Giovedì Santo: a Caltanissetta uno dei momenti più intensi e identitari della Settimana Santa

Giovedì Santo a Caltanissetta: il cuore pulsante della Settimana Santa.    Attesa per oltre un anno, la processione del Giovedì Santo a Caltanissetta rappresenta uno dei momenti più intensi e identitari dell’intera Settimana Santa. È l’evento simbolo che unisce fede, tradizione e appartenenza in un rito collettivo che coinvolge l’intera comunità nissena e attrae ogni anno centinaia di visitatori da tutta Italia. 16/04/2025 - Per un giorno, la città si trasforma in un grande palcoscenico a cielo aperto: carico di emozioni, luci e suggestioni, dove ogni angolo racconta una storia, ogni volto rivela un senso profondo di attaccamento alla propria terra. È la giornata in cui ogni nisseno, anche chi vive lontano, sente un richiamo viscerale verso casa. Un legame indissolubile che trova la sua massima espressione nella storica processione delle Vare, i grandiosi gruppi scultorei che raffigurano le scene della Passione di Cristo e che percorrono le vie del centro cittadino in un cam...

PRESTI: BANDIERE DI VITA TESTIMONIANZA DEL LEGAME CON IL TERRITORIO DI TAORMINA

Intervista ad Antonio Presti dopo il complesso caso legato alle Rocce di Capo Mazzarò, il progetto delle Bandiere di Vita rappresenta un’ulteriore testimonianza del legame instaurato negli anni con il territorio taorminese.

Taormina (Me), 06/03/2018 - Il progetto delle Rocce si reggevasulla volontà di coinvolgere tutto il mondo del sapere in un percorso di rigenerazione del territorio. In continuità con quel lavoro ho strutturato per questo progetto una rete di centocinquanta scuole come vettore di conoscenza, un ponte verso le nuove generazioni nel nome della riconsegna di Bellezza e della ridefinizione dell’identità di un territorio. Come, del resto, era avvenuto a Capo Mazzarò, un luogo incantevole cristallizzato per mezzo secolodal disinteresse delle istituzioni e poi investito dalla luce della purezza e del dono: una restituzione etica, innanzitutto, per creare una nuova consapevolezza del nostro agire in relazione ai luoghi che viviamo quotidianamente. Per esperienza posso affermare che una sentenza di un tribunale non potrà mai interrompere l’afflato delle coscienze o la poesia dell’offerta disinteressata.

Perché ha scelto l’Ospedale San Vincenzo di Taormina come base del suo nuovo lavoro?

Da Santa Teresa di Riva a Giarre, tremila studenti di tutta la riviera jonica collaboreranno ad una rivendicazione etica di civiltà e progresso: la Cura dell’Arte per chi soffre. La disumanizzazione tecnologica ha reso molte persone insensibili al dolore, e forse al concetto stesso di mortalità. Una società fortemente individualistadifficilmente prova a fare i conti con la caducità della vita: eppure essa impregna in ogni frangente l’esistenza umana. Ho lanciato come tema il Valore dell’Essere per esaltare il rapporto tra anima e corpo nella ciclicità delle età e delle esperienze. Più semplicemente, voglio lasciare un pensiero di gioia in un luogo freddo, intriso di paure e timori. L’Arte, dunque, dovrà offrire un sollievo al personale, ai volontari, ai visitatori e a tutti i pazienti. Una cura spirituale, prima che fisica.


Cosa lascerà questa esperienza agli studenti coinvolti nel progetto?

A distanza di anni potranno rispecchiarsi nella Bellezza della loro gioventù, in quell’impronta lasciata con gioia in un’epoca felice e spensierata.
Tutto il suo lavoro è rivolto alle nuove generazioni per la rifondazione di un nuovo umanesimo.

Mi rifaccio spesso alla celebre frase di Gesualdo Bufalino: un esercito di maestri elementari redimerà la Sicilia dai suoi mali atavici. Con il mio lavoro provo a contrastare la dittatura dell’apparire in un’epoca vessata da una tecnologia opprimente e pervasiva. Non sono solo in questo cammino poiché posso contare su centinaia di insegnanti, guerrieri di luce che sposano la via della conoscenza in luogo della sterile burocrazia. Mi feriscono personalmente certi episodi di cronaca che vedono i docenti come vittime della prepotenza di alcuni genitori: stiamo perdendo le basi dell’educazione, e dunque della convivenza sociale. Condivido la tesi del “no” educativo e salvifico in un’epoca che sta smarrendo i suoi valori fondamentali. Appoggerò sempre e incondizionatamente i docenti che invitano alla riflessione, al progresso etico prima del semplice e standardizzato cumulo di inutili nozioni. Dovrebbe farlo anche lo Stato, retribuendo in modo eccellentechi lotta in prima linea contro l’imbarbarimento provocato dalle mille tentazioni dell’apparenza e del possesso.

Chi desidera ringraziare per questo nuovo progetto delle Bandiere di Vita?

Il mio plauso va a tutti i dirigenti scolastici coinvolti, alla governance dell’Ospedale San Vincenzo – e dunque il dott. Sirna e il dott. Cunsolo - e alle sue maestranze, generosa parte attiva nel reperimento dei materiali da destinare agli studenti e nella logistica necessaria alla realizzazione del progetto.

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