Aeroporti Sicilia: Gesap e Comiso, polemiche e vecchi merletti

Aeroporti, Colombino (Legea Cisal): “Giù le mani da Palermo, Gesap non va svenduta”.  Aeroporto di Comiso, Pellegrino: "Italia Viva distratta, governo Schifani lavora con impegno a creazione area Cargo" Palermo, 17 marzo 2024 – “In una Sicilia ostaggio di mille emergenze, dalla siccità alla disoccupazione, il governatore Renato Schifani sembra avere un solo chiodo fisso: vendere la Gesap, società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, col benestare di chi, invece, dovrebbe difendere gli interessi dell’azienda. Una scelta che, come diciamo da tempo, è fuori da ogni logica, dal momento che Gesap, quasi totalmente pubblica, macina utili e record di passeggeri e sta, con ammirevole sforzo, provando a tornare ai livelli pre-pandemici. A Schifani lo diciamo con chiarezza: giù le mani dall’aeroporto di Palermo”. Lo afferma Gianluca Colombino, segretario generale di Legea Cisal, sindacato più rappresentativo nello scalo di Punta Raisi. “Anziché immaginare improbabili

DIAMANTI DA INVESTIMENTO, È POSSIBILE RICHIEDERE IL RISARCIMENTO E RIPRENDERE IL CAPITALE INVESTITO

Lo scorso 30 ottobre 2017, a conclusione di due istruttorie, l’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato ha ritenuto gravemente ingannevoli e omissive le modalità di offerta dei diamanti da investimento da parte di Intermarket Diamond Business – IDB S.p.A. (IDB) e Diamond Private Investment – DPI S.p.A. (DPI), anche attraverso gli istituti di credito con i quali rispettivamente operavano: Unicredit e Banco BPM (per IDB); Intesa Sanpaolo e Banca Monte dei Paschi di Siena (per DPI).
I profili di scorrettezza riscontrati per entrambe le società hanno riguardato le informazioni ingannevoli e omissive diffuse attraverso il sito e il materiale promozionale dalle stesse predisposto in merito al prezzo di vendita dei diamanti, presentato come quotazione di mercato, frutto di una rilevazione oggettiva pubblicata sui principali giornali economici; all’andamento del mercato dei diamanti, rappresentato in stabile e costante crescita; all’agevole liquidabilità e rivendibilità dei diamanti alle quotazioni indicate e con una tempistica certa. L’Autorità ha, inoltre, accertato la violazione da parte di IDB e DPI dei diritti dei consumatori nei contratti in merito al diritto di recesso e, per IDB, anche al foro competente in caso di controversie.

Le sanzioni irrogate sono state: in un caso, pari complessivamente a 9,35 milioni (2 milioni per IDB; 4 milioni per Unicredit; 3,35 milioni per Banco BPM); nell’altro caso, pari complessivamente a 6 milioni (1 milione per DPI; 3 milioni per Banca Intesa; 2 milioni per MPS). Nel corso dell’istruttoria sono stati svolti accertamenti ispettivi con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza e sono state fornite informazioni utili all’accertamento della pratica da parte della CONSOB.
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19/11/2017 - L'Associazione Consumatori Omnia porta a conoscenza gli organi di informazione di una questione che riguarda migliaia di risparmiatori siciliani. I risparmiatori e investitori che hanno acquistato diamanti come forma di investimento rischiano di perdere il capitale investito.
L'Associazione Consumatori Omnia si sta adoperando per richiedere il risarcimento e riprendere il capitale investito.

Negli ultimi mesi è scoppiato il caso dei diamanti da investimento, con migliaia di Investitori danneggiati. Sono migliaia i risparmiatori che si sono rivolti alle Associazioni dei consumatori per tutelare i propri risparmi. Il rischio concreto per i risparmiatori è quello di perdere l'investimento effettuato nell'acquisto dei diamanti. La vicenda nasce dal fatto che alcune banche Italiane hanno proposto ai Clienti l'acquisto di diamanti come forma di investimento.

L'operazione veniva pubblicizzata come particolarmente conveniente e sicura. In realtà l'operazione si è rivelata conveniente solo per le società venditrici e le banche che hano incassato commissioni elevate. Sulla questione è intervenuta l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, la quale ha ritenuto gravemente ingannevoli e omissive le modalità di offerta dei diamanti da investimento da parte delle società e delle Banche.
In particolare la scorrettezza ha riguardato le informazioni diffuse sul sito interenet e attraverso il materiale promozionale: il prezzo di vendita dei diamanti, presentato come prezzo di mercato, l'andamento del mercato dei diamanti rappresentato in crescita, la possibilità di disinvestire agevolmente l'investimento.

Queste informazioni erano tutt'altro che veritiere. Dall'istruttoria condotta dall'Antitrust è emerso che il prezzo dei diamanti era determinato in misura superiore rispetto al prezzo d'acquisto, il disinvestimento non era agevole, perché legato esclusivamente alla possibilità che il professionista trovasse altri consumatori all’interno del proprio circuito.
Questa circostanza rende particolarmente difficile il disinvestimento, anche alla luce della pronuncia dell'Antitrust che ha ingenerato sfiducia nei nuovi clienti.

Anche le banche che hanno agevolato la vendita dei diamanti sono state interessate dalle sanzioni.
L'Associazione Consumatori Omnia è la prima in Sicilia ad aver avviato l'iter per richiedere la restituzione del capitale investitto.
I Consumatori interessati dalla vicenda potranno chiamare il numero verde 800210825 oppure inoltrare una mail all'indirizzo info@associazioneomnia.it.

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