dei territori provinciali e dei cittadini.
Per quanto sopra e per i profili costituzionali emersi a livello nazionale, poco si comprende, al cospetto della rapidità con cui si è deliberata l'abolizione delle province, la lentezza del Parlamento siciliano, nel portare in Aula l’argomento e ripristinare le Province siciliane.

Vogliamo ricordare che quell'improvvida decisione è costata ai territori provinciali centinaia di migliaia di milioni di euro per le mancate trasferenze statali e per la conseguente drastica riduzione degli stanziamenti regionali in favore delle ex Province regionali, che hanno visto i propri bilanci trimezzati rispetto al 2013, con le conseguenti e gravi difficoltà nel poter continuare ad intervenire, secondo le proprie competenze, in quei settori strategici, tra i quali vogliamo ricordare l’edilizia scolastica e la viabilità provinciale.
Se qualcuno pensa, sottraendosi alle proprie responsabilità, di rinviare la deliberazione di ripristino delle province in Sicilia, per evitare cattive figure rispetto al disastro amministrativo e normativo commesso, e di riempire le proprie liste regionali con i "trombati" ex consiglieri provinciali, pensiamo sia proprio fuori strada!

I siciliani e la Sicilia sanno bene di chi e quali sono le responsabilità di questo immane disastro, che rischia nei prossimi giorni di portare tutte e nove le ex Province siciliane al dissesto economico e finanziario, a meno che non si rintraccino 200 milioni di euro.
È arrivato il momento di intervenire in maniera seria e concreta per ripristinare la democrazia in Sicilia e nei territori provinciali, i Siciliani non possono più aspettare.
Vi invitiamo pertanto, in nome del popolo sovrano a far rispettare la Costituzione Italiana, la volontà popolare e soprattutto a scongiurare quelle "logiche" che parrebbe vogliano lasciare in eredità al Governo che verrà, Enti in dissesto e migliaia di dipendenti e famiglie siciliane in pericolo di sopravvivenza.


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