Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

PRESTI: BANDIERE DI VITA TESTIMONIANZA DEL LEGAME CON IL TERRITORIO DI TAORMINA

Intervista ad Antonio Presti dopo il complesso caso legato alle Rocce di Capo Mazzarò, il progetto delle Bandiere di Vita rappresenta un’ulteriore testimonianza del legame instaurato negli anni con il territorio taorminese.

Taormina (Me), 06/03/2018 - Il progetto delle Rocce si reggevasulla volontà di coinvolgere tutto il mondo del sapere in un percorso di rigenerazione del territorio. In continuità con quel lavoro ho strutturato per questo progetto una rete di centocinquanta scuole come vettore di conoscenza, un ponte verso le nuove generazioni nel nome della riconsegna di Bellezza e della ridefinizione dell’identità di un territorio. Come, del resto, era avvenuto a Capo Mazzarò, un luogo incantevole cristallizzato per mezzo secolodal disinteresse delle istituzioni e poi investito dalla luce della purezza e del dono: una restituzione etica, innanzitutto, per creare una nuova consapevolezza del nostro agire in relazione ai luoghi che viviamo quotidianamente. Per esperienza posso affermare che una sentenza di un tribunale non potrà mai interrompere l’afflato delle coscienze o la poesia dell’offerta disinteressata.

Perché ha scelto l’Ospedale San Vincenzo di Taormina come base del suo nuovo lavoro?

Da Santa Teresa di Riva a Giarre, tremila studenti di tutta la riviera jonica collaboreranno ad una rivendicazione etica di civiltà e progresso: la Cura dell’Arte per chi soffre. La disumanizzazione tecnologica ha reso molte persone insensibili al dolore, e forse al concetto stesso di mortalità. Una società fortemente individualistadifficilmente prova a fare i conti con la caducità della vita: eppure essa impregna in ogni frangente l’esistenza umana. Ho lanciato come tema il Valore dell’Essere per esaltare il rapporto tra anima e corpo nella ciclicità delle età e delle esperienze. Più semplicemente, voglio lasciare un pensiero di gioia in un luogo freddo, intriso di paure e timori. L’Arte, dunque, dovrà offrire un sollievo al personale, ai volontari, ai visitatori e a tutti i pazienti. Una cura spirituale, prima che fisica.


Cosa lascerà questa esperienza agli studenti coinvolti nel progetto?

A distanza di anni potranno rispecchiarsi nella Bellezza della loro gioventù, in quell’impronta lasciata con gioia in un’epoca felice e spensierata.
Tutto il suo lavoro è rivolto alle nuove generazioni per la rifondazione di un nuovo umanesimo.

Mi rifaccio spesso alla celebre frase di Gesualdo Bufalino: un esercito di maestri elementari redimerà la Sicilia dai suoi mali atavici. Con il mio lavoro provo a contrastare la dittatura dell’apparire in un’epoca vessata da una tecnologia opprimente e pervasiva. Non sono solo in questo cammino poiché posso contare su centinaia di insegnanti, guerrieri di luce che sposano la via della conoscenza in luogo della sterile burocrazia. Mi feriscono personalmente certi episodi di cronaca che vedono i docenti come vittime della prepotenza di alcuni genitori: stiamo perdendo le basi dell’educazione, e dunque della convivenza sociale. Condivido la tesi del “no” educativo e salvifico in un’epoca che sta smarrendo i suoi valori fondamentali. Appoggerò sempre e incondizionatamente i docenti che invitano alla riflessione, al progresso etico prima del semplice e standardizzato cumulo di inutili nozioni. Dovrebbe farlo anche lo Stato, retribuendo in modo eccellentechi lotta in prima linea contro l’imbarbarimento provocato dalle mille tentazioni dell’apparenza e del possesso.

Chi desidera ringraziare per questo nuovo progetto delle Bandiere di Vita?

Il mio plauso va a tutti i dirigenti scolastici coinvolti, alla governance dell’Ospedale San Vincenzo – e dunque il dott. Sirna e il dott. Cunsolo - e alle sue maestranze, generosa parte attiva nel reperimento dei materiali da destinare agli studenti e nella logistica necessaria alla realizzazione del progetto.

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