Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

BLOCCO DELLE PENSIONI: INACCETTABILE CHE LA “RAGION DI STATO” PREVALGA SUI PRINCIPI FONDANTI DELLA COSTITUZIONE

FEDERMANAGER SI RIVOLGE ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO (CEDU) PER CONTRASTARE LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE (N.250/23017) CHE, IN SINTESI, CONSIDERA L’EQUILIBRIO DI BILANCIO PIU’ DEI DIRITTI DEI CITTADINI – INCONTRO CON I PENSIONATI ALLE ORE 10 DI MERCOLEDI’ 11 APRILE PRESSO LA SEDE DI CATANIA

09/04/2018 - “La via di un ricorso individuale alla CEDU contro la sentenza della Corte Costituzionale 250/2017 è stata al centro di ripetute ed attentissime valutazioni dopo l’ultima disarmante sentenza della Corte Costituzionale (la n. 250/2017) che ha sancito, per “ragion di Stanto”, il triste epilogo del lungo iter giudiziario che il Sistema Federmanager-CIDA è stato costretto a promuovere attraverso “cause pilota” a livello nazionale a tutela delle pensioni in essere mortificate dagli iniqui provvedimenti governativi di blocco della cosiddetta perequazione.

L’unica strada che ci è sembrata percorribile è quella, quindi, di un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo anche se non possiamo sottacere e ribadire che, alla luce del completamento degli approfondimenti effettuati con lo Studio legale Orrick, uno dei più autorevoli presenti nel nostro Paese, il percorso in Europa, (in assenza di precedenti agevolmente riconducibili al nostro caso) presenta oggettivi margini di incertezza, sia sul piano procedurale che in termini di accoglimento del ricorso stesso.
Ma è l’unica strada che intravediamo e occorrerà percorrerla tramite un ricorso personale.
Per tale motivo, abbiamo ritenuto che sia compito del Sistema di rappresentanza, anche territoriale, fornire una informazione per quanto più possibile, completa, responsabile e realistica per consentire a ciascun pensionato leso nei suoi diritti di decidere in piena consapevolezza.

Dato che il termine per presentare il ricorso scade il 31 maggio p.v. (6 mesi dal deposito della sentenza della Consulta avvenuto il 1°dicembre 2017) e che entro la data dell’11 maggio occorrerà inviare allo Studio Orrick tutta la documentazione, abbiamo organizzato, presso la nostra sede di Catania sita in Via Firenze n°59, un incontro operativo sull’importante tema per le ore 10:00 di mercoledì 11 aprile al quale invitiamo i dirigenti in pensione.”.
Nel ricorso alla Corte Europea oltre al danno subito a causa del blocco della perequazione ed al riconoscimento del danno morale, quantificato in misura almeno pari a quella del danno economico da mancata perequazione della pensione, richiederemo anche la riliquidazione del trattamento pensionistico.

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