Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

BINDI: TRA GLI ISCRITTI ALLE LOGGE MASSONICHE DI CALABRIA E SICILIA CI SONO CONDANNATI PER 416 BIS

L’Antimafia era intervenuta a inizio marzo con gli uomini del Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) della Guardia di Finanza sequestrando le liste degli affiliati di Calabria e Sicilia delle quattro principali associazioni massoniche italiane: Il Grande Oriente d’Italia, la Gran Loggia Regolare, la Serenissima Gran Loggia d’Italia e la Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori.

ROMA, 25/09/2017 – Rosy Bindi, presidente della Commissione Nazionale Antimafia nel corso della trasmissione "Presadiretta" di Riccardo Iacona, dal titolo "I Mammasantissima", che andrà in onda stasera in prima serata alle 21.15 su Rai3, descrive con preoccupazione i primi risultati del lavoro della Commissione sui rapporti tra mafia e massoneria.
«I primi risultati dimostrano che tra gli iscritti alle logge massoniche di Calabria e Sicilia, ci sono alcuni nominativi di condannati per 416 bis, quindi per associazione mafiosa, nonché un numero rilevante di situazioni giudiziarie in itinere, imputati, rinviati a giudizio, sia di reati di mafia che di quelli che comunemente chiamiamo i reati spia di comportamenti mafiosi o comunque di collusione con la mafia».

«La nostra - precisa l’on. Rosy Bindi - non è un’inchiesta sulla massoneria, ciò che la Commissione Antimafia sta facendo è un’inchiesta sui mafiosi massoni. Per noi è molto importante questa inchiesta perché si parla di una sorta di nuova organizzazione delle mafie che vede insieme pezzi delle mafie, pezzi della massoneria, dello Stato, delle classi dirigenti del nostro Paese».

Nessuna loggia massonica ufficiale aveva consegnato i nomi degli iscritti alla scadenza fissata dalla Commissione alla data dell’ 8 febbraio 2017: richiesta della Commissione parlamentare Antimafia delle liste degli iscritti alle logge calabresi e siciliane.

Il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, aveva risposto così a una domanda durante l’audizione come testimone in Commissione Antimafia: “Sulla consegna degli elenchi ho scritto una lettera alla presidente Bindi motivando il perché la consegna degli elenchi non può avvenire. Si ritiene che consegnando gli elenchi dei 23mila fratelli del Grande Oriente si compierebbe un reato, il Parlamento ha approvato una legge sulla privacy che tutela la riservatezza dei dati sensibili”. Bisi è stato convocato dopo l’arresto dei fratelli Occhionero, accusati di aver carpito dati a oltre 18mila persone. Tra le vittime del cyberspionaggio, secondo le indagini della Procura di Roma, ci sarebbe stato anche Bisi che ha sospeso Giulio Occhionero iscritto alla loggia massonica.

Commenti