Appalti pubblici, Antoci dopo il caso Palermo: "La digitalizzazione degli appalti non diventi una nuova zona grigia del malaffare”

SANITÀ E APPALTI DIGITALI, L’UE CHIAMATA A CHIARIRE DOPO IL CASO PALERMO.  Antoci: “La tecnologia negli appalti pubblici deve rafforzare la trasparenza, non renderla aggirabile.  La digitalizzazione degli appalti   deve diventare garanzia di integrità, non una nuova zona grigia dove il malaffare si reinventa.”   Bruxelles, 11/04/2025 – Un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo ha svelato un inquietante meccanismo di manipolazione delle gare pubbliche gestite attraverso piattaforme digitali. In particolare, un funzionario dell’Arnas Civico, con la complicità di soggetti privati, avrebbe eluso i controlli del sistema telematico di gara, suggerendo modifiche tecniche a un’impresa per farle ottenere l’appalto, in violazione della normativa e dei principi di imparzialità e concorrenza. Di fronte a questo allarmante caso, l’europarlamentare Giuseppe Antoci ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere quali misure intenda adotta...

BLOCCO DELLE PENSIONI: INACCETTABILE CHE LA “RAGION DI STATO” PREVALGA SUI PRINCIPI FONDANTI DELLA COSTITUZIONE

FEDERMANAGER SI RIVOLGE ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO (CEDU) PER CONTRASTARE LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE (N.250/23017) CHE, IN SINTESI, CONSIDERA L’EQUILIBRIO DI BILANCIO PIU’ DEI DIRITTI DEI CITTADINI – INCONTRO CON I PENSIONATI ALLE ORE 10 DI MERCOLEDI’ 11 APRILE PRESSO LA SEDE DI CATANIA

09/04/2018 - “La via di un ricorso individuale alla CEDU contro la sentenza della Corte Costituzionale 250/2017 è stata al centro di ripetute ed attentissime valutazioni dopo l’ultima disarmante sentenza della Corte Costituzionale (la n. 250/2017) che ha sancito, per “ragion di Stanto”, il triste epilogo del lungo iter giudiziario che il Sistema Federmanager-CIDA è stato costretto a promuovere attraverso “cause pilota” a livello nazionale a tutela delle pensioni in essere mortificate dagli iniqui provvedimenti governativi di blocco della cosiddetta perequazione.

L’unica strada che ci è sembrata percorribile è quella, quindi, di un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo anche se non possiamo sottacere e ribadire che, alla luce del completamento degli approfondimenti effettuati con lo Studio legale Orrick, uno dei più autorevoli presenti nel nostro Paese, il percorso in Europa, (in assenza di precedenti agevolmente riconducibili al nostro caso) presenta oggettivi margini di incertezza, sia sul piano procedurale che in termini di accoglimento del ricorso stesso.
Ma è l’unica strada che intravediamo e occorrerà percorrerla tramite un ricorso personale.
Per tale motivo, abbiamo ritenuto che sia compito del Sistema di rappresentanza, anche territoriale, fornire una informazione per quanto più possibile, completa, responsabile e realistica per consentire a ciascun pensionato leso nei suoi diritti di decidere in piena consapevolezza.

Dato che il termine per presentare il ricorso scade il 31 maggio p.v. (6 mesi dal deposito della sentenza della Consulta avvenuto il 1°dicembre 2017) e che entro la data dell’11 maggio occorrerà inviare allo Studio Orrick tutta la documentazione, abbiamo organizzato, presso la nostra sede di Catania sita in Via Firenze n°59, un incontro operativo sull’importante tema per le ore 10:00 di mercoledì 11 aprile al quale invitiamo i dirigenti in pensione.”.
Nel ricorso alla Corte Europea oltre al danno subito a causa del blocco della perequazione ed al riconoscimento del danno morale, quantificato in misura almeno pari a quella del danno economico da mancata perequazione della pensione, richiederemo anche la riliquidazione del trattamento pensionistico.

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