Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

SANT’AGATA MILITELLO, SEI LICENZIAMENTI AL GRUPPO BONINA

FISASCAT CISL DENUNCIA «IL PERCORSO DI AZIONI PERSECUTORIE AI DANNI DEI LAVORATORI E CHIEDE VERIFICHE ALL’ISPETTORATO DEL LAVORO E ALLA PREFETTURA PER I CONTINUI CAMBI DI DENOMINAZIONE DELLE AZIENDE»

Messina, 23 marzo ’18 – Sei licenziamenti che giungono a conclusione di un percorso di azioni persecutorie ai danni di lavoratori della grande distribuzione, della SBM del Gruppo Bonina. A denunciare la vicenda avvenuta nel punto vendita di Sant’Agata Militello è la Fisascat Cisl che già da tempo aveva evidenziato la situazione anche agli organi ispettivi provinciali. «Adesso – spiega il segretario provinciale della Fisascat, Salvatore D’Agostino – tre lavoratori sono stati messi in ferie forzate e, contro ogni logica, sono stati effettuati assunzioni part time di macellai, repartisti e cassieri».

Nel 2015 i lavoratori, pur di tutelare il posto di lavoro, avevano firmato un concordato – che scade nel 2020 - rinunciando all’avanzamento del livello e alla tredicesima mensilità. Nel 2016, però, l’azienda non ha rispettato i tempi del concordato nel pagamento delle retribuzioni ed i lavoratori avevano attuato lo sciopero. «Da allora – denuncia Salvatore D’Agostini - è partita una vera e propria azione persecutoria nei confronti di quei lavoratori che avevano partecipato allo sciopero. Ci sono dipendenti che non ricevono lo stipendio anche da tre mesi e, a conclusione di tutto, hanno proceduto al licenziamento di sei lavoratori con oltre dieci anni di anzianità per, secondo la motivazione della proprietà, ristrutturazione aziendale».

La Fisascat ha reiterato la richiesta di verifiche ispettive sia all'Ispettorato del Lavoro che alla Prefettura soprattutto «per quegli strani cambi di denominazione sociale avvenuta anche a distanza di due mesi e a discapito di tutta la forza lavoro».

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