Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

MAFIA: COLPO AL CLAN RINZIVILLO, 37 ARRESTI TRA ITALIA E GERMANIA

L'indagine delle Dda di Roma e Caltanissetta è stata coordinata dalla Procura nazionale Antimafia e Antiterrorismo con la partecipazione della Polizia criminale tedesca. Eseguite a Colonia 2 ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari. I 35 provvedimenti eseguiti in Italia hanno visto impegnati oltre 600 tra Guardie di Finanza, Carabinieri e uomini della Polizia di Stato della Questura di Caltanissetta. Sequestrati anche beni e società per 11 milioni. Gli arresti sono stati eseguiti in Sicilia, Lazio, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, nonché in Germania. 

04/10/2017 - Finite agli arresti 37 persone affiliate al clan mafioso dei Rinzivillo, a conclusione di un’operazione terminata questa mattina In Italia e all’estero, che ha visto il coinvolgimento di più autorità giudiziarie, la D.D.A. di Roma, la D.D.A. di Caltanissetta, la Procura di Karlsruhe e di Colonia, nonché di tutte le forze di polizia italiane e della Polizia criminale di Colonia.
L’associazione mafiosa con base a Gela (Caltanissetta) ma con interessi criminali sul resto del territorio siciliano, nel Lazio, in Lombardia e in Germania, si occupava di estorsioni, traffico di droga, riciclaggio, ricettazione; gli affiliati devono rispondere anche di intestazione fittizia di società e illegittima detenzione di armi.
L’indagine ha svelato una rete di affari del clan nella Capitale e al Nord Italia, in particolare in Lombardia e in Germania, dove i Rinzivillo stavano creando una rete per il traffico di droga in contatto con il latitante della ‘Ndrangheta calabrese Antonio Strangio, titolare del ristorante dove nel 2007 avvenne la stage di Duisburg.
Alla stessa cosca sono stati disposti sequestri preventivi di società gelesi che commerciano all’ingrosso in pesce congelato e surgelati e attività connesse con le lotterie e le scommesse; sono inoltre state sequestrate le partecipazioni a tre società, denaro contante e un’autovettura di grossa cilindrata, per un ammontare complessivo di circa 11 milioni di euro.

Nello specifico le indagini della Squadra mobile di Caltanissetta, con la collaborazione del Commissariato di Gela, e del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Roma hanno portato all’arresto di 31 persone, di cui tre in Germania, per associazione di stampo mafioso, plurimi episodi di estorsione e detenzione illegale di armi, riciclaggio, intestazione fittizia di società al fine di eludere la normativa antimafia in materia di misure di prevenzione patrimoniali e traffici di droga.

L’organizzazione è risultata composta da un’ala criminale, che si occupava di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, estorsioni, intestazioni fittizie e traffico di armi e da un’ala imprenditoriale, che si occupava invece di edilizia, di trasferimento fraudolento di beni nonché di commercializzare autoveicoli, alimenti in genere e prodotti ittici.
L’operazione ha portato in carcere anche il boss Salvatore Rinzivillo, 57 anni, scarcerato nel 2013 dopo aver scontato una condanna per mafia, fratello di due ergastolani al “41 bis” e da tempo residente a Roma. Tra i suoi complici c’è Santo Valenti, imprenditore ortofrutticolo, un altro siciliano da tempo stabilitosi a Roma: secondo l’accusa faceva pesare nei suoi rapporti al Centro agroalimentare romano la sua amicizia con il boss.
Tra le persone coinvolte nell'indagine vi è l’avvocato romano, Giandomenico D’Ambra, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Riguardo al commercio di prodotti ittici le indagini hanno evidenziato un vero e proprio accordo di spartizione territoriale in tutta la Sicilia, con mire espansionistiche anche sui mercati romano, milanese e tedesco, e dimostrato come il clan abbia utilizzato le società ittiche per il reimpiego dei proventi illeciti.
Tra gli arrestati anche un avvocato del Foro di Roma, Giandomenico D’Ambra, che si serviva della criminalità organizzata e di cui quest’ultima, a sua volta, si avvaleva per le sue prestazioni professionali.
Il clan mafioso dei Rinzivillo ha origini a Gela, in Sicilia, alleato con il clan Madonia di Caltanissetta. Il capo del clan sarebbe Giuseppe “Piddu” Madonia, fedele ai Corleonesi di Bernardo Provenzano. Secondo la DIA (Direzione nazionale antimafia) la famiglia dei Rinzivillo sarebbe diretta da Crocifisso, Salvatore e Antonio Rinzivillo.
In Germania, il clan rivitalizzava una cellula criminale operante nelle città di Karlsruhe e di Colonia, nei land tedeschi di Baden-Wüttemberg e della Renania Settentrionale-Westfalia, individuando in un uomo insospettabile di origini gelesi, il nuovo luogotenente cui demandare l’organizzazione del traffico di droga e la realizzazione di articolati investimenti nei settori delle costruzioni e alimentari.

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