Ponte sullo Stretto, De Luca a Germanà: smentiteci se avete gli elementi per farlo

Ponte sullo Stretto: C. De Luca a Germana': smentiteci se avete gli elementi per farlo. A questa truffa di Stato diciamo NO e siamo pronti a reagire per difendere la Sicilia e i siciliani.  Messina, 26/04/2024 - "È chiaro che il buon Ninitto Germana' ancora una volta non ha capito cosa sta accadendo. Poco male, ancora una volta proviamo a spiegarglielo magari gli facciamo un disegnino così gli viene più facile. Rispetto alle considerazioni sulla partecipazione ai nostri eventi neanche rispondiamo... Per noi parlano le immagini che mostrano il popolo libero. Abbiamo denunciato ieri sera a Torre Faro la truffa di Stato che il buon Matteo Verdini sta mettendo in atto ai danni della Sicilia e dei Siciliani. Germana' se ne ha gli elementi risponda nel merito delle verità che ieri sera abbiamo portato a conoscenza della città.  Inutile tentare di sviare il discorso. Germana' e Salvini scendano in piazza a smentirci. Qualcosa mi dice però che questo non avverrà perché abb

LAVORO E TEMPI DI VITA: PERMANGONO SENSIBILI DIFFERENZE DI GENERE

L’Istat presenta la quinta edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile. Il Rapporto offre una lettura del benessere nelle sue diverse dimensioni ponendo particolare attenzione agli aspetti territoriali e allo sviluppo di alcuni indicatori di benessere inseriti nei documenti di bilancio . Gli indicatori del Bes, in tutto 129, sono articolati come di consueto in 12 domini

Roma, 15 dicembre 2017 - Nel 2016 prosegue il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro italiano sia riguardo al tasso di occupazione (61,6%) sia per la mancata partecipazione (21,6%) ma la distanza con la media europea non si riduce.
Alcuni indicatori di qualità del lavoro evidenziano un miglioramento, soprattutto con riferimento all’incidenza dei lavoratori con bassa paga (-0,3 punti percentuali), alla permanenza in lavori instabili (+2,9 punti di occupati in lavori stabili) e ad aspetti soggettivi, legati all’insicurezza per il proprio posto di lavoro (-1,2 punti percentuali nella quota di occupati che temono di perdere il lavoro o di non poterne facilmente trovare uno simile). Anche la quota di coloro che si ritengono molto soddisfatti del proprio lavoro rimane stabile al valore del 2015, comunque superiore a quello del 2014; i punti di forza e di debolezza sono in stretta relazione con la tipologia lavorativa e con il regime orario.

Andamenti diversificati si registrano nell’evoluzione delle differenze di genere: il gap tra uomini e donne si riduce per quanto riguarda la permanenza in lavori instabili e la bassa retribuzione mentre si amplia per la quota di occupati sovraistruiti. Costante, ma in ulteriore divaricazione rispetto alla media Ue, la quota di occupati in part-time involontario, che si colloca poco al di sotto del 12% e rimane particolarmente elevata tra le donne (19,1% contro 6,5% per gli uomini).
Per la componente femminile segnali di difficoltà provengono anche dal rapporto tra il tasso di occupazione delle donne con figli piccoli e quello delle donne senza figli che, dopo cinque anni di aumento, torna a diminuire (da 78% a 76%) a seguito di una riduzione del tasso per le prime e di un aumento per le seconde.
Per gli stranieri tutti gli indicatori di qualità mostrano un miglioramento superiore a quello dei cittadini italiani, riducendo un gap che resta comunque molto elevato.

Benessere economico
Crescono redditi e disuguaglianze, peggiorano le condizioni delle nuove generazioni
Nel 2016 continua ad aumentare il reddito disponibile delle famiglie consumatrici (+1,6% rispetto all’anno precedente); in termini pro capite, il reddito medio disponibile è pari a 18.191 euro.
Secondo i dati di Contabilità nazionale, la crescita di reddito nel 2016 conferma la tendenza positiva già registrata nel 2015. La disponibilità di dati sulla distribuzione del reddito al 2015 consente di rilevare un incremento più intenso per il quinto più ricco della popolazione, trainato dalla decisa crescita nella fascia alta dei redditi da lavoro autonomo, che avevano registrato ampie flessioni negli anni precedenti. Di conseguenza, è aumentata la disuguaglianza: il rapporto tra il reddito posseduto nel 2015 dal 20% della popolazione con i redditi più alti e il 20% con i redditi più bassi è salito a 6,3 dal 5,8 registrato nel 2014.
Resta alto il numero di persone in condizione di forte disagio: nel 2016 l’incidenza della povertà assoluta, più che raddoppiata durante la crisi, si è mantenuta su valori elevati (7,9%) ed è ulteriormente aumentata tra i minori (12,5%, corrispondente a 1 milione 292mila) mentre gli anziani si confermano il gruppo meno fragile (3,8%). L’incidenza di povertà assoluta raggiunge il valore massimo tra gli stranieri (sia in famiglie miste sia in famiglie di soli stranieri) i quali risultano assolutamente poveri in un terzo dei casi (contro meno di 1 su 20 tra gli italiani).

Relazioni sociali
In calo la soddisfazione per le relazioni familiari e amicali e la partecipazione politica
Il 2016 restituisce l’immagine di un tessuto sociale che presenta criticità: scende la soddisfazione per le relazioni familiari (dal 34,6% al 33,2%) e per le relazioni amicali (dal 24,8% al 23,6%). La fiducia negli altri si mantiene piuttosto bassa: solo una persona su cinque ritiene che la maggior parte della gente sia degna di fiducia.

Anche la partecipazione civica e politica registra una diminuzione significativa, attestandosi al 63,1% (-3,3 punti percentuali rispetto al 2015). Sono sempre meno le persone che parlano di politica (dal 41,3% al 36,7% della popolazione di 14 anni e più) o che si informano di questioni riguardanti la politica almeno una volta alla settimana (dal 62,2% al 58,2%). Il calo è generalizzato, più intenso nelle fasce di età centrali. Tra i motivi per cui non ci si informa prevale la mancanza di interesse (nel 61,8% dei casi) seguita dalla sfiducia nei confronti della politica italiana (30,4%).
A parità di altre condizioni, la partecipazione civica e politica è molto meno diffusa tra le persone con basso livello di istruzione, tra gli operai, tra le persone che non hanno l’abitudine alla lettura di quotidiani o libri, tra i residenti nel Mezzogiorno e nei comuni di dimensioni demografiche ridotte.

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